giovedì 5 novembre 2015

Lo spettro e il conciaossa


High spirits


Lo spettro e il conciaossa” (The Ghost and the Bone-Setter) è stato il primo racconto pubblicato da Joseph Sheridan Le Fanu (Dublino, 28 agosto 1814 – Dublino, 7 febbraio 1873) nel Dublin University Magazine nel 1838. La storia si ispira ad una delle superstizioni più radicate del folklore irlandese, e cioè che lo spirito di chi viene interrato per ultimo in un cimitero, come penitenza deve portare acqua alle anime assetate del purgatorio. Questo fornisce il background all'apparizione del fantasma del titolo, insieme al piovoso clima irlandese e alla passione per il whisky, che qui accomuna i vivi e i morti con esiti a dir poco farseschi.
 
Per la prima volta incontriamo il personaggio di padre Francis Purcell, un prete cattolico di Drumcoolagh, nella contea di Limerick, grande collezionista di storie del folklore irlandese, che serve come filo conduttore per diversi racconti del soprannaturale più tardi riuniti nella raccolta che va sotto il nome di The Purcell Papers (1880).
 
Anche se breve, il racconto ha una struttura narrativa sofisticata. Vi sono tre gradi di narrazione in prima persona. La cornice esterna è affidata alle parole del legatario di padre Purcell, che, con un escamotage ormai collaudato, asserisce di aver trovato la storia fra i manoscritti del defunto sacerdote e, soprattutto, chiarisce il contesto culturale che dà origine alla vicenda. La storia vera e propria viene introdotta da padre Purcell che asserisce di averla trascritta “… usando le parole stesse del narratore, così come le ricordo.”
Il narratore in questione è il figlio del defunto protagonista, Terry Neil, che da falegname era diventato conciaossa per una naturale quanto ironica affinità professionale. Egli è un umile maestro di campagna, considerato universalmente un “fine oratore,” che usa un inglese dialettale, intriso di strafalcioni altisonanti che contribuiscono al tono generale della narrazione, dove il grottesco e l'ironia prendono il posto dell'horror.
 
Nonostante oggi Le Fanu venga riconosciuto come il capostipite dell'horror vittoriano, sarebbe certamente entrato negli annali dell'oscurità, se non fosse stato per un altro grande scrittore del soprannaturale, M.R. James, che nel 1923 pubblicò una raccolta delle sue opere.
Sicuramente il suo scritto più famoso è Carmilla, dove l'autore declina al femminile il tema del vampiro. Il racconto fa parte della raccolta In a Glass Darkly ,1871, che contiene alcuni dei suoi lavori più inquietanti (Green Tea, The Familiar, Mr. Justice Harbottle, The Room in the Dragon Volant). Anche in questo caso, i racconti sono surrettiziamente ritrovati nell'archivio del dottor Martin Hasselius, un medico tedesco con un interesse per i fenomeni psichici, che può essere considerato l'ispiratore di tutta una serie di detective dell'occulto che vanno da John Silence di Algernon Blackwood, a Carnacki di William H. Hodgsonts, fino a Matin Mystere.


Libri consigliati:

Un oscuro scrutare. In a glass darkly
Le Fanu Joseph S., cur. Manini L., 2011, Miraviglia

Carmilla la vampira. Testo inglese a fronte
Le Fanu Joseph S., cur. Giovannini F., 2011, Stampa Alternativa






