lunedì 21 febbraio 2022

Filtro d'amore

 

Det-tagli significativi


Il racconto che vi propongo ‘Filtro d’amore’ (Love Filter), di Gregg Chamberlain,* è contenuto nell’antologia 100 Great Fantasy Short Short Stories, 1985, curata, fra gli altri, da Isaac Asimov che ne ha scritto anche la presentazione.


Protagonisti della storia sono la vecchia e decrepita Mob e il suo altrettanto malmesso gatto Corif. I due conducono una vita di stenti ai confini di un non ben definito deserto, in un'epoca altrettanto indefinita , e si arrangiano vendendo le merci che cadono dalle carovane, finché un giorno, rovistando nella sabbia, trovano un’antica anfora per il vino…




Filtro d’amore

Gregg Chamberlain


Little things mean a lot!’’


Il filtro d'amore, di Evelyn De Morgan (1903)



La vecchia Mob viveva sola, fatta eccezione per il suo anziano gatto Corif, in una baracca ai confini del deserto. Per raggiungere il villaggio più vicino bisognava camminare per un’intera mattinata o arrancare per tutto il giorno. A volte, Mob vi si recava per vendere ciò che aveva e comprare quello di cui aveva bisogno.

Ogni giorno lei e Corif seguivano le piste delle carovane. Il gatto si trascinava intorno per i fatti suoi, mentre lei smuoveva la sabbia con il bastone alla ricerca di oggetti caduti lungo la pista da poter usare o vendere.

Un giorno Corif scoprì un’anfora di vino con il sigillo ancora intatto. Mob osservò attentamente il vaso, pensando all’argento che le sarebbe fruttato alla taverna del villaggio. Potrei anche offrirmi un sorsettino di vino, pensò. Dovrei comunque controllare il contenuto.

Il sigillo era fatto di vecchia creta e si ruppe facilmente. Guardò dentro. Vuota. Rovesciò l’anfora. Niente.

Dentro non c’era niente se non aria così vecchia e ammuffita da essere verde. Uscì fuori dal vaso. E man mano che usciva andava a formare una piccola nuvola verde sulla testa di Mob. E nella nuvola apparve una faccia.

Che tu sia benedetta, o vecchia megera, per avermi liberato dalla mia prigione. Dimmi qual’è la tua ricompensa e io esaudirò ogni tuo desiderio, se è in mio potere farlo.”

 

La vecchia Mob si leccò le gengive. “Quello che desidero è essere di nuovo giovane e bella e conoscere l’amore di un uomo giovane e aitante. Rendimi di nuovo la donna che ero a diciotto anni e trasforma il mio gatto,” disse, indicando un tremebondo Corif, “in un uomo giovane e attraente.”

D’accordo! All’alba di domani avrai ciò che desideri.” La nuvola si disperse e sparì. Mob batté le sue mani grinzose e, borbottando concitatamente fra sé e sé, zoppicò fino a casa dove si preparò una cena veloce e poi si ficcò a letto insieme al gatto.

Quando al mattino si svegliò, ricordò immediatamente le parole del genio. Non sentiva più quegli acciacchi e quei dolori che ultimamente l’avevano tormentata al mattino.

Con esitazione, iniziò ad esplorare sotto la coperta sottile. E trovò seni tondi e sodi che spingevano contro la rozza lana, un ventre liscio e piatto non toccato dalle gravidanze e cosce morbide e snelle senza i segni di quelle orribili venuzze blu.

Allora pensò a Corif. Si voltò e vide un semidio disteso su di un fianco accanto a lei. Con la testa appoggiata sulla sua mano destra, la guardava negli occhi e sorrideva. Oh, dea dell’amore, pensò Mob. Un guerriero, un titano, un uomo! Corif sogghignò e cantò con una dolce voce da soprano, “Non ti dispiace adesso di avermi portato dal chirurgo del villaggio per quella piccola operazione?”


FINE




*Gregg Chamberlain vive in Canada, nelle campagne dell’Ontario, e lavora come reporter in un giornale locale. Lui e la moglie abitano con un nugolo di gatti che permettono ai loro umani di prendersi cura della casa. Le sue short story sono state pubblicate in antologie e riviste di sci-fi, fantasy e horror.



martedì 15 febbraio 2022

Voodoo - Fredric Brown

 

 

Chi è causa del suo mal...

 

Fredric Brown (USA 1906 –1972) è stato un prolifico scrittore di romanzi e racconti di fantascienza, fantasy e del mistero. Il suo stile si contraddistingue per l’uso dello humor e per la sua maestria nei racconti brevi e brevissimi – possono variare da 1 a 3 pagine – caratterizzati da una trama ingegnosa e finali spiazzanti.


