mercoledì 21 marzo 2012

Janet la storta


Aspettando Mr. Hyde...

Thrawn Janet fu scritto da Stevenson di ritorno nelle Higlands scozzesi dopo il suo sfortunato soggiorno a Davos, in Svizzera, dove si era recato nella vana speranza di ritrovare sollievo alla tubercolosi che lo affliggeva fin dall'infanzia. Tra il 1881 e il 1882, per sfuggire alla malinconia della malattia e influenzato dai pittoreschi e desolati paesaggi scozzesi, scriverà tre racconti “abbastanza orridi da far gelare il sangue ad un granatiere,” Thrawn Janet, appunto, The Body-Snatcher (Il ladro di cadaveri) e The Merry Men (Gli allegri compari), che saranno pubblicati in un unico volume nel 1887, un anno dopo la pubblicazione di The Strange Case of Dr. Jekyll and Mr. Hyde.
Il racconto, calato nel paesaggio naturale e morale della Scozia del diciottesimo secolo, narra della possessione demoniaca della vecchia perpetua – la Janet del titolo – di Mourdock Soulis, il giovane e inesperto ministro della piccola parrocchia di Balweary (area amministrativa di Fife, non lontano da Kirkcaldy).
La struttura narrativa e il linguaggio sono piuttosto complessi e interconnessi. La parte introduttiva, o cornice, è narrata in lingua inglese da un narratore extradiegetico, mentre il racconto vero e proprio è narrato in scozzese, in prima persona, in forma di flashback. Diversi sono i punti di vista; il narratore esterno presenta il protagonista, Mr. Soulis, così come lo vediamo oggi: ieratico e terrificante nei suoi attacchi contro il demonio durante la messa domenicale, immerso in un mondo di protestantesimo presbiteriano ossessionato dall'eterna lotta tra il bene e il male. Il narratore interno, che rappresenta il punto di vista della piccola comunità, riferisce fatti successi cinquanta anni prima; sullo sfondo c'è la lotta tra la parte più integralista della chiesa presbiteriana, gli Evangelici, e la parte più incline al compromesso con il potere centrale, i Moderati. I fatti narrati sono così spaventosi, che egli trova il coraggio di parlarne solo dopo il terzo boccale di birra, cosa che lo rende un narratore non affidabile, lasciando il lettore in bilico tra incredulità e orrore. La traduzione, naturalmente, non riesce a rendere il colore e il ritmo del dialetto, basato su particolari strutture sintattiche, onomatopee e perifrasi spesso intraducibili, tuttavia, questo racconto conserva intatta, anche nella traduzione, la sua capacità di coinvolgere e trascinare il lettore e sembra anticipare una delle tematiche più care a Stevenson, quella del doppio, o meglio, dell'ombra. Quell'uomo nero, che Mr. Soulis incontra in un infuocato giorno d'estate nel piccolo cimitero papista, non è forse la proiezione della sua stessa persona e del suo Io più segreto?


Janet la storta
di 
Robert Louis Stevenson


Credulity, Superstition and Fanaticism
William Hogarth (1697-1764)


