Testa o croce
Un
altro titolo per questo breve racconto (A
Lodging for the Night,
1877) potrebbe essere Un'avventura
di François
Villon.
Il
protagonista di quest'avventura notturna, in una Parigi trasformata
dalla neve in un paesaggio fantastico e minaccioso, è proprio il
poeta vagabondo
(Parigi,
8 aprile 1431 o
1432 – dopo l'8 gennaio 1463)
autore della famosa Balladedes pendus
(La
ballata degli impiccati, 1462),
dove invoca
pietà per i ladri e gli assassini della
cui consorteria faceva parte a pieno titolo. Laureatosi
in lettere alla Sorbona,
perseguitato dalla miseria, fu spesso coinvolto in furti e risse,
fino ad essere condannato a morte, riuscendo sempre a sfuggire alla
forca. Per Stevenson, Villon rappresenta l'ambiguità dell'essere
umano, capace, allo stesso tempo, di compiere
grandi
bassezze e
creare sublime bellezza, sempre in balia del capriccio del caso.
L'universo
disegnato da Stevenson non è più quello deterministico del
Medioevo, dove a ciascuno veniva assegnato un destino fin dalla
nascita, e nemmeno quello del rinascimento italiano, dove ognuno
poteva essere faber
fortunae sui. E,'
invece, un universo caotico dove regna il caso, testa
o croce,
appunto, come
la misera moneta
che Villon non esita a rubare dal cadavere di una povera prostituta
morta dal freddo, che diventa emblema della bassezza a cui anche una
grande anima può arrivare se spinta dai bisogni più elementari, ma
anche simbolo della precarietà della condizione umana (tema
centrale della famosa Ballade
des dames du temps jadis).
Al
vecchio gentiluomo che gli dà asilo durante
la notte,
e che cercherà, invano, di fare appello alla sua cultura e ai suoi
buoni sentimenti, Villon replica con amaro cinismo “Ma
se io fossi nato signore di Brisetout, e voi foste il povero chierico
François... Non sarei io il soldato e voi il ladro?”
E
in
un mondo ingiusto e diseguale, oggi
come ieri, sembra
che
a dominare le nostre vite sia
ancora il caso,
a
dispetto di tutti i nostri deliri di onnipotenza.
*Anche De Andrè si è ispirato a Villon e ha messo in musica La ballata degli impiccati
*Georges Brassens ha invece messo in musica La ballade des dames du temps jadis
*Una selzione delle poesie più famose di di Villon: Ballate del tempo che se ne andò. Poesie scelte. Testo francese a fronte
Villon François, cur. Mussapi R., 2008, Il Saggiatore
*Un bel fil per riflettere sull'importanza del caso nelle nostre vite solo apparentemente programmate e prevedibili: Match Point di Woody Allen, 2005
Villon François, cur. Mussapi R., 2008, Il Saggiatore
*Un bel fil per riflettere sull'importanza del caso nelle nostre vite solo apparentemente programmate e prevedibili: Match Point di Woody Allen, 2005
Un
tetto per la notte
di
Robert
Louis Stevenson, 1877
Île de la Cité |
Era la fine
di novembre del 1456. La neve cadeva su Parigi con gelida e spietata
pertinacia; a volte il vento faceva le sue sortite e la spargeva
intorno in fugaci mulinelli; a volte c'era bonaccia, e fiocco dopo
fiocco scendeva giù dalla nera aria della notte, silenziosa,
vorticosa, interminabile. Alla povera gente, che guardava al cielo da
sotto le sopracciglia umide, sembrava un mistero da dove potesse
venirne così tanta. Quel pomeriggio, Mastro François Villon aveva
proposto un rompicapo, davanti alla finestra di una taverna: era
soltanto il pagano Giove che spennava oche sull'Olimpo? O erano i
santi angeli che mutavano le penne? Egli era solo un povero maestro di belle lettere, proseguì, e dal momento che il problema toccava in qualche
modo il divino, non osava azzardare una conclusione. Un vecchio prete
matto proveniente da Montagris, che era della combriccola, offrì
alla giovane canaglia una bottiglia di vino in onore alla facezia e
alle smorfie che l'avevano accompagnata, e giurò sulla sua barba
bianca che era stato proprio un altro cagnaccio irriverente quando
aveva l'età di Villon.