High
spirits
“Lo
spettro e il conciaossa”
(The
Ghost and the Bone-Setter)
è stato il primo racconto pubblicato da Joseph
Sheridan Le Fanu
(Dublino, 28 agosto 1814 – Dublino, 7 febbraio 1873) nel
Dublin
University Magazine nel
1838. La
storia si ispira ad una delle superstizioni più radicate del
folklore irlandese, e cioè che lo
spirito di chi
viene interrato per ultimo in un cimitero, come penitenza deve
portare acqua alle anime assetate del
purgatorio. Questo
fornisce il background all'apparizione del fantasma del titolo, insieme al piovoso clima irlandese e alla
passione per il whisky, che qui accomuna i vivi e i morti con esiti a
dir poco farseschi.
Per
la prima volta incontriamo
il
personaggio di padre Francis
Purcell, un
prete cattolico di Drumcoolagh,
nella
contea di
Limerick, grande
collezionista di storie del folklore irlandese, che serve come filo
conduttore per diversi racconti del
soprannaturale più
tardi riuniti nella raccolta che va sotto il nome di The
Purcell Papers (1880).
Anche
se breve, il racconto ha una struttura narrativa sofisticata. Vi sono
tre gradi di narrazione in prima persona. La cornice esterna è
affidata alle parole del legatario di padre Purcell, che, con un
escamotage ormai collaudato, asserisce di aver trovato la storia fra
i manoscritti del defunto sacerdote e,
soprattutto, chiarisce il contesto culturale che dà origine alla
vicenda. La
storia vera
e propria
viene introdotta
da
padre Purcell che asserisce di averla trascritta “… usando
le parole stesse del narratore, così come le ricordo.”
Il
narratore in
questione è
il
figlio
del defunto
protagonista,
Terry Neil, che da falegname era
diventato
conciaossa
per una naturale quanto ironica affinità professionale. Egli
è
un
umile maestro di campagna, considerato
universalmente un
“fine oratore,” che
usa un inglese dialettale, intriso di strafalcioni altisonanti che
contribuiscono al
tono generale della narrazione, dove il grottesco e l'ironia
prendono il posto dell'horror.
Nonostante
oggi
Le Fanu venga riconosciuto come il capostipite dell'horror
vittoriano, sarebbe certamente
entrato negli annali dell'oscurità, se non fosse stato per
un altro grande scrittore del soprannaturale,
M.R. James, che nel 1923 pubblicò una raccolta delle sue opere.
Sicuramente
il
suo scritto più famoso
è
Carmilla,
dove
l'autore declina al femminile il tema del vampiro. Il racconto fa
parte della raccolta In
a Glass Darkly ,1871,
che
contiene alcuni dei suoi lavori più inquietanti (Green
Tea, The Familiar, Mr. Justice
Harbottle, The Room in the Dragon Volant).
Anche
in questo caso, i racconti sono surrettiziamente ritrovati
nell'archivio del dottor Martin Hasselius, un medico tedesco con un
interesse per i fenomeni psichici, che può essere considerato
l'ispiratore
di tutta una serie di detective
dell'occulto che
vanno da John Silence di Algernon Blackwood, a
Carnacki
di
William
H. Hodgsonts, fino
a Matin Mystere.
Libri
consigliati:
Un
oscuro scrutare. In a glass darkly
Le Fanu Joseph S., cur. Manini L., 2011, Miraviglia
Le Fanu Joseph S., cur. Manini L., 2011, Miraviglia
Carmilla
la vampira. Testo inglese a fronte
Le Fanu Joseph S., cur. Giovannini F., 2011, Stampa Alternativa
Le Fanu Joseph S., cur. Giovannini F., 2011, Stampa Alternativa
Lo
spettro e il conciaossa
di
Sheridan
Le Fanu
Mente
esaminavo le carte del mio defunto amico, l'esimio e rispettato
Francis Purcell, che per circa cinquant'anni aveva assolto agli
onerosi doveri di un prete di campagna, mi imbattei nel seguente
documento. E' uno dei tanti di questo genere, egli era infatti un
curioso e instancabile collezionista di vecchie tradizioni locali –
un articolo particolarmente abbondante nella zona in cui risiedeva.
La raccolta e la catalogazione di queste leggende era, per quanto ne
so, il suo passatempo; ma non avrei mai immaginato che il suo amore
per il meraviglioso e lo strano lo avesse spinto fino al punto di
affidare i risultati delle sue ricerche alla scrittura, finché, in
qualità di legatario universale1,
il suo testamento mi lasciò in possesso di tutti i suoi manoscritti.
E' necessario specificare a coloro che potrebbero pensare che la
scrittura di tali testi non sia in linea con il carattere e le
abitudini di un prete di campagna, che una volta esisteva una razza
di preti – quelli della vecchia scuola, razza ormai quasi estinta –
la cui educazione all'estero tendeva a produrre in loro gusti più
letterari di quelli mostrati dagli alunni di Maynooth2.
E' forse
necessario aggiungere che la superstizione descritta nella seguente
storia è diffusa in tutto il sud dell'Irlanda, e cioè che il
cadavere seppellito per ultimo è obbligato, durante il periodo di
noviziato della sua inumazione, a rifornire di acqua gli altri
inquilini del cimitero in cui giace per alleviare l'arsura bruciante
del purgatorio.