Lo spettro e il conciaossa
di
Sheridan Le Fanu









Mente esaminavo le carte del mio defunto amico, l'esimio e rispettato Francis Purcell, che per circa cinquant'anni aveva assolto agli onerosi doveri di un prete di campagna, mi imbattei nel seguente documento. E' uno dei tanti di questo genere, egli era infatti un curioso e instancabile collezionista di vecchie tradizioni locali – un articolo particolarmente abbondante nella zona in cui risiedeva. La raccolta e la catalogazione di queste leggende era, per quanto ne so, il suo passatempo; ma non avrei mai immaginato che il suo amore per il meraviglioso e lo strano lo avesse spinto fino al punto di affidare i risultati delle sue ricerche alla scrittura, finché, in qualità di legatario universale1, il suo testamento mi lasciò in possesso di tutti i suoi manoscritti. E' necessario specificare a coloro che potrebbero pensare che la scrittura di tali testi non sia in linea con il carattere e le abitudini di un prete di campagna, che una volta esisteva una razza di preti – quelli della vecchia scuola, razza ormai quasi estinta – la cui educazione all'estero tendeva a produrre in loro gusti più letterari di quelli mostrati dagli alunni di Maynooth2.
E' forse necessario aggiungere che la superstizione descritta nella seguente storia è diffusa in tutto il sud dell'Irlanda, e cioè che il cadavere seppellito per ultimo è obbligato, durante il periodo di noviziato della sua inumazione, a rifornire di acqua gli altri inquilini del cimitero in cui giace per alleviare l'arsura bruciante del purgatorio. 

 
Il sottoscritto può testimoniare di un caso in cui un rispettabile e ricco fattore, alla periferia di Tipperary, con tenera sollecitudine per i calli della sua defunta consorte, mise nella bara due paia di scarponi di cuoio, uno leggero e uno pesante, un paio per il tempo asciutto, un paio per la pioggia, cercando così di mitigare le fatiche dei suoi inevitabili andirivieni per procurare l'acqua da distribuire alle anime assetate del purgatorio. Quando due cortei funebri arrivavano insieme alla stessa chiesa, tra i due gruppi scoppiavano feroci e disperati conflitti nel tentativo di assicurare al proprio defunto la priorità di sepoltura e, di conseguenza, l'immunità dal pedaggio imposto all'ultimo arrivato. Un caso simile è accaduto non molto tempo fa, quando i membri di uno dei due cortei funebri, per paura di far perdere al loro defunto amico questo inestimabile vantaggio, sono arrivati alla chiesa attraverso una scorciatoia e, in violazione ad una delle più potenti superstizioni, hanno fatto passare la bara al di sopra del muro di recinzione, per paura di perdere tempo entrando dal cancello. Potrei citare innumerevoli episodi di questo genere, tutti tesi a mostrare come questa superstizione sia profondamente radicata nei contadini del sud. Tuttavia, non mi dilungherò in ulteriori preamboli, ma procederò a sottoporre all'attenzione del lettore la storia che segue:
Estratto dai manoscritti del defunto Rev. Francis Purcell, di Drumcoolagh.
Racconterò il seguente aneddoto usando le parole stesse del narratore, così come le ricordo. Potrebbe essere necessario sottolineare che costui era quello che viene comunemente definito un fine oratore, avendo istruito, per un considerevole periodo di tempo la valente gioventù di quella ingenua parrocchia nelle arti liberali e nelle scienze – circostanza che può giustificare la presenza di alcuni paroloni nel corso della narrazione, che impressionano più per l'effetto sonoro che per l'appropriatezza lessicale. Senza altri indugi, procedo, dunque, a sottoporvi le straordinarie avventure di Terry Neil.
Perché, dovete sapere, che questa è una strana storia, ma vera com'è vero che voi siete seduto qui, e ho l'ardire di affermare che in tutte le sette parrocchie non c'è uomo in grado di raccontala meglio o più fedelmente di me, perché è a mio padre che è successa, e io l'ho ascoltata dalla sua bocca tante volte, e posso affermare, e di questo vado orgoglioso, che la parola di mio padre era incredibile in tutto il paese al pari del giuramento di uno squire, e così, se un pover'uomo si trovava in qualche guaio, era lui la persona che andava in tribunale a dare testimonianza, ma questo non ha importanza – era un uomo onesto e moderato, eccetto il fatto che era un po' troppo incline al bicchiere, come avreste subito scoperto standogli accanto, e non c'era nessuno che potesse stargli alla pari in tutto il contado per lavorare sodo e zappare di brutto, ed era estremamente abile nei lavoro di falegnameria e cose simili, tant'è che decise di diventare conciaossa.