Il reverendo Murdoch Soulis fu a lungo ministro della parrocchia di Balweary nella brughiera della valle del Dule. Un vecchio dal volto severo e triste, che incuteva timore ai suoi ascoltatori, visse gli ultimi anni della sua vita, senza parenti né servi o altra compagnia, nel piccolo e solitario presbiterio sotto lo Hanging Show. A dispetto della ferma compostezza dei suoi lineamenti, lo sguardo era agitato, spaventato e incerto, così che, quando egli si soffermava, in confessione, sul futuro dell'uomo impenitente, sembrava che i suoi occhi penetrassero attraverso le tempeste del tempo e i terrori dell'eternità. Molti giovani che venivano a prepararsi per la Prima Comunione rimanevano terribilmente turbati dai suoi discorsi.
La prima domenica dopo ogni 17 di agosto, egli teneva un sermone sull'ottavo versetto della prima epistola di San Pietro “Il diavolo, come un leone ruggentei,” e ogni volta superava sé stesso, sia per la natura spaventosa dell'argomento e sia per il terrore che i suoi modi di fare suscitavano dal pulpito.I bambini avevano attacchi di paura, mentre i vecchi sembravano più che mai degli oracoli ed erano, per tutto il giorno, pieni di quelle allusioni che Amleto deprecavaii. Proprio al principio del ministero di Mr. Soulis lo stesso presbiterio veniva evitato da tutti coloro che si consideravano persone prudenti; esso si trovava presso le acque del Dule, circondato da fitti alberi, con lo Hanging Shaw che lo sovrastava da un lato mentre sull'altro lato fredde colline coperte dalla brughiera si innalzavano verso il cielo; gli onest'uomini che sedevano nella birreria del villaggio scuotevano la testa tutti insieme al pensiero di passare vicino a quel luogo inquietante. C'era un posto in particolare, per essere più precisi, che era guardato con grande timore. Il presbiterio era tra la strada principale e il fiume, con un abbaino su ogni lato, il retro era nella direzione del villaggio di Balweary, che distava quasi mezzo miglio; sul davanti uno spoglio giardino, delimitato dai rovi, occupava la terra tra il fiume e la strada. La casa aveva due piani e su ciascuno c'erano due grandi camere. Non si usciva direttamente sul giardino, ma su un sentiero acciottolato che, da un lato, conduceva alla strada principale, dall'altro, era chiuso da alti salici e sambuchi che fiancheggiavano il fiume. Ed era proprio questa parte del sentiero che godeva di una così pessima reputazione tra i giovani della parrocchia di Balweary. Il ministro vi passeggiava spesso dopo il tramonto, a volte gemendo mentre pregava silenziosamente; quando non era a casa e la porta del presbiterio era chiusa, i ragazzini più coraggiosi, con il cuore gli batteva forte, si avventuravano in quel luogo leggendario per giocare a “segui il capoiii.” 