Non è da meno il breve racconto che vi propongo, Voodoo*, pubblicato nella rivista Beyond Fantasy Fiction, (settembre 1954).

Protagonista una coppia di coniugi alle prese con un divorzio problematico, dove nessuno dei due vuole cedere niente all’altro e, tra magia nera e scetticismo, si giocheranno il tutto per tutto in una partita a dadi con la morte.


Voodoo

di

Fredric Brown





La moglie di Mr. Decker era appena tornata da un viaggio ad Haiti – un viaggio che aveva fatto da sola – per concedersi un periodo di riflessione e darsi una calmata prima di discutere del loro divorzio.

Non aveva funzionato. Nessuno dei due si era minimamente calmato. Infatti, scoprivano adesso di odiarsi l’un l’altro più che mai.

Metà,” disse Mrs. Decker con decisione. “Non ho intenzione di accordarmi per niente meno della metà del denaro più la metà della proprietà.”

Ridicolo!” disse Mr. Decker.

Davvero? Potrei avere tutto, lo sai. E anche abbastanza facilmente. Mentre ero ad Haiti ho studiato il voodoo.”

Stupidaggini!” disse Mr. Decker.

Non è vero. E dovresti essere felice che io sia una brava persona, perché potrei ucciderti molto facilmente, se volessi. Allora avrei tutto il denaro e tutta la proprietà, e senza temere conseguenze. Non è possibile distinguere una morte causata dal voodoo da un collasso cardiaco.”

Idiozie!” disse Mr. Decker.

La pensi così? Ho con me della cera e uno spillone. Dammi qualcuno dei tuoi capelli o un paio di unghie tagliate – è tutto ciò di cui ho bisogno – e te lo dimostrerò.”

Sciocchezze!” disse Mr. Decker.

Allora perché hai paura a farmici provare? Dal momento che io so che funziona, ti faccio una proposta. Se non ti ucciderà, ti concederò il divorzio senza chiedere niente. Se ti ucciderà, mi prenderò tutto automaticamente.”

D’accordo!” disse Mr. Decker. “Prendi cera e spillone.” Si guardò le unghie. “Troppo corte. Ti darò un po’ di capelli.”

Quando tornò con qualche capello corto nel coperchio della scatola di aspirina, Mrs. Decker aveva già iniziato ad ammorbidire la cera. Ci impastò dentro i capelli e poi gli diede la forma approssimativa di un essere umano.

Te ne pentirai,” disse e infilò lo spillone nel petto della figura di cera.

Mr. Decker rimase sorpreso, ma era più soddisfatto che deluso. Non aveva mai creduto nel voodoo, ma essendo un uomo prudente, non aveva mai corso rischi.

Inoltre, lo aveva sempre irritato il fatto che sua moglie pulisse così di rado la spazzola per i capelli.



FINE



*Voodoo è una forma di religione che include la magia e che viene praticata nelle Indie occidentali, in particolare ad Haiti, associata ad incantesimi e stregonerie. Il termine viene anche usato come aggettivo per indicare l’inefficace soluzione ad un problema, per es.: Voodoo economics, cioè una teoria economica campata in aria.



sabato 12 febbraio 2022

La finestra aperta - Saki

 

La finestra sul giardino

 

La finestra aperta (TheOpen Window), un racconto breve di Saki, fu pubblicato nella collezione Beasts and Super-Beasts nel1914.

Saki è lo pseudonimo del giornalista e scrittore scozzese Hector Hugh Munro, o più semplicemente H. H. Munro (1870, Burma [odierno Myanmar]— 1916 in combattimento durante la prima guerra mondiale, in Francia ). Nei suoi racconti descrive la scena sociale Edoardiana (il breve regno di Edoardo VII – 1901-1910) con leggerezza, ironia e scoppiettanti invenzioni per mettere alla berlina le aspirazioni sociali, le cattive maniere e la stupidità della middle-class, non disdegnando di fare ricorso anche ad atmosfere horror.


Protagonista della storia è Vera, una compita signorinella di quindici anni, che facendo da anfitrione ad un nuovo visitatore della zia, metterà a frutto le sue doti di improvvisazione a danno di del malcapitato ospite, senza mai perdere il suo aplomb e la sua aria innocente. Il coup de theatre finale, lo stile conciso ed ironico e il tono alquanto sinistro, sono le note caratteristiche della narrativa di Saki.


Curiosità:


Munro era solito pubblicare i suoi articoli col suo nome, mentre per i suoi racconti usava lo pseudonimo ‘Saki,’ il cui significato resta incerto:

  • Saki” in Farsi significa ‘coppiere’, come nell’antico poema persiano The Rubayat of Omar Khayyam.