Cosa più che naturale, dal momento che nessuno poteva stargli alla pari nell'aggiustare le gambe di uno sgabello o di un tavolo, e non ci fu mai nessun conciaossa con tanti clienti, adulti e bambini, giovani e vecchi – e a memoria d'uomo non ci fu mai un tale rompere e aggiustare ossa. Bene, Terry Neil – perché questo era il nome di mio padre – incominciò a sentire il cuore più leggero e la borsa più pesante e così comprò una piccola fattoria nella proprietà dello squire Phelim, proprio sotto il vecchio castello, ed era proprio un bel posticino, e giorno e notte povere creature incapaci di camminare, con braccia e gambe rotte, arrivavano lì da ogni dove per farsi riaggiustare le ossa.
Ebbene, reverendo, tutto andava per il meglio, ma era costume, quando sir Phelam andava da qualche parte fuori dal contado, che qualcuno dei suoi fittavoli andasse a fare la guardia al vecchio castello, come una specie di gentile omaggio a quell'antica famiglia – ma era un omaggio estremamente spiacevole per i suoi fittavoli, perché non c'era fra loro nessuno che non fosse a conoscenza che c'era qualcosa di strano nel vecchio castello. Nel vicinato si diceva che il nonno dello squire, un così degno gentiluomo – che Dio sia con lui – mi è stato detto, come ormai non se ne trovano più, era solito fare una passeggiatina intorno alla mezzanotte, da quando gli era scoppiato un vaso sanguigno mentre stava cavando il tappo ad una bottiglia, proprio come avremmo potuto fare io o voi, e come, a Dio piacendo, continueremo a fare – ma questo non ha importanza. Così, come dicevo, il vecchio squire era solito scendere giù dalla cornice, dove era appeso il suo ritratto, rompere bottiglie e bicchieri – che Dio abbia pietà di noi – e bere tutto quello su cui riusciva a mettere le mani - e che nessuno gliene voglia per questo; e se qualcuno della famiglia entrava nella stanza, si rimetteva al suo posto, con uno sguardo innocente come se niente fosse successo – quel vecchio birbante.
Ebbene, vostro onore, come dicevo, una volta quelli del castello dovevano andare a Dublino per un paio di settimane, e così, al solito, alcuni dei fittavoli dovettero andare a fare la guardia al castello, e la terza notte fu il turno di mio padre. “Oh, povero me!” diceva tra sé, “e dovrò stare lì tutta la notte con quel vecchio vagabondo di uno spirito, sia gloria a Dio,” diceva, “che se ne va in giro per tutta la casa, a compiere ogni sorta di misfatto?” Comunque, non era possibile tirarsi indietro e così si fece coraggio e al calar della notte andò su con una bottiglia di cordiale e un'altra di acqua santa.
Veniva giù un bel po' di pioggia e la sera era buia e tetra, quando mia padre arrivò, e con tutta la pioggia che aveva preso e l'acqua santa che si era spruzzato addosso, non passò molto tempo che dovette mandar giù una bella tazza di cordiale, per scacciare il freddo dal cuore. Fu il vecchio maggiordomo, Lawence Connor, ad aprirgli la porta – e lui e mio padre erano sempre stati amiconi. Così quando vide che era lui, e mio padre gli disse che era il suo turno di fare la guardia al castello, quello si offrì di fargli compagnia, e potete essere certo che a mio padre la cosa non fece dispiacere. 