  Il carro
John Constable, 1821

Questa atmosfera di terrore che circondava, di fatto, un uomo di Dio dalla condotta immacolata e di rigorosa ortodossia, era frequente causa di meraviglia e oggetto di curiosità per i pochi stranieri che erano portati dal caso o dagli affari in quel luogo sconosciuto e fuori mano. Ma perfino molti parrocchiani ignoravano gli strani eventi che avevano segnato il primo anno del ministero di Mr. Soulis, mentre fra coloro che erano meglio informati, molti erano reticenti per natura, altri preferivano evitare simili argomenti. Solo ogni tanto, un anziano, arrivato al terzo boccale, trovava il coraggio per raccontare la causa dello strano aspetto del ministro e della sua vita solitaria.
Cinquanta anni fa, quando Mr. Soulis venne per la prima volta a Balweary, egli era ancora giovane – un ragazzo, diceva la gente - con la testa piena di libri e dotato di un bell'eloquio, ma, come era naturale in una persona così giovane, con nessuna vera esperienza in materia religiosa. I più giovani erano affascinati dalle sue qualità e dalla sua chiacchiera, ma le persone anziane, responsabili e serie, erano turbate al punto da pregare per quest' uomo, che essi consideravano un povero illuso, e per la parrocchia che sembrava così mal servita. Questo fu prima dei giorni dei Moderatiiv – che male l'incolga; ma le cose cattive sono come quelle buone: arrivano poco a poco, un granello alla volta; c'era perfino gente che diceva che il Signore aveva abbandonato a se stessi i professori del college, e che i ragazzi che andavano a studiare da loro avrebbero fatto meglio a rifugiarsi in una torbiera, come i loro antenati ai tempi delle persecuzione, con una bibbia sotto il braccio e una preghiera nel cuorev. Non c'era alcun dubbio, comunque, che Mr. Soulis era stato al college troppo a lungo. Egli era attento e preoccupato per tante cose oltre a quella veramente importante. Aveva con sé tanti libri, molti più di quanti se ne fossero mai visti prima in un presbiterio, lo stesso facchino aveva avuto molti problemi, infatti per poco non s'era impantanato con il suo carico nella palude del diavolo tra qui e Kilmackerlie. Erano libri di teologia, sicuramente, o perlomeno erano chiamati così, ma le persone sagge erano dell'opinione che non c'era bisogno di così tanti libri, quando tutta la parola di Dio poteva essere contenuta nella tasca di un mantello. Inoltre, egli trascorreva parte del giorno e della notte, cosa veramente disdicevole, a scrivere, nientemeno; dapprincipio la gente temeva che volesse leggere i suoi sermoni, ma poi si scoprì che stava scrivendo anche lui un libro, il che, sicuramente, non si adattava né alla sua giovane età né alla sua scarsa esperienzavi.
Comunque sia, gli successe di aver bisogno di una donna anziana e perbene, che tenesse in ordine il presbiterio e preparasse i suoi pasti: gli fu raccomandata una vecchia prostituta - Janet M'Clour, la chiamavano – ed egli si lasciò persuadere troppo facilmente, anche se molti lo sconsigliavano, perché Janet era una donna guardata con sospetto dalle brave persone di Balweary. Molto tempo prima, aveva avuto un bambino con un dragone e aveva continuato a vivere in quel modo per circa trenta anni; inoltre i ragazzini l'avevano vista borbottare al crepuscolo su per il sentiero delle vacche, ad un' ora ed in un luogo disdicevoli per una donna da bene. Comunque, il primo a parlare di Janet al ministro era stato il nostro liardvii in persona, e a quel tempo Mr. Soulis avrebbe fatto di tutto per compiacerlo. Quando la gente gli disse che Janet era imparentata con il diavolo, per lui questa era solo una superstizione; quando gli parlarono della la Bibbia e della strega di Endorviii, egli gli ricacciò tutto in gola dicendo che quei giorni erano passati e che il diavolo, grazie a Dio, era stato sconfitto.
Bene, quando nel villaggio si seppe che Janet M'Clour avrebbe fatto la serva al presbiterio, la gente diventò furiosa verso di lei e il ministro; alcune comari non trovarono niente di meglio da fare che andare alla sua porta e rinfacciarle quello che tutti sapevano di lei, dal bambino del dragoneix, alla due vacche di John Tamson. La donna di solito parlava poco, la gente la lasciava andare per la sua strada e lei faceva altrettanto, senza né buonasera né buon giorno, ma quando si ci metteva, aveva una lingua da assordare un mugnaio. Saltò su, e tirò fuori tutti i vecchi pettegolezzi del villaggio facendo inferocire le donne; non potevano dirgliene una che lei gliene ribatteva due, finché, alla fine, le comari la afferrarono, le strapparono i vestiti di dosso e la trascinarono giù per il villaggio fino alle acque del Dule per vedere se era una strega o no, se galleggiava o affogavax. La vecchia urlò tanto che la si poteva sentire fino allo Hanging Shaw, combattendo per dieci; molte di quelle comari portarono i segni delle sue unghie il giorno dopo e per molti altri giorni ancora, ma proprio nel mezzo della mischia, chi è che arriva (per sua dannazione) se non il nuovo ministro!
