domenica 26 febbraio 2012

Il diavolo e Tom Walker

Il diavolo, naturalmente...


La nuova storia che vi propongo, “The Devil and Tom Walker,” scritta da Washington Irving, appartiene a Tales of a Traveller (1824) e si trova nella sezione dei “Money Diggers.” Essa è considerata dalla critica contemporanea fra le cose migliori scritte da Irving. Questa deliziosa favola nera ricca di ironia e colpi di scena, ambientata in America al tempo delle colonie, può sembrare, a una lettura superficiale, un edificante sermoncino contro l'avidità di danaro, avendo come protagonista un usuraio, Tom Walker appunto, pronto a vendere la sua anima al diavolo in cambio del tesoro del pirata Kidd.
Noi lettori contemporanei vi possiamo trovare sconcertanti somiglianze con i “tempi difficili” che stiamo vivendo: sconsiderate speculazioni immobiliari, carenza di liquidità, economia di carta, sfrenata corsa all'arricchimento, finché la bolla si sgonfia lasciando solo disastri; il terreno ideale, insomma, per un usuraio senza scrupoli come Tom Walker.
Altrettanto moderno è il linguaggio usato per suggerire lo spirito del tempo: Irving parla, infatti, di una “febbre” speculativa che colpisce indiscriminatamente i coloni del New England, così come noi oggi parliamo di “contagio” per descrivere la crisi che stiamo vivendo.
Ma questo è solo una delle tematiche proposte dall'autore. Tom Walker sembra scavare nell'incoscio collettivo della giovane nazione americana, come suggerisce l'avverbio “unconsciously,” che descrive con il linguaggio che sarà della psicoanalisi l'ossessione compulsiva del protagonista sempre alla ricerca di tesori nascosti. E dal buco che egli scava esce fuori il peccato originale dell'America: il genocidio degli indiani.
Contrariamente a quanto ci si aspetterebbe, qui gli indiani non sono i “noble savages” cari all'illuminismo e alla letteratura romantica. Essi sono selvaggi e crudeli, adoratori di Satana a cui offrono sacrifici umani: sono i favoriti del diavolo, che invece disprezza quella ”razza di facce bianche” venuta a massacrare i suoi protetti e a rubare le loro terre, e pertanto ancora più selvaggia e crudele degli stessi uomini rossi. Qui il diavolo rappresenta, anche fisicamente, la cattiva coscienza di tutto un popolo. Egli indossa abiti di foggia indiana e la sua ascia è simile ad un tomawok, la sua pelle, però, non è rossa, ma nera del fumo dell'inferno e neri sono i suoi crespi capelli, a ricordare l'altro crimine collettivo dei coloni: la tratta e il commercio degli schiavi.
Molte altre sono le colpe che il diavolo imputa a Tom Walker e ai suoi compatrioti: pirateria, persecuzioni religiose, i roghi delle streghe, un'accumulazione capitalistica primitiva e violenta, a cui tutto viene sacrificato, anche la propria anima. Del resto anche la vita ultraterrena è concepita in termini mercantilistici, essi sono “beni,” i peccati sono “addebitati,” i meriti sono “accreditati,” proprio come in una partita doppia.
Ma naturalmente è solo un “vecchio racconto,” la cui veridicità è ironicamente comprovata dal buco scavato dal protagonista nella nera palude dove incontrò il diavolo e che, secondo il narratore, è tutt'ora visibile.



 
IL DIAVOLO E TOM WALKER
di
Washington Irving
(1824)



Jasper Francis Cropsey (artist)
American, 1823 - 1900
Autumn - On the Hudson River, 1860


A poche miglia da Boston, nel Massachusetts, c'è una profonda insenatura che si snoda per diverse miglia da Charles Bay verso l'interno del paese e termina in una zona acquitrinosa, o palude, ricoperta di alberi. Su un lato di questa insenatura c'è un fitto boschetto, sul lato opposto il terreno si alza improvvisamente dalla superficie dell'acqua a formare un alto crinale su cui crescono alcune querce vetuste e maestose. Sotto uno di questi giganteschi alberi, secondo i vecchi racconti, c'era un enorme tesoro sepolto dal pirata Kiddi. L'insenatura aveva reso facile trasportare il denaro con una barca, in segreto e di notte, fino ai piedi della collina. La posizione elevata del luogo permetteva di controllare che non ci fosse nessuno nelle vicinanze, mentre quegli alberi eccezionali formavano un buon punto di riferimento per ritrovare agevolmente il posto. I vecchi racconti aggiungono, poi, che il diavolo presidiava quel nascondiglio e lo teneva sotto la sua sorveglianza; ma, come tutti sanno, questa è una cosa che egli fa sempre con i tesori nascosti, specialmente quando sono mal guadagnati. Ma sia come sia, Kidd non tornò mai a riprendere le sue ricchezze, infatti, poco dopo fu catturato a Boston e spedito in Inghilterra dove fu impiccato per pirateria.

martedì 7 febbraio 2012

Il segnalatore

Per celebrare i 200 anni della nascita di Charles Dickens, vi propongo una breve storia tratta da Mugby Junction (1866), una raccolta di 4 racconti ambientati appunto a Mugby Junction, un fittizio snodo ferroviario. Certamente il treno resta il simbolo per eccellenza della rivoluzione industriale: simbolo di potenza ma anche di distruzione del paesaggio e, a causa dei numerosi incidenti, simbolo di morte. Lo stesso Dickens era stato coinvolto proprio quell'anno in un grave incidente ferroviario, da lì l'ispirazione per questi racconti. La storia che vi propongo è  "Il segnalatore" che possiamo considerare un perfetto esempio di racconto fantastico, con il suo essere sospeso tra reale e irreale, senza che la nostra razionalità riesca a dare risposte certe.





Il segnalatore
di
Charles Dickens


mercoledì 1 febbraio 2012

L'avventura dello studente tedesco

La prima storia che vi propongo è la traduzione di un breve racconto di Washington Irving (1783-1859), che fu il primo autore americano ad avere rinomanza internazionale. Ai suoi racconti brevi, di cui i più famosi restano  "Rip Van Winkle" e "The Legend of Sleepy Hollow," si ispireranno autori come Hawthorne e Poe e oggi sono noti al grande pubblico anche grazie al cinema. La storia che vi propongo è forse meno famosa, ma è un esempio perfetto dello stile elegante e ironico dell'autore.





L'AVVENTURA DELLO STUDENTE TEDESCO
DI
WASHINGTON IRVING
(1824)

In una notte tempestosa, durante i tormentati anni della rivoluzione francese1, un giovane tedesco stava tornando al suo alloggio, a tarda ora, attraverso la parte vecchia di Parigi. I fulmini illuminavano la notte e tuoni assordanti riecheggiavano lungo le stradine alte e strette – ma prima dovrei dirvi qualcosa riguardo questo giovane tedesco.