 
Così Larry gli dice:
Ora ci accendiamo un bel fuocherello nel salotto,” dice.
E perché non nell'ingresso?” dice mio padre, perché sapeva che il ritratto dello squire era appeso in salotto.
Non si può accendere il fuoco nell'ingresso, perché c'è un vecchio nido di taccola su per il camino.”
Oh, allora,” dice mio padre, “fermiamoci in cucina, perché non è il caso di far sedere uno come me in salotto,” dice lui.
Oh, Terry, questo non è possibile,” dice Lawrence, “Se dobbiamo rispettare la vecchia usanza, tanto vale farlo per bene,” dice l'altro.
Al diavolo la vecchia usanza!” dice mio padre - fra sé e sé, badate, perché non voleva far capire a Lawrence che era molto spaventato.
Oh, molto bene,” dice lui. “Sono d'accordo, Lawrence,” dice lui., e così scesero giù in cucina, finché non accesero il fuoco in salotto – e non ci volle molto tempo.”
Bene, vostro onore, dopo un po' ritornarono su, e sedettero comodamente davanti al caminetto del salotto, e iniziarono a chiacchierare, e a fumare, e a bere qualche sorso di tonico, e, soprattutto, avevano un bel fuoco scoppiettante di legna raccolta nello stagno e di torba, per scaldarsi le gambe.
Ebbene, signore, come dicevo, continuarono a chiacchierare e a fumare piacevolmente, fino a quando Lawrence incominciò ad avere sonno, cosa più che naturale per lui, perché era un vecchio servitore ed era abituato a dormire un bel po'.
Non è possibile,” dice mio padre, “non è che ti stai addormentando?”
Che diavolo ti passa per la testa,” dice Larry, “Sto solo chiudendo gli occhi,” dice quello, “per scacciare la puzza del fumo del tabacco, che li fa piangere,” dice quello. “Perciò, fatti gli affari tuoi,” dice piuttosto brillo, perché aveva uno stomaco di ferro (che riposi in pace), “e vai avanti con la tua storia, perché ti sto ascoltando,” dice, chiudendo gli occhi. Così, quando mio padre vide che discutere non serviva a niente, continuò con la sua storia. Per essere precisi, stava raccontando la storia di Jim Sullivan e della sua vecchia capra – ed era proprio una bella storia – ed era così divertente, che era sufficiente a svegliare un ghiro, figuratevi tenere sveglia una persona. Ma, in verità, credo che il modo in cui mio padre la raccontava non era mai stato sentito prima di allora, perché strillava ogni singola parola, come se la vita lo stesse abbandonando, nel tentativo di tenere sveglio il vecchio Larry, ma, in verità, servì a poco, perché alla fine divenne rauco, e prima della fine della storia Larry O'Connor iniziò a russare come una cornamusa.
Oh, dannazione,” dice mio padre, “che brutta faccenda,” dice, “questo vecchio mascalzone, lasciamo perdere che è amico mio, si addormenta così, e tutti e due nella stessa stanza con uno spirito,” dice. “La croce di Cristo ci protegga!” e ciò detto, stava per scuotere Lawence per svegliarlo, ma d'un tratto si ricordò che se lo svegliava, quello sicuramente se ne andava a letto lasciandolo completamente solo, e questo era ancora peggio.
Allora,” dice mio padre, “non voglio disturbare questo poveraccio. Non sarebbe leale né gentile,” dice, “tormentarlo mentre dorme, solamente, vorrei stare anche io come lui.” E così cominciò a camminare su e giù e a dire le sue preghiere, finché si ritrovò tutto sudato, con rispetto parlando. Ma non servì a niente, così, per calmarsi, si bevve una pinta di whisky.
Oh,” dice, “Prego il Signore che mi dia la tranquillità del vecchio Larry. Forse,” dice, “se ci provassi riuscirei a dormire,” e così spinse una grande poltrona vicino a Larry, e ci si sistemò alla bella e meglio.
