lunedì 30 marzo 2020

Cos'era? Un mistero.






Fitz-James O'Brien, scritto anche Fitz James (1828 – 1862), è stato uno scrittore irlandese naturalizzato statunitense, considerato uno dei precursori del moderno genere fantascientifico. La sua vita, intensa e a tratti avventurosa, si arricchì ben presto di un alone romantico e quasi leggendario, come la sua letteratura. Morì a 33 anni durante la guerra civile americana.
Fra i suoi racconti La lente di diamante (The Diamond Lens) (1858) e Il forgiatore di meraviglie (The Wonder Smith) (1859), restano capolavori insuperati dell'immaginazione. La sua opera sarà un modello per i più grandi autori del fantastico, da Maupassant a Lovecraft, da Wells a Merrith. 
 
La storia che vi propongo Che cos'era? Un mistero (What Was It? A Mystery) (1859) è invece uno dei primi esempi conosciuti di invisibilità nella narrativa.
 
Il racconto è ambientato a New York ed è narrato in prima persona dal protagonista, interessato al soprannaturale e sovrapponibile all’autore, avendo scritto una storia ‘basata su un fantasma.’

Al centro della vicenda c’è una casa considerata infestata, dopo che il suo ricco proprietario, Mister A., muore di crepacuore in seguito ad una vergognosa bancarotta. I custodi che si susseguono lamentano strani rumori, porte che sbattono ecc., come nella migliore antologia horror, al punto che nessuno vuole più abitarci, finché la padrona della pensione dove abita il protagonista, in accordo con i suoi pensionanti, descritti come ‘piuttosto audaci e disincantati,’ decide di prenderla in affitto. I nuovi inquilini, tuttavia, restano delusi dal fatto che nessun caso straordinario si manifesti e al narratore e al suo amico Hammond non resta che godere della reciproca compagnia, accomunati dal loro vizio segreto, l’oppio, e dal loro interesse per il soprannaturale. Una notte, dopo un’inquietante conversazione su quale sia “...il più grande elemento del terrore?il protagonista è assalito nel letto da qualcosa caduta dal soffitto: morso alla spalla, al collo e al petto da denti aguzzi; costretto a proteggere continuamente la gola da un paio di mani nervose e agili.” Quando alla fine riesce a liberarsi, scopre con sgomento che il suo assalitore è invisibile: “Io non vidi assolutamente niente! Nemmeno una sagoma... un vapore!
Con l’aiuto di Hammond, il Mistero, come lo chiama il narratore, viene legato e reso inoffensivo, mentre gli altri inquilini, in preda al terrore, abbandonano la casa. Per i due amici, tuttavia, la curiosità prevale sulla paura, così, con l’aiuto di un medico e un modellista, riescono a prendere un calco della creatura: “Aveva la forma di un uomo – distorto, rozzo, orribile, ma tuttavia un uomo. Era piccolo, non più alto di un metro e trenta e i suoi arti rivelavano uno sviluppo muscolare senza eguali. La sua faccia sorpassava in mostruosità qualunque cosa avessi mai visto.
In attesa di decidere il destino di questo Orrore, i due amici continuano a tenerlo prigioniero, e cercano di nutrirlo come meglio possono, ma nessun cibo viene accettato. Ai due non resta che assistere impotenti alla lenta morte per fame del loro prigioniero.

Questo demone cannibalesco che assale il narratore nel cuore della notte richiama alla mente il famoso dipinto di Fuessli, L’incubo. Ma qual è l’incubo che tormenta il sonno del nostro autore? La morte per fame dell’uomo invisibile, a cui i protagonisti assistono impotenti, è forse la rievocazione dolorosa della GreatFamine, la grande carestia che colpì l’Irlanda dal 1845 al 1849, che uccise un milione di persone e costrinse ad emigrare in America altri due milioni di persone nel decennio successivo, tra cui l’autore stesso. Anche le vittime di quella carestia rimasero invisibili all’Inghilterra, che allora dominava l’isola con pugno di ferro, e lasciate a morire di fame, vittime non solo della malattia della patata, praticamente l’unico cibo per i poveri, ma anche da una politica ottusamente liberista che mise le ragioni del mercato davanti al diritto alla vita. 

  “An Irish Peasant Family Discovering the Blight of Their Store,” an 1847 painting by Daniel Macdonald.Credit...National Folklore Collection, University College Dublin 

 
Resta il lascito letterario dell’uomo invisibile come incarnazione degli incubi interiori dell’uomo moderno, ripreso da H.G. Wells ne L’uomo invisibile, da Maupassant ne La Horla, ma anche il misterioso Mr. Hyde di Stevenson sembra, a tratti, l’incarnazione del Mistero: “Mr Hyde era pallido e simile ad un nano, dava l’impressione di essere deforme senza tuttavia alcuna evidente deformità...”


🎯Letture collegate:









Che cos’era? Un mistero
di
FITZ-JAMES O'BRIEN






E’ con estrema esitazione, lo confesso, che mi approccio all’incredibile storia che sto per raccontarvi. Gli eventi che mi propongo di descrivere sono di una natura così straordinaria che sono pronto a confrontarmi con un’eccezionale quantità di scetticismo e derisione. Accetto tutto ciò a prescindere. Credo di possedere il coraggio letterario di affrontare l’incredulità. Dopo matura considerazione, ho deciso di narrare, nel modo più semplice e diretto di cui sono capace, alcuni fatti che mi è capitato di osservare, nel luglio scorso, e che, negli annali dei misteri delle scienze naturali, non hanno eguali.