mercoledì 21 marzo 2012

Janet la storta


Aspettando Mr. Hyde...

Thrawn Janet fu scritto da Stevenson di ritorno nelle Higlands scozzesi dopo il suo sfortunato soggiorno a Davos, in Svizzera, dove si era recato nella vana speranza di ritrovare sollievo alla tubercolosi che lo affliggeva fin dall'infanzia. Tra il 1881 e il 1882, per sfuggire alla malinconia della malattia e influenzato dai pittoreschi e desolati paesaggi scozzesi, scriverà tre racconti “abbastanza orridi da far gelare il sangue ad un granatiere,” Thrawn Janet, appunto, The Body-Snatcher (Il ladro di cadaveri) e The Merry Men (Gli allegri compari), che saranno pubblicati in un unico volume nel 1887, un anno dopo la pubblicazione di The Strange Case of Dr. Jekyll and Mr. Hyde.
Il racconto, calato nel paesaggio naturale e morale della Scozia del diciottesimo secolo, narra della possessione demoniaca della vecchia perpetua – la Janet del titolo – di Mourdock Soulis, il giovane e inesperto ministro della piccola parrocchia di Balweary (area amministrativa di Fife, non lontano da Kirkcaldy).
La struttura narrativa e il linguaggio sono piuttosto complessi e interconnessi. La parte introduttiva, o cornice, è narrata in lingua inglese da un narratore extradiegetico, mentre il racconto vero e proprio è narrato in scozzese, in prima persona, in forma di flashback. Diversi sono i punti di vista; il narratore esterno presenta il protagonista, Mr. Soulis, così come lo vediamo oggi: ieratico e terrificante nei suoi attacchi contro il demonio durante la messa domenicale, immerso in un mondo di protestantesimo presbiteriano ossessionato dall'eterna lotta tra il bene e il male. Il narratore interno, che rappresenta il punto di vista della piccola comunità, riferisce fatti successi cinquanta anni prima; sullo sfondo c'è la lotta tra la parte più integralista della chiesa presbiteriana, gli Evangelici, e la parte più incline al compromesso con il potere centrale, i Moderati. I fatti narrati sono così spaventosi, che egli trova il coraggio di parlarne solo dopo il terzo boccale di birra, cosa che lo rende un narratore non affidabile, lasciando il lettore in bilico tra incredulità e orrore. La traduzione, naturalmente, non riesce a rendere il colore e il ritmo del dialetto, basato su particolari strutture sintattiche, onomatopee e perifrasi spesso intraducibili, tuttavia, questo racconto conserva intatta, anche nella traduzione, la sua capacità di coinvolgere e trascinare il lettore e sembra anticipare una delle tematiche più care a Stevenson, quella del doppio, o meglio, dell'ombra. Quell'uomo nero, che Mr. Soulis incontra in un infuocato giorno d'estate nel piccolo cimitero papista, non è forse la proiezione della sua stessa persona e del suo Io più segreto?


Janet la storta
di 
Robert Louis Stevenson


Credulity, Superstition and Fanaticism
William Hogarth (1697-1764)


Il reverendo Murdoch Soulis fu a lungo ministro della parrocchia di Balweary nella brughiera della valle del Dule. Un vecchio dal volto severo e triste, che incuteva timore ai suoi ascoltatori, visse gli ultimi anni della sua vita, senza parenti né servi o altra compagnia, nel piccolo e solitario presbiterio sotto lo Hanging Show. A dispetto della ferma compostezza dei suoi lineamenti, lo sguardo era agitato, spaventato e incerto, così che, quando egli si soffermava, in confessione, sul futuro dell'uomo impenitente, sembrava che i suoi occhi penetrassero attraverso le tempeste del tempo e i terrori dell'eternità. Molti giovani che venivano a prepararsi per la Prima Comunione rimanevano terribilmente turbati dai suoi discorsi.
La prima domenica dopo ogni 17 di agosto, egli teneva un sermone sull'ottavo versetto della prima epistola di San Pietro “Il diavolo, come un leone ruggentei,” e ogni volta superava sé stesso, sia per la natura spaventosa dell'argomento e sia per il terrore che i suoi modi di fare suscitavano dal pulpito.I bambini avevano attacchi di paura, mentre i vecchi sembravano più che mai degli oracoli ed erano, per tutto il giorno, pieni di quelle allusioni che Amleto deprecavaii. Proprio al principio del ministero di Mr. Soulis lo stesso presbiterio veniva evitato da tutti coloro che si consideravano persone prudenti; esso si trovava presso le acque del Dule, circondato da fitti alberi, con lo Hanging Shaw che lo sovrastava da un lato mentre sull'altro lato fredde colline coperte dalla brughiera si innalzavano verso il cielo; gli onest'uomini che sedevano nella birreria del villaggio scuotevano la testa tutti insieme al pensiero di passare vicino a quel luogo inquietante. C'era un posto in particolare, per essere più precisi, che era guardato con grande timore. Il presbiterio era tra la strada principale e il fiume, con un abbaino su ogni lato, il retro era nella direzione del villaggio di Balweary, che distava quasi mezzo miglio; sul davanti uno spoglio giardino, delimitato dai rovi, occupava la terra tra il fiume e la strada. La casa aveva due piani e su ciascuno c'erano due grandi camere. Non si usciva direttamente sul giardino, ma su un sentiero acciottolato che, da un lato, conduceva alla strada principale, dall'altro, era chiuso da alti salici e sambuchi che fiancheggiavano il fiume. Ed era proprio questa parte del sentiero che godeva di una così pessima reputazione tra i giovani della parrocchia di Balweary. Il ministro vi passeggiava spesso dopo il tramonto, a volte gemendo mentre pregava silenziosamente; quando non era a casa e la porta del presbiterio era chiusa, i ragazzini più coraggiosi, con il cuore gli batteva forte, si avventuravano in quel luogo leggendario per giocare a “segui il capoiii.”