Abraham
“Bram” Stoker (Dublino 1847
– Londra 1912) è
considerato fra i maggiori esponenti del gotico vittoriano.
Dopo
un’infanzia segnata da gravi malattie che lo costringono a
trascorrere a letto i primi sei anni della sua vita, guarisce
improvvisamente in un modo che i medici definiscono miracoloso. Fu
durante questi anni che sviluppò il suo amore per la lettura e per
il folclore gaelico, popolato da figure vampiresche come le
Leannansidhe. Si
laureò a pieni voti in matematica
al Trinity College di Dublino e vinse il campionato di atletica
all'università. Conobbe anche Oscar Wilde e fu assiduo frequentatore
della sua casa a Merrion Square. Nel
1877 lasciò il suo lavoro di impiegato presso il Dublin Castle per
diventare l'impresario dell'attore Henry Irving. Nel 1878 sposò
Florence Balcombe, raffinata
bellezza preraffaellita,
già amata da Oscar Wilde. Intanto scrive racconti neo
gotici, anche per arrotondare i magri introiti. Nel 1897 pubblicò
Dracula (primo
titolo The Dead Undead).
La
stesura del suo capolavoro durò sette anni. Per documentarsi, lo
scrittore prese fiumi di appunti sul folclore locale delle varie
regioni inglesi, ma l'incontro più importante fu quello con lo
studioso ungherese Arminius Vambery, che consigliò a Stoker quali
testi leggere sulla figura storica di Vlad Tapes, detto Dracul
(figlio del drago o del diavolo), a cui attingerà per creare il suo
personaggio. La figura del vampiro aveva già fatto il suo ingresso
nella letteratura inglese nel 1819, anno della pubblicazione de Il
Vampiro di
John Polidori, medico personale di Lord Byron che sarà anche il
modello di questo primo vampiro dal fascino fatale
ma
molto mondano, e che stabilisce l'archetipo del vampiro come metafora
di quella seduzione sessuale di cui sarebbe stato impossibile parlare
apertamente a causa dell'ipocrita
morale
del tempo. Meno raffinato ma di gran successo fu il romanzo popolare
di autore incerto Varny
il vampiro (1847),
un penny
dreadful,
venduto a puntate nelle strade di Londra, al prezzo di un penny,
appunto.
Questo
vampiro ha molte delle caratteristiche del futuro Dracula: denti
aguzzi, di cui lascia i segni sul collo delle sue vittime, una forza
sovrumana, la capacità di ipnotizzare,
un'inestinguibile
sete di sangue. Ma l'autore che ha maggiormente influenzato Stoker è
un altro illustre irlandese, Sheridan Le Fanu, che nel 1872 pubblicò
il racconto Carmilla
(In
a Glass Darkly,1872),
ambientato in Austria, che ha come protagonista una misteriosa
vampira e il suo potere di seduzione su fanciulle giovani e
innocenti.
Grazie
al successo dei suoi romanzi e racconti, Stoker presto può dedicarsi
esclusivamente alla letteratura e compiere
lunghi
viaggi per il mondo. Muore a Londra nel 1912.
La casa del giudice (The Judge’s house) è pubblicato per la prima volta nel 1891 nella rivista Illustrated Sporting and Dramatic News. Nel 1914, viene pubblicato postumo nella raccolta Dracula's Guest And Other Weird Stories.
Il racconto narra la storia di Malcom Malcomson, uno studente di matematica dell'università di Cambridge che, in cerca di tranquillità per prepararsi all'esame di laurea, si reca in una sonnolenta cittadina scelta a caso sull'orario ferroviario. Ma nemmeno la quiete della locanda del posto è abbastanza per lui, così, andando a zonzo nei dintorni del paese, viene attratto da una vetusta dimora ormai disabitata, sorella minore dei terrificanti castelli gotici di Walpole o Mrs. Radcliff, con mura spesse come una fortezza e una campana d’allarme sul tetto. L'agente immobiliare è fin troppo felice di affittargliela, anche per sfatare le non meglio specificate 'voci' che girano sulla vecchia casa. Quando il giovane dice alla padrona della locanda dove andrà a stabilirsi, la donna ha una reazione allarmata, ma non riesce a dire cosa esattamente c'è che non va in quel luogo che tutti chiamano 'la casa del giudice' perché appartenuta, qualche secolo prima, a un giudice spietato e vendicativo, che godeva nel dispensare a pioggia condanne a morte e nel presenziare alle esecuzioni. Il giovane, forte del suo sapere scientifico, si fa burla di queste paure irrazionali, e si stabilisce nella grande sala da pranzo della casa. Intanto i topi, antichi abitatori della casa, abituatisi alla presenza dello studente, riprendono a scorrazzare nella soffitta e dietro i pannelli di legno che rivestono la sala. Il giovane, divertito più che spaventato, va in giro per la stanza in cerca delle tane dei topi, che sembrano abitare ogni crepa di quelle vecchie mura. Due cose, comunque, attirano la sua attenzione, i quadri appesi alle pareti ormai così anneriti da essere indistinguibili e la lunga corda della campana di allarme che pende dal soffitto, proprio vicino ad un'antica seggiola di legno intagliato accanto al focolare. Ed è proprio su quella seggiola che, preannunciato da un improvviso silenzio, scenderà, calandosi lungo la corda della campana, un enorme ratto dagli occhi malevoli, che fugge solo quando il giovane lo minaccia con lo spiedo e sparisce in un buco nel quadro che, dopo essere stato ripulito dalla fuliggine, risulta essere il ritratto del defunto giudice, seduto sulla vecchia seggiola di legno accanto al focolare, con la corda della campana dietro e lo stesso sguardo malefico di quello che sembra essere la sua reincarnazione topesca.