Donne,” disse (e aveva una gran bella voce), “In nome di Dio, vi ordino di lasciarla andare.”
Janet corse verso di lui – era completamente terrorizzata – gli si aggrappò addosso e lo pregò, per amor di Dio, di salvarla dalle comari; queste, da parte loro, gli dissero tutto quello che sapevano, forse anche qualcosa di più.
Donna, “ disse a Janet, “è vero tutto ciò?”
Davanti al Signore mio creatore,” disse lei, “non una sola parola, se non il bambino,” e aggiunse, “sono stata una donna perbene in gioventù.”
Vuoi tu,” disse Mr. Soulis, “in nome di Dio e davanti a me, Suo indegno ministro, rinunciare al diavolo e alle sue opere?”
Bene, pare che a questa domanda, la donna ebbe un sogghigno che spaventò a morte tutti quelli che la guardavano, e la si udì battere forte i denti, ma non c'era altra via d'uscita, Janet alzò le mani e rinunciò al diavolo davanti a tutti.
Adesso,” disse Mr. Soulis alle comari, “andate a casa, tutte quanti, e implorate il perdono di Dio.”
Diede il braccio a Janet, che aveva addosso niente altro che la camicia, e la riportò su al villaggio, a casa sua come una gran signora, mentre la donna gridava e rideva che era uno scandalo a sentirla.
Molte persone pie pregarono a lungo quella notte, ma quando venne il giorno cadde una tale paura su Balweary, che i bambini corsero a nascondersi e gli adulti spiavano da dietro le porte. Perché c'era Janet che attraversava il villaggio – o il suo fantasma – nessuno lo sa – con il collo storto e la testa piegata da un lato, come se fosse stata impiccata, con un ghigno sulla faccia come un cadavere non ricomposto. Un poco alla volta la gente si abituò a quello spettacolo e la interrogarono, perfino, per sapere cosa le fosse successo; ma da quel giorno in poi ella non poté più parlare come una qualunque cristiana, ma sbavava e serrava i denti come un paio di cesoie; da quel giorno in poi il nome di Dio non fu più pronunciato dalle sue labbra, per quanto ella si sforzasse. Quelli che sapevano di più parlavano di meno, ma nessuno diede a quella cosa il nome di Janet M'Clour; perché la vecchia Janet, secondo loro, era sprofondata all'inferno proprio quel giorno. Ma il ministro non li prese sul serio, egli predicò contro la crudeltà della gente che aveva causato alla povera donna un colpo apoplettico, rimproverò i bambini che la canzonavano e quella stessa notte se la portò al presbiterio e vissero nella stessa casa sotto lo Hanging Shaw.
Bene, il tempo passava, e le persone più superficiali incominciarono a prendere meno sul serio quella nera faccenda. Il ministro era ben considerato; egli scriveva sempre fino a tardi, e si poteva vedere la sua candela laggiù presso le acque del Dule ben oltre la mezzanotte; egli sembrava compiaciuto di sé e saccente crome prima, anche se dimagriva a vista d'occhio. Per quanto riguarda Janet, la si poteva vedere in giro per il villaggio e, se prima non parlava molto, ora aveva un buon motivo per parlare anche di meno; non dava fastidio a nessuno, ma era raccapricciante a vedersi e nessuno voleva avere a che fare con lei nella parrocchia di Balweary.
Verso la fine di luglio arrivò un'ondata di caldo come non ce n'era mai stata una nel paese; fu lunga, torrida e avvilente, il bestiame non aveva la forza di salire al pascolo su per la Black Hill, mentre i bambini erano troppo stanchi per giocare; era un tempo snervante, con folate di vento caldo, che passavano rombando attraverso la valle, e brevi scrosci di pioggia che non davano alcun sollievo. Tutti speravamo che con il nuovo giorno arrivasse il temporale, ma il giorno arrivava e passava e quel tempo eccezionale era sempre lo stesso, opprimente con gli uomini e le bestie. Fra tutti quelli che stavano peggio, nessuno soffriva come Mr. Soulis.
Egli confessò agli anziani che non riusciva né a mangiare né a dormire; quando non era impegnato a scrivere quel suo libro così estenuante, lo si poteva vedere vagare per il paese come se fosse posseduto, mentre tutti gli altri erano ben contenti di starsene al fresco dentro casa. Sopra lo Hanging Shaw, al riparo della Balck Hill, c'è un piccolo campo recintato da un muretto con un cancello di ferro per entrare; sembra che in passato fosse il cimitero di Balweary, consacrato dai papisti, prima che la benedetta luce risplendesse sul nostro regno. Era il posto favorito di Mr. Soulis, egli era solito sedere lì, in quel luogo riparato, a meditare i suoi sermoni. Un giorno, mentre risaliva il versante occidentale della Black Hill, vide dapprima due, poi quattro, infine sette corvi volteggiare sul vecchio cimitero. Essi volavano bassi e pesanti e, quando vi passavano sopra, si lanciavano lugubri strida l'un l'altro. Era chiaro a Mr. Soulis che qualcosa li aveva spinti a quello strano comportamento. 

