Aspettando Mr.
Hyde...
Thrawn Janet fu scritto da Stevenson di ritorno nelle Higlands scozzesi
dopo il suo sfortunato soggiorno a Davos, in Svizzera, dove si era
recato nella vana speranza di ritrovare sollievo alla tubercolosi
che lo affliggeva fin dall'infanzia. Tra il 1881 e il 1882, per
sfuggire alla malinconia della malattia e influenzato dai pittoreschi
e desolati paesaggi scozzesi, scriverà tre racconti “abbastanza
orridi da far gelare il sangue ad un granatiere,” Thrawn Janet,
appunto, The
Body-Snatcher (Il ladro di
cadaveri) e The Merry Men (Gli
allegri compari), che
saranno pubblicati in un unico volume nel 1887, un anno dopo la
pubblicazione di The Strange Case of Dr. Jekyll and Mr.
Hyde.
Il
racconto, calato nel paesaggio naturale e morale della Scozia del
diciottesimo secolo, narra della possessione demoniaca della vecchia
perpetua – la Janet del titolo – di Mourdock Soulis, il giovane e
inesperto ministro della piccola parrocchia di Balweary (area
amministrativa di Fife, non lontano da Kirkcaldy).
La
struttura narrativa e il linguaggio sono piuttosto complessi e
interconnessi. La parte introduttiva, o cornice, è narrata in lingua
inglese da un narratore extradiegetico, mentre il racconto vero e
proprio è narrato in scozzese, in prima persona, in forma di
flashback. Diversi sono i punti di vista; il narratore esterno
presenta il protagonista, Mr. Soulis, così come lo vediamo oggi:
ieratico e terrificante nei suoi attacchi contro il demonio durante
la messa domenicale, immerso in un mondo di protestantesimo
presbiteriano ossessionato dall'eterna lotta tra il bene e il male.
Il narratore interno, che rappresenta il punto di vista della piccola
comunità, riferisce fatti successi cinquanta anni prima; sullo
sfondo c'è la lotta tra la parte più integralista della chiesa
presbiteriana, gli Evangelici, e la parte più incline al compromesso
con il potere centrale, i Moderati. I fatti narrati sono così
spaventosi, che egli trova il coraggio di parlarne solo dopo il terzo
boccale di birra, cosa che lo rende un narratore non affidabile,
lasciando il lettore in bilico tra incredulità e orrore.
La traduzione, naturalmente, non riesce a rendere il colore e il
ritmo del dialetto, basato su particolari strutture sintattiche,
onomatopee e perifrasi spesso intraducibili, tuttavia, questo
racconto conserva intatta, anche nella traduzione, la sua capacità
di coinvolgere e trascinare il lettore e sembra anticipare una delle
tematiche più care a Stevenson, quella del doppio, o meglio,
dell'ombra. Quell'uomo nero, che Mr. Soulis incontra in un infuocato
giorno d'estate nel piccolo cimitero papista, non è forse la
proiezione della sua stessa persona e del suo Io più segreto?
Janet la storta
di
Robert
Louis Stevenson
Credulity, Superstition and Fanaticism
William Hogarth (1697-1764)
Il reverendo Murdoch Soulis fu a lungo ministro
della parrocchia di Balweary nella brughiera della valle del Dule.
Un vecchio dal volto severo e triste, che incuteva timore ai suoi
ascoltatori, visse gli ultimi anni della sua vita, senza parenti né
servi o altra compagnia, nel piccolo e solitario presbiterio sotto lo
Hanging Show. A dispetto della ferma compostezza dei suoi lineamenti,
lo sguardo era agitato, spaventato e incerto, così che, quando egli
si soffermava, in confessione, sul futuro dell'uomo impenitente,
sembrava che i suoi occhi penetrassero attraverso le tempeste del
tempo e i terrori dell'eternità. Molti giovani che venivano a
prepararsi per la Prima Comunione rimanevano terribilmente turbati
dai suoi discorsi.
La prima domenica dopo ogni 17 di agosto, egli
teneva un sermone sull'ottavo versetto della prima epistola di San
Pietro “Il diavolo, come un leone ruggentei,”
e ogni volta superava sé stesso, sia per la natura spaventosa
dell'argomento e sia per il terrore che i suoi modi di fare
suscitavano dal pulpito.I bambini avevano attacchi di paura, mentre i
vecchi sembravano più che mai degli
oracoli ed erano, per tutto il giorno, pieni di quelle allusioni che
Amleto deprecavaii.
Proprio al principio del ministero di Mr. Soulis lo stesso
presbiterio veniva evitato da tutti coloro che si consideravano
persone prudenti; esso si trovava presso le acque del Dule,
circondato da fitti alberi, con lo Hanging Shaw che lo sovrastava da
un lato mentre sull'altro lato fredde colline coperte dalla
brughiera si innalzavano verso il cielo; gli onest'uomini che
sedevano nella birreria del villaggio scuotevano la testa tutti
insieme al pensiero di passare vicino a quel luogo inquietante. C'era
un posto in particolare, per essere più precisi, che era guardato
con grande timore. Il presbiterio era tra la strada principale e il
fiume, con un abbaino su ogni lato, il retro era nella direzione del
villaggio di Balweary, che distava quasi mezzo miglio; sul davanti
uno spoglio giardino, delimitato dai rovi, occupava la terra tra il
fiume e la strada. La casa aveva due piani e su ciascuno c'erano due
grandi camere. Non si usciva direttamente sul giardino, ma su un
sentiero acciottolato che, da un lato, conduceva alla strada
principale, dall'altro, era chiuso da alti salici e sambuchi che
fiancheggiavano il fiume. Ed era proprio questa parte del sentiero
che godeva di una così pessima reputazione tra i giovani della
parrocchia di Balweary. Il ministro vi passeggiava spesso dopo il
tramonto, a volte gemendo mentre pregava silenziosamente; quando non
era a casa e la porta del presbiterio era chiusa, i ragazzini più
coraggiosi, con il cuore gli batteva forte, si avventuravano in quel
luogo leggendario per giocare a “segui il capoiii.”