  • Saki è anche il nome di una scimmia del sud-America e le sue storie sono certamente altrettanto maliziose e scherzose. Entrambi appaiono nelle sue opere.


🎦Di questo racconto esiste anche una divertente video del 2004 (Dir: James Rogan / UK / 2004 Based on the short story 'The Open Window'- 11" circa )





La finestra aperta

di

Saki (H.H. Munro)




Mia zia scenderà tra poco, Mr. Nuttel,” disse una ben educata signorina di quindici anni, “nel frattempo dovrà cercare di sopportarmi.”

Framton Nuttel si sforzò di dire la cosa giusta per compiacere la nipote lì presente senza nulla togliere alla zia che stava per arrivare. Personalmente, dubitava più che mai che queste visite formali ad una serie di perfetti sconosciuti avrebbero giovato molto alla cura per i nervi a cui doveva sottoporsi.

So già come andrà,” gli aveva detto sua sorella quando si stava preparando per migrare nel suo ritiro di campagna; “ti seppellirai laggiù e non parlerai ad anima viva e i tuoi nervi staranno peggio che mai per la malinconia. Ho deciso di darti delle lettere di presentazione per tutte le persone che conosco laggiù. Alcuni di loro, per quel che ricordo, sono davvero simpatici.”

Framton si chiese se Mrs. Sappleton, la signora a cui avrebbe consegnato la lettera di presentazione apparteneva al girone dei simpatici.

Conosce molta gente da queste parti?” chiese la nipote, quando ritenne che quella silenziosa intimità fosse durata abbastanza.

Nemmeno un’anima,” disse Framton. “Deve sapere che mia sorella ha soggiornato qui, nella casa parrocchiale, alcuni anni fa e mi ha dato delle lettere di presentazione per alcune persone del posto.”

Pronunciò quest’ultima frase con un tono di palese rincrescimento.

Quindi lei praticamente non sa nulla di mia zia?” continuò la beneducata signorina.

Soltanto il nome e l’indirizzo,” ammise il visitatore. Si chiedeva se Mrs. Sappleton fosse maritata oppure vedova. C’era qualcosa di indefinibile in quella stanza che sembrava suggerire una presenza maschile.

La sua grande tragedia accadde proprio tre anni fa,” disse la ragazza, “cioè dopo il soggiorno di sua sorella.”

La sua tragedia?” chiese Framton, per qualche ragione, le tragedie sembravano fuori luogo in quel tranquillo posto di campagna.

Forse si chiederà perché teniamo spalancata quella finestra in un pomeriggio di ottobre,” disse la nipote, indicando un’ampia porta finestra che si affacciava su di un prato.

E’ abbastanza caldo per questo periodo dell’anno,” disse Framton, “ma quella finestra ha qualcosa a che fare con quella tragedia?”

Attraverso quella finestra, esattamente tre anni fa, suo marito e i suoi due giovani fratelli uscirono per la loro giornata di caccia. Non tornarono mai più. Nell’attraversare la brughiera verso il loro solito terreno di caccia ai beccaccini, tutti e tre furono inghiottiti da un infido tratto di paludi. Successe durante quella terribile estate piovosa, deve sapere, e luoghi che erano sicuri negli anni precedenti, cedettero improvvisamente, senza preavviso. I loro corpi non furono mai ritrovati. E questa è la parte peggiore.”

Qui, la voce della ragazza perse il suo tono sicuro e divenne umanamente incerta. 

La povera zia pensa sempre che un giorno ritorneranno, insieme al piccolo spaniel marrone, che andò perso insieme a loro, e che entreranno da quella finestra proprio come erano soliti fare. Questo è il motivo per cui la finestra rimane aperta finché è quasi buio. Povera cara zia, mi racconta spesso di come andarono via: il marito con il suo impermeabile bianco sul braccio e Ronnie, il suo fratello più giovane, canticchiando ‘Bertie, perché saltellii?’ come faceva di solito per stuzzicarla, perché lei diceva che le dava ai nervi. Lo sa, a volte, durante le sere calme e tranquille come questa, ho quasi la terribile sensazione che ritorneranno tutti attraverso quella finestra...”

Si interruppe rabbrividendo. Fu un sollievo per Framton quando la zia irruppe nella stanza con un turbinio di scuse per essersi presentata in ritardo.

Spero che Vera l’abbia intrattenuta,” disse.

E’ stata molto interessante,” disse Framton.

Spero che non le dia fastidio la finestra aperta,” disse Mrs. Sapleton vivacemente.

Mio marito e i miei fratelli saranno presto di ritorno dalla caccia, ed entrano sempre da lì. Oggi sono stati a caccia di beccaccini nelle paludi, così combineranno dei bei disastri sui miei poveri tappeti. Come fate di solito voi uomini, non è vero?”