  C. D. Friedrich, Il viaggiatore sopra il mare di nebbia, 1818

Non era uomo che si spaventasse facilmente: andò dritto al recinto, e chi vi trovò dentro se non un uomo, o la sembianza di un uomo, seduto su una tomba. Egli era alto, nero come l'inferno e aveva strani occhixi. Mr. Soulis aveva sentito parlare degli uomini neri, mote volte; ma in quest'uomo nero c'era qualcosa d'inconsueto che lo inquietava. Nonostante il caldo, fu preso da un brivido gelido fino al midollo delle ossa, ma parlò con voce chiara e disse: “Amico mio, non siete di queste parti, vero?” L'uomo nero non rispose una parola e cominciò ad andare via, come se strisciasse, verso la parte opposta del recinto, ma con lo sguardo fisso sul curato che a sua volta restava fermo a guardarlo, finché in un attimo l'uomo nero saltò il muro e corse al riparo degli alberi. Mr. Soulis, senza quasi saper perché, gli corse dietro, ma era troppo stanco a causa della passeggiata e del tempo caldo e malsano, e per quanto corresse, riuscì a solo a intravedere l'uomo nero tra le betulle, finché non ridiscese ai piedi della collina e lì lo rivide che attraversava a salti e balzi le acque del Dule in direzione del Presbiterio.
Mr. Soulis non fu per niente contento che quello spaventoso vagabondo girasse liberamente nella parrocchia di Balweary e corse ancora più forte attraverso il fume, bagnandosi le scarpe, e su per il sentiero, ma non c'era nessuno lì; andò in giardino, ma, di nuovo, nessun uomo nero. Uscì sulla strada principale; andò nel giardino, ma nessun uomo nero. Arrivato all'ingresso sul retro, un po' spaventato come era naturale, alzò il saliscendi ed entrò nel presbiterio: Janet M'Clour era proprio lì, davanti ai suoi occhi, con il suo collo storto e per niente contenta di vederlo. Come egli ebbe a ricordare sempre, appena mise gli occhi su di lei, sentì lo stesso brivido gelido.
Janet,” egli disse, “hai visto un uomo nero?”
Un uomo nero?” fece lei. “Dio ne scampi! Vi sbagliate, ministro. Non c'è alcun uomo nero a Balweary.”
La donna non parlava in modo chiaro, come potete capire, ma farfugliava, come un pony con il morso in bocca.
Allora,” disse, “Janet, se non c'era nessun uomo nero, ho parlato al diavolo un persona.”
Si sedette battendo i denti come se avesse la febbre.
Stupidaggini” disse Janet,”vergogna, ministro” e gli diede un goccio dell'acquavite che aveva sempre con lei.
Mr. Soulis ritornò nel suo studio tra i suoi libri. E' una camera ampia, bassa e buia, umida e fredda in inverno e non molto asciutta nemmeno in piena estate, perché il presbiterio è vicino al fiume.
Era così depresso e incominciò a pensar a tutto quello che gli era successo da quando era a Balweary, a casa sua, a quando era un ragazzo e correva felice lungo il fiume, ma l'uomo nero ritornava sempre nella sua testa come il ritornello di una canzone, non riusciva a cacciarlo dalla mente. Tentò di pregare, ma le parole non gli venivano, dicono che tentò di scrivere il suo libro, ma non ci riuscì. A volte gli sembrava che l'uomo nero fosse accanto a lui e allora gli scendeva addosso un sudore freddo come acqua di pozzo, c'erano momenti, invece, in cui ritornava in sé e non ricordava niente.
La conseguenza fu che egli andò alla finestra e incominciò a fissare le acque del Dule. Gli alberi erano stranamente fitti, e il fiume scorreva profondo e nero sotto il presbiterio, sulla riva c'era Janet che stava lavando i panni con la gonna tirata su. La donna volgeva la schiena al ministro, ed egli, da parte sua, non sapeva chi stesse guardando. Quando ella si girò e gli mostrò la faccia, Mr. Soulis ebbe un brivido ancora più freddo di quello che aveva avuto prima. Gli ritornò in mente quello che la gente diceva, che Janet era morta da tanto tempo e che nel suo corpo, freddo come il marmo, c'era uno spirito maligno. La vecchia stava pestando ben bene i panni canticchiando fra sé, ma, Dio ne scampi, era una faccia terribile a vedersi. Cominciò a cantare a voce più alta, ma nessun uomo o donna di questo mondo avrebbe potuto capire le parole della sua canzone, nel frattempo guardava giù di traverso, ma non c'era niente da vedere lì. Il ministro si sentì rivoltare in tutto il suo corpo, era certamente un avvertimento del Cielo. Ma Mr. Soulis subito si rimproverò, disse, di pensare così male di una povera vecchia donna sofferente che non aveva alcun amico all'infuori di lui; recitò una breve preghiera per tutti e due, bevve un po' di acqua fresca – perché lo stomaco gli si rivoltava all'idea di mangiare - e al tramonto andò nel suo nudo letto.
Quella notte non sarebbe mai stata dimentica a Balweary, la notte del diciassette agosto 1712. Era stata una stagione torrida, come ho detto, ma quella notte fu la più calda di tutte. Il sole era tramontato dietro nuvole di forma inquietante, calò un'oscurità impenetrabile, non una stella, non un alito di vento, non si riusciva a vedere nemmeno ad un palmo dal naso, e perfino gli anziani tolsero via le coperte dal letto dove giacevano respirando a fatica. Con tutto quello che gli girava per la testa, non c'è da stupirsi se Mr. Soulis non dormì molto quella notte. Si rigirava nel letto, ma il letto fresco e accogliente in cui era andato a dormire adesso bruciava fino alle ossa; a volte dormiva, a volte si svegliava, a volte sentiva battere le ore, altre volte un cane che ululava nella brughiera come se qualcuno fosse morto, altre volte ancora gli sembrava di udire degli spiriti che gli sussurravano all'orecchio o di vedere fuochi fatui che danzavano nella stanza. Egli pensò di essere malato, ed era malato, anche se non sapeva di quale malattia.

