Un
Mandarino per Vera
Arnold
Bennett nacque ad Hanley, Staffordshire, nel 1867. Dopo aver
frequentato la London University (senza riuscire a laurearsi), lavorò
come impiegato nello studio di avocato del padre, ma il lavoro a lui
poco congeniale e l'avarizia paterna, tema che riapparirà in molti
dei suoi romanzi, lo convinsero a lasciare per sempre lo
Stratfordshire e a trsferirsi a Londra dove intraprese la carriera
giornalistica, arrivando a ricoprire il ruolo di vice direttore della
rivista Woman. Contemporaneamente, iniziò la sua prolifica
carriera di scrittore che lo porterà a pubblicare romanzi, commedie
e saggi di successo. La gran parte dei suoi romanzi sono ambientati
là dove era nato e cresciuto, nel famoso distretto delle ceramiche
dello Stratfordshire, conosciuto col nome di the Potteries. Egli si
ispirò al grande romanzo realista francese, in particolare alle
opere di Maupassant e nel 1903 si trasferì a Parigi dove risiedette
per circa otto anni e dove ebbe modo di incontrare le personalità
più eminenti dell'epoca. Sposò l'attrice francese Marguerite
Soulié, da cui più tardi divorzierà. Durante la prima guerra
mondiale fu coinvolto con atri scrittori in un grande progetto di
propaganda bellica. Dopo la guerra si stabilì nell'Essex con
l'attrice Dorothy Cheston, da cui ebbe la figlia Virginia. Morì a
Londra nel 1931 di febbre tifoidea, contratta probabilmente durante
una sua visita in Francia. Fu l'ultimo scrittore a cui fu tributato
l'onore di cospargere di paglia la strada sotto casa per non turbare
la sua agonia.
Sebbene
durante la sua vita fosse
stato uno scrittore estremamente popolare sia in Inghilterra che
negli Stati Uniti, dopo la morte la sua popolarità fu offuscata
dalla critica tranchant di Virginia Woolf. In
Mr
Bennett and Mrs Brown
del 1924, un'articolata
riflessione sul rinnovamento del romanzo, Woolf attacca la narrativa
edoardiana di ispirazione realistica, in particolare quella di Arnold
Bennett, condannandone l’eccessiva concentrazione sui dettagli
materiali, a scapito dell’interesse per la psicologia del
personaggio.
Oggi,
tuttavia, le sue opere più importanti sono ancora lette, in
particolare Anna of the Five Towns (1902),
The Old
Wives' Tale
(1908) e
quelle che formano la trilogia di Clayhanger
Clayhanger
(1910),
Hilda
Lessways
(1911) e
These
Twain
(1916).
Il racconto che vi propongo, L'assassinio
del Mandarino,
è tratto dalla raccolta The Grim Smile of the Five towns
(1902), la cui location trae ispirazione dalle sei città che
costituivano le così dette Potteries. Le cinque città reali
sono Tunstall, Burslem, Hanley, Stoke-upon-Trent and Longton, a cui
corrispondono nella fiction Turnhill, Bursley, Hanbridge, Knype and
Longshaw. Il distretto, una volta ricco e fiorente grazie alla
produzione di vasellame, era una tipica zona industriale: inquinata e
avvelenata dai sali di piombo usati dalle industrie locali, (di cui
il paesaggio porta ancora oggi le cicatrici), e con uno skyline
caratterizzato dalle tipiche ciminiere a forma di bottiglia, circa
quattromila allora (ne restano ancora quarantasei oggi), da cui
usciva il fumo nero e denso del carbone bruciato nelle fornaci.
Bennett, memore della lezione dei grandi realisti francesi, descrive
la vita della gente comune, le sue difficoltà e i suoi drammi, ma in
questa raccolta di racconti usa un tono leggero e ironico. L'idea di
base gli venne suggerita dal così detto paradosso del Mandarino
che compare nel
Papà Goriot di
Honoré de Balzac.
In cosa consiste? Se vi dicessero che scuotendo un campanello potete
uccidere un Mandarino della lontana Cina (all’epoca forse lo era di
più) e ottenerne così i suoi beni,
senza venire mai scoperti, lo fareste? Il tema, che evidentemente
affascinò i salotti dell’ottocento, è più volte ripreso da vari
scrittori, ma la versione più interessante è quella data dallo
scrittore portoghese José Maria Eça de
Queirós nel suo O
Mandarim del 1880.