Continuò a cianciare allegramente della caccia e della scarsità di uccelli e della prospettiva di anatre in inverno.

Per Framton era tutto assolutamente orribile. Fece uno sforzo disperato, ma riuscito solo in parte, di spostare il discorso su un argomento meno spaventoso: si rese conto che la sua ospite gli stava prestando solo una minima parte della sua attenzione e che i suoi occhi vagavano costantemente alle sue spalle, verso la finestra aperta ed il prato all’esterno. Aver fatto la sua visita in questo tragico anniversario era certamente una sfortunata coincidenza.

I dottori sono concordi nell’ordinarmi assoluto riposo, niente eccitazione mentale o qualsiasi forma di esercizio fisico violento,” annunciò Framton, che era vittima di un’errata convinzione relativamente diffusa secondo cui perfetti sconosciuti e conoscenze occasionali siano interessati ai minime dettagli degli altrui disturbi e malattie, le loro cause e le loro cure. “Riguardo alla dieta, non sono altrettanto concordi.”

No?” dise Mrs. Sappleton, con una voce che soffocò solo all’ultimo istante uno sbadiglio. Poi, improvvisamente, la sua attenzione si accese, ma non per quello che stava dicendo Framton.

Eccoli, finalmente!” gridò. “Appena in tempo per il tè, e sembra proprio che siamo coperti di fango fino agli occhi!”

Framton rabbrividì leggermente e si girò verso la nipote con uno sguardo che intendeva comunicare la sua solidale comprensione. La ragazza stava guardando oltre la finestra aperta con gli occhi colmi di stupefatto orrore. Raggelato da un indescrivibile terrore, Framton si girò sulla sedia e guardò nella stessa direzione.

 

Nel buio sempre più fitto del crepuscolo, tre figure camminavano attraverso il prato verso la finestra, tutti avevano un fucile sotto il braccio e uno di loro portava il fardello aggiuntivo di un soprabito bianco appoggiato sulle spalle. Uno sfinito spaniel marrone li seguiva immediatamente. Si avvicinavano alla casa silenziosamente poi, nell’oscurità una giovane voce roca intonò una canzoncina: “Dimmi, Bertie, perché saltelli?”

Framton afferrò con furia il suo bastone e il cappello; la porta principale, il sentiero di ghiaia e il cancello esterno furono le tappe a mala pena notate della sua ritirata a capofitto. Un ciclista che veniva lungo la strada dovette infilarsi nella siepe per evitare un’imminente collisione.

Eccoci qui, mia cara,” disse il cacciatore con l’impermeabile bianco, entrando dalla finestra, “piuttosto inzaccherati, ma il fango è quasi tutto asciutto. Chi era quello che si è fiondato fuori mentre arrivavamo?”

Un uomo davvero incredibile, un certo Mr. Nuttel,” disse Mrs. Sappleton; “è stato capace di parlare solo dei suoi malanni, ed è corso via senza una parola di comiato o di scuse quando siete arrivati. Quasi avesse visto un fantasma.”

Credo che sia stato a causa dello spaniel,” disse la nipote con calma; “mi ha detto di avere orrore dei cani. Una volta, da qualche parte sulle rive del Gange, fu inseguito fin dentro un cimitero da un branco di cani randagi e dovette trascorrere la notte in una tomba appena scavata con quelle creature che ghignavano e guaivano e sbavavano proprio sopra di lui. Ce n’è abbastanza da fare ammalare di nervi chiunque.”

Improvvisare storie fantasioseii era la sua specialità.



FINE



i Queste parole sono un verso della canzoneBertie The Bounder” tratto dal musical Our Miss Gibbs. Il verbo to bound, altre al significato letterale, saltare, nell’inglese dell’epoca alludeva anche a quel tipo d’uomo che ‘salta’ da una donna all’altra, proprio come Bertie, nomignolo di Edoardo VII, il cui primo nome era Albert, e che era ben noto per il suo debole per la belle donne. Il link dà accesso alla registrazione sonora e al testo della canzone.

ii Nel testo viene usato il termine ‘romance’. In questo caso è usato con il suo significato assunto in età romantica "di natura fantasiosa e avventurosa" registrato per la prima volta nel1801. Il termine è un prestito dal francese medievale romanz "narrativa in versi" (Modern French roman), o anche "lingua volgare," dal latino volgare *romanice scribere “scrivere in lingua romanza," tipica dei poemi cavallereschi del medioevo e del rinascimento.

Dopo il 1660 il significato letterale fu esteso a ‘storia d’amore’ e alla letteratura romantica.