Studio di orizzonte marino con pioggia
John Constable
1776-1837


Alla fine, ebbe un momento di lucidità, si alzò in camicia da notte sulla sponda del letto e ripensò all'uomo nero e a Janet. Non riusciva a capire come, forse a causa del gelo che sentiva nei piedi, ma ebbe la netta sensazione che ci fosse un nesso fra i due e che uno o tutti e due fossero spiriti maligni. Proprio in quel momento, nella stanza di Janet, che era vicino alla sua, si sentì un tramestio di passi, come se degli uomini stessero lottando, poi un colpo assordante, quindi una folata di vento percorse sibilando le quattro stanze della casa e poi ci fu di nuovo un silenzio di tomba.
Mr. Soulis non era uomo che si spaventasse facilmente. Prese l'acciarino, accese la candela e si diresse alla porta di Janet. Il saliscendi era alzato, aprì la porta e guardò coraggiosamente dentro. Era una stanza grande, come quella del ministro, arredata con un mobilio ingombrante, solido e vecchio, perché egli non aveva altro. C'era un letto a baldacchino con una vecchia tappezzeria e un armadio di quercia scura, pieno dei libri di teologia del ministro, messi lì da parte, mentre i pochi e poveri stracci di Janet erano sparsi sul pavimento; tuttavia Mr. Soulis non riusciva a vedere né Janet, né alcun segno di lotta. Entrò nella stanza (e in pochi l'avrebbero seguito) e si guardò intorno ascoltando. Ma non c'era niente da sentire dentro il presbiterio o nella parrocchia di Balweary, non si vedeva altro che ombre scure danzare intorno alla candela. D'un tratto, il cuore del ministro ebbe un colpo e si fermò, mentre un vento freddo gli passò tra i capelli. Che vista tremenda si presentò agli occhi del pover'uomo! Perché c'era Janet che penzolava da un chiodo al lato del vecchio armadio, con la testa sempre piegata sulla spalla, gli occhi chiusi, la lingua fuori dalla bocca e i piedi a due palmi dal pavimento.
Dio ci perdoni!” pensò Mr. Soulis, “la povera Janet è morta.”
Fece un passo verso il cadavere, il cuore gli sobbalzò nel petto. Perché, per un malvagio incantesimo che nessun un uomo potrebbe mai spiegare, la donna pendeva da un solo chiodo appesa ad un unico filo ritorto, di quelli usati per rammendare le calze.
E' una cosa spaventosa essere soli di notte con tali prodigi tenebrosi, ma la fede di Mr. Soulis era forte. Egli si girò e si diresse fuori dalla stanza, chiuse la porta dietro di lui, con passi pesanti come il piombo scese la scala e giunto al piano terra, posò la candela sul tavolo. Non riusciva né a pregare né a pensare, grondava di un sudore freddo e non riusciva a sentire altro che i battiti del suo cuore. Egli potrebbe essere rimasto lì un'ora o forse due, non lo ricordava, quando, all'improvviso, sentì un leggero e strano tramestio, qualcuno camminava avanti e indietro nella camera dove era appeso il cadavere di Janet, quindi la porta si aprì, anche se egli ricordava bene di averla chiusa, e qualcuno avanzò sul pianerottolo: gli sembrò che il cadavere stesse guardando da sopra la ringhiera, giù verso di lui.
Riprese la candela (perché avrebbe potuto aver bisogno di luce) e, più veloce che poteva, corse fuori dal presbiterio, all'estremità opposta del sentiero lastricato. Era sempre buio pesto, ma la fiamma della candela, quando la posò a terra, bruciava ferma e chiara, come se fosse stato in una stanza; non si muoveva una foglia, eccetto l'acqua del Dule, che scorreva nella valle, e quel maledetto arrancare di passi giù per le scale del presbiterio. Egli conosceva molto bene quel passo, perché era quello di Janet; man mano che quei passi si avvicinavano, un freddo gelido lo pervadeva sempre di più. Egli raccomandò la sua anima a Colui che lo aveva creato e lo manteneva in vita:”O Signore,” disse, “dammi la forza questa notte di combattere contro il potere del diavolo.”
Adesso i passi si avvicinavano alla porta, egli poteva sentire una mano scorrere lungo il muro, come se quella terribile cosa stesse cercando la strada a tentoni. I salici si agitavano e gemevano, un lungo lamento si levò dalle colline; la fiamma della candela vacillò ed ecco, sulla soglia del presbiterio, il cadavere di Janet la storta, con il suo grembiule di cotone e la cuffietta nera, la testa sempre sulla spalla e il ghigno ancora sulla sua faccia – viva, avreste detto – morta, come Mr. Soulis ben sapeva.
E' strano che l'anima dell'uomo debba essere imprigionata nel suo corpo mortale, ma è quello che vide il ministro e il suo cuore non si spezzò.
Ella non stette lì a lungo, riprese a muoversi e si diresse lentamente verso Mr. Soulis, che era fermo sotto i salici. Tutta l'energia del suo corpo, tutta la forza del suo spirito ardevano negli occhi del ministro. Sembrava che Janet fosse sul punto di parlare, ma le parole le vennero meno e, allora, fece un cenno con la mano sinistra. Si levò una folata di vento, come lo sbuffare di un gatto, la candela si spense, i salici gemettero come fossero persone; Mr. Soulis capì che, viva o morta, questa era la fine di quella cosa.

