giovedì 30 maggio 2013

La casa del giudice


Il re dei ratti



Abraham “Bram” Stoker (Dublino 1847 – Londra 1912) è considerato fra i maggiori esponenti del gotico vittoriano.
Dopo un’infanzia segnata da gravi malattie che lo costringono a trascorrere a letto i primi sei anni della sua vita, guarisce improvvisamente in un modo che i medici definiscono miracoloso. Fu durante questi anni che sviluppò il suo amore per la lettura e per il folclore gaelico, popolato da figure vampiresche come le
Leannansidhe. Si laureò a pieni voti in matematica al Trinity College di Dublino e vinse il campionato di atletica all'università. Conobbe anche Oscar Wilde e fu assiduo frequentatore della sua casa a Merrion Square. Nel 1877 lasciò il suo lavoro di impiegato presso il Dublin Castle per diventare l'impresario dell'attore Henry Irving. Nel 1878 sposò Florence Balcombe, raffinata bellezza preraffaellita, già amata da Oscar Wilde. Intanto scrive racconti neo gotici, anche per arrotondare i magri introiti. Nel 1897 pubblicò Dracula (primo titolo The Dead Undead). La stesura del suo capolavoro durò sette anni. Per documentarsi, lo scrittore prese fiumi di appunti sul folclore locale delle varie regioni inglesi, ma l'incontro più importante fu quello con lo studioso ungherese Arminius Vambery, che consigliò a Stoker quali testi leggere sulla figura storica di Vlad Tapes, detto Dracul (figlio del drago o del diavolo), a cui attingerà per creare il suo personaggio. La figura del vampiro aveva già fatto il suo ingresso nella letteratura inglese nel 1819, anno della pubblicazione de Il Vampiro di John Polidori, medico personale di Lord Byron che sarà anche il modello di questo primo vampiro dal fascino fatale ma molto mondano, e che stabilisce l'archetipo del vampiro come metafora di quella seduzione sessuale di cui sarebbe stato impossibile parlare apertamente a causa dell'ipocrita morale del tempo. Meno raffinato ma di gran successo fu il romanzo popolare di autore incerto Varny il vampiro (1847), un penny dreadful, venduto a puntate nelle strade di Londra, al prezzo di un penny, appunto. Questo vampiro ha molte delle caratteristiche del futuro Dracula: denti aguzzi, di cui lascia i segni sul collo delle sue vittime, una forza sovrumana, la capacità di ipnotizzare, un'inestinguibile sete di sangue. Ma l'autore che ha maggiormente influenzato Stoker è un altro illustre irlandese, Sheridan Le Fanu, che nel 1872 pubblicò il racconto Carmilla (In a Glass Darkly,1872), ambientato in Austria, che ha come protagonista una misteriosa vampira e il suo potere di seduzione su fanciulle giovani e innocenti. Grazie al successo dei suoi romanzi e racconti, Stoker presto può dedicarsi esclusivamente alla letteratura e compiere lunghi viaggi per il mondo. Muore a Londra nel 1912.


La casa del giudice (The Judge’s house) è pubblicato per la prima volta nel 1891 nella rivista Illustrated Sporting and Dramatic News. Nel 1914, viene pubblicato postumo nella raccolta Dracula's Guest And Other Weird Stories.

Il racconto narra la storia di Malcom Malcomson, uno studente di matematica dell'università di Cambridge che, in cerca di tranquillità per prepararsi all'esame di laurea, si reca in una sonnolenta cittadina scelta a caso sull'orario ferroviario. Ma nemmeno la quiete della locanda del posto è abbastanza per lui, così, andando a zonzo nei dintorni del paese, viene attratto da una vetusta dimora ormai disabitata, sorella minore dei terrificanti castelli gotici di Walpole o Mrs. Radcliff, con mura spesse come una fortezza e una campana d’allarme sul tetto. L'agente immobiliare è fin troppo felice di affittargliela, anche per sfatare le non meglio specificate 'voci' che girano sulla vecchia casa. Quando il giovane dice alla padrona della locanda dove andrà a stabilirsi, la donna ha una reazione allarmata, ma non riesce a dire cosa esattamente c'è che non va in quel luogo che tutti chiamano 'la casa del giudice' perché appartenuta, qualche secolo prima, a un giudice spietato e vendicativo, che godeva nel dispensare a pioggia condanne a morte e nel presenziare alle esecuzioni. Il giovane, forte del suo sapere scientifico, si fa burla di queste paure irrazionali, e si stabilisce nella grande sala da pranzo della casa. Intanto i topi, antichi abitatori della casa, abituatisi alla presenza dello studente, riprendono a scorrazzare nella soffitta e dietro i pannelli di legno che rivestono la sala. Il giovane, divertito più che spaventato, va in giro per la stanza in cerca delle tane dei topi, che sembrano abitare ogni crepa di quelle vecchie mura. Due cose, comunque, attirano la sua attenzione, i quadri appesi alle pareti ormai così anneriti da essere indistinguibili e la lunga corda della campana di allarme che pende dal soffitto, proprio vicino ad un'antica seggiola di legno intagliato accanto al focolare. Ed è proprio su quella seggiola che, preannunciato da un improvviso silenzio, scenderà, calandosi lungo la corda della campana, un enorme ratto dagli occhi malevoli, che fugge solo quando il giovane lo minaccia con lo spiedo e sparisce in un buco nel quadro che, dopo essere stato ripulito dalla fuliggine, risulta essere il ritratto del defunto giudice, seduto sulla vecchia seggiola di legno accanto al focolare, con la corda della campana dietro e lo stesso sguardo malefico di quello che sembra essere la sua reincarnazione topesca.








LA CASA DEL GIUDICE (1891)
DI
BRAM STOKER







Quando la data del suo esame si avvicinò, Malcolm Malcolmson decise di andare a studiare da qualche parte da solo. Temeva allo stesso modo sia le distrazioni del mare che il completo isolamento della campagna, perché un tempo ne aveva conosciuto le attrattive, così decise di trovare una piccola città senza pretese, dove non ci fosse nulla che lo distraesse. Si trattenne dal chiedere suggerimenti a qualcuno dei suoi amici, perché arguiva che ciascuno gli avrebbe raccomandato un posto che aveva già frequentato e dove aveva delle conoscenze. Dal momento che Malcolmson desiderava evitare gli amici, non aveva alcuna intenzione di sobbarcarsi le attenzioni degli amici degli amici, così decise di andare a cercarsi un posto per conto suo. Riempì una valigia con alcuni abiti e tutti i libri che gli servivano, quindi prese un biglietto per la prima località dell'orario ferroviario che non conoscesse.