L'eroina, Vera Cheswardine, donna bella,
elegante e capricciosa, ha sostituito il culto dell'eleganza e
dell'apparire agli ideali di frugalità e operosità che avevano
ispirato la comunità delle Potteries, sotto l'influenza della
potente chiesa Metodista locale. Ma Vera non è esattamente una donna
frivola e leggera, al contrario si rende ben conto dei propri limiti
intellettuali: “Odiava vedere la vita sotto una luce
inconsueta, Odiava pensare.” Sa che la
bellezza e l'eleganza sono la sua unica arma per conquistarsi un
ruolo nella propria comunità:
“Vera era diventata la donna meglio vestita di
Bursley. E non è poco.” Ma soprattutto, la
bellezza è l'unica arma che ha per tener testa al marito, ricco
industriale, discendente di una di una dinastia di industriali
arricchitisi
con la ceramica, oculato e intransigente
amministratore del proprio patrimonio: “Il
grande Stephen le proibiva in modo assoluto di
procurarsi alcunché a credito. Lei lo temeva. Sapeva bene fin dove
poteva arrivare con Stephen.”
Egli, pur amando la moglie,
ha nei suoi confronti un atteggiamento di paternalistico
autoritarismo, tipico del pater familias
vittoriano. Ma la loro non è certo la tipica
famiglia vittoriana: “Vedete, lei era l'unica
bambina della casa. Invidiava le altre mogli e i loro bebè.
Ma dal momento che i frugoletti si divertivano a scendere giù dai
camini di tutte le altre case di Bursley evitando la sua, cercò
conforto negli abiti.” A questo va aggiunto lo
strano ménage a trois di cui
fa parte l'amico
di famiglia, da sempre
innamorato senza speranza di Vera: “Woodruff,
dopo essere stato testimone degli sposi, continuò
ad amarla, sommessamente e
con filosofia.” E proprio
l'intersecarsi di queste tre sensibilità darà l'avvio a questa
bizzarra vicenda: da una parte la cultura pseudo-scientifica di
Woodruff, che si nutre di stampa popolare, dall'altro la rigida
amministrazione del denaro da parte di Mr. Cheswardine e al centro
Vera, con la sua smania di apparire e le sue mani bucate; sullo
sfondo la potenza del danaro, unico strumento per
l'affermazione personale e la
realizzazione delle proprie ambizioni, costi quel
che costi.
Curiosità:
♥
In onore di Bennett
il cuoco del Savoy Hotel di
Londra
inventò la
omelette alla Bennett (videoricetta della BBC)
☺Nel
1960 il
formidabile duo Garinei e Giovannini, trasse
dal
racconto O
Mandarim dello
scrittore portoghese José
Maria Eça de Queirós
(1880)
la commedia musicale “Un
mandarino per Teo”,
con uno
scanzonato inno
al danaro “Soldi,soldi, soldi”
molto prima degli Abba.
♠Richard
Matheson,
scomparso
di recente, si ispirò al paradosso del mandarino per il suo racconto
Button,
Button (Uncanny
Stories,
2008). Dal
racconto fu tratto anche un episodio della ormai mitica serie
televisiva TheTwilight Zone.
L'ASSASSINIO
DEL MANDARINO
di
Arnold
Bennett (1902)
Watercolour - Tunstall, the
Potteries, 1937 - Ronald
I
“Cos'è
che state dicendo riguardo all'assassinio?”
chiese Mrs. Cheswardine, mentre entrava nell'ampio soggiorno,
portando il vassoio con la cena. “Poggialo qua,” disse il marito,
riferendosi al vassoio e indicando un tavolino sistemato
davanti al focolare, con due gambe dentro e due gambe fuori dal
tappeto. “Quel
grembiule ti dona immensamente.” mormorò Woodruff, l'amico di
famiglia, mentre allungava le sue lunghe gambe contro il parafuoco in
direzione delle fiamme, perfino oltre le lunghe gambe di
Cheswardine.
Ciascuno
dei due
uomini
occupava una poltrona posta su ciascun lato del focolare, erano tutti
e due molto alti e avevano tutti e due quarant'anni.