 Thrawn Janet (Reverend Murdoch Exorcises Thrawn Janet) -William Strang 1899


Strega, maga, diavolo!” gridò, “Ti ordino, in nome di Dio, di andartene: se sei morta, alla tua tomba, se sei un'anima dannata, all'inferno!”
In quel preciso istante la mano del Signore, dall'alto dei cieli, si abbatté su quell'orrore: il vecchio corpo morto di quell'esecrabile strega, che i diavoli avevano tenuto fuori dalla tomba e portato in giro così a lungo, prese fuoco come una pietra focaia e cadde incenerito al suolo. Venne il tuono, che risuonò fragoroso, seguito da una pioggia scrosciante. Mr. Soulis fuggì via attraverso la siepe del giardino e corse, gridando e piangendo, verso il villaggio.
Quella stessa mattina, John Christie vide l'uomo nero passare sulla strada maestra mentre rintoccavano le sei; prima delle otto era alla stazione di posta di Knockdow, non molto dopo Sandy M'Lellan lo vide camminare svelto lungo gli argini del fiume verso Kilmackerlie. Non ci sono dubbi che era stato lui ad abitare così a lungo nel corpo di Janet, ma alla fine era andato via e da quel giorno il diavolo non ha più tormentato la gente di Balweary.
Fu un'amara medicina per il ministro; egli giacque a lungo delirante nel suo letto, da allora è l'uomo che potete vedere oggi.


Fine

i “Fratelli, siate temperanti, vigilate. Il vostro nemico,/il diavolo, come leone ruggente va in giro, /cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede.
 ii Forse si riferisce ad Amleto, atto III, scena IV, quando definisce Polonio “a foolish prating knave” uno sciocco chiacchierone d'un furfante.
iii In originale: “Follow the leader” ed è un gioco di mimo
ivVedi introduzione
v Si riferisce alla persecuzione dei Covenanters, quella parte della chiesa Presbiteriana sozzese che nel 1638 firmò il National Covenant che rifiutava di riconoscere l'autorità spirituale degli Stuart. Essi furono costretti a riunirsi all'aperto nelle cosiddette conventicole, sotto la minaccia della pena capitale se scoperti. Tale situazione ebbe temine nl 1688, dopo la Bloodless Revolution di William of D'Orange.
vi La comunità è diffidente nei confronti del giovane ministro imposto dalle autorità laiche anzicchè scelto dal consiglio degli anziani
vii Corrisponde allo Squire inglese, ed era il latifondista locale che aveva anche il potere di nominare il ministro della parrocchia.
viii Libro di Samuele 28:3–25, la strga, su richiesta di re Saul, evocò lo spirito del profeta Samuele, deceduto da poco.
ix Ad aumentare l'odio delle comari c'era anche il fatto che i dragoni avevano dato la caccia ai Covenanters, giustiziandoli e torturandoli.
x Secondo la superstizione le streghe galleggiavno
xi Il diavolo in Scozia è comunemente definito come uomo nero

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