Ma c'era una cosa strana che ho dimenticato di dirvi. Suo malgrado, non riusciva ad evitare di guardare ogni tanto il quadro e immediatamente si accorse che gli occhi del ritratto lo stavano seguendo dovunque andasse, e lo osservavano, e gli facevano l'occhiolino . “Oh,” dice, quando se ne accorge, “Non ho molte possibilità di farla franca, e la sfortuna era con me era con me fin dal momento in cui son arrivato in questo posto disgraziato,” dice. “Ma, in ogni modo, non serve a niente aver paura adesso,” dice, “perché se devo morire, voglio almeno traspirare con coraggio,” dice lui.
Ebbene, vostro onore, cercò di mantenersi calmo, e per due o tre volte credette di potersi addormentare, se non fosse stato per il modo in cui il temporale ululava e crepitava attraverso i robusti e pesanti rami all'esterno, mentre all'interno del castello fischiava attraverso il camino. Bene, dopo l'esplosione di una spaventosa raffica di vento, quasi sembrava che le mura del castello stessero per cadere per il contraccolpo. Poi, improvvisamente, la tempesta finì e tutto divenne silenzioso e tranquillo come una sera di luglio. Bene, vostro onore, non erano tre minuti che il vento aveva smesso di ululare, quando sentì una specie di rumore venire da sopra il caminetto, al che mio padre socchiuse appena gli occhi, e, com'è vero, vide il vecchio squire uscire dal quadro, proprio come se si stesse togliendo la sua giacca per cavalcare, e finalmente uscì completamente fuori dal quadro, giù dal caminetto e scese giù per terra.
Bene, quel vecchio birbante – e mio padre pensò che quello era veramente uno sporco tiro – prima di iniziare a darsi da fare, si fermò un attimo per sentire se quei due dormivano, e appena si accertò che era tutto tranquillo, allungò la mano e afferrò una bottiglia di whisky e ne bevve almeno una pinta. Bene, vostro onore, quando ebbe finito, la posò con estrema furbizia proprio dove era prima. E cominciò a camminare su e giù per la stanza, e sembrava sobrio e fermo sulle gambe come se non avesse bevuto una goccia. E ogni volta che gli passava vicino, a mio padre sembrava di sentire odore di zolfo, ed era quello che lo terrorizzava del tutto, perché sapeva che era lo zolfo che bruciavano all'inferno, con rispetto parlando. In ogni modo, lo aveva spesso sentito dire da padre Murphy, ed aveva buoni motivi per sapere a chi apparteneva, dal momento che quello era morto, che riposi in pace. Bene, vostro onore, mio padre rimase abbastanza tranquillo fino a che lo spirito gli passò così vicino, che Dio abbia pietà di noi, che l'odore dello zolfo gli tolse completamente il respiro, al che gli prese un tale attacco di tosse, che quasi lo fece cadere dalla poltrona dove era seduto.
Ho, ho!” dice lo squire, fermandosi ad appena due passi da mio padre e girando la faccia verso di lui, “sei proprio tu? - e come ti va, Terry Neil?”
Al servizio di vostro onore,” dice mio padre (per quanto la paura glielo consentiva, perché era più morto che vivo), “e sono orgoglioso di vedere vostro onore questa notte,” dice lui.
Terence,” dice lo sqire, “sei un uomo responsabile” (e nel suo caso era vero), “e un uomo industrioso e sobrio, un esempio di inebriamento per l'intera parrocchia,” dice quello.
Grazie, vostro onore, dice mio padre facendosi coraggio, “siete sempre stato un gentiluomo molto cortese, che possiate riposare in pace.”
RIPOSARE in pace?” dice lo spirito ( diventando tutto rosso in faccia per la rabbia), “Riposare in pace?” dice quello. “Come ti permetti, tu buffone ignorante,” dice, “tu meschino, pitocco zoticone,” dice, “dove hai lasciato le tue buone maniere?”dice quello. “Se sono MORTO non è colpa mia… e non è il caso che mi venga rinfacciato ogni momento, da quelli della tua risma,” dice, pestando il piede così violentemente, che quasi sfasciava le assi del pavimento.
Oh,” dice mio padre, “sono soltanto un pover'uomo sciocco e ignorante.”
Altro non sei,” dice lo squire, “ma comunque,” dice, “non è per ascoltare le tue scemenze, né per conversare con uno come te, che sono venuto su – giù, volevo dire,” dice – (e per quanto fosse un piccolo sbaglio, mio padre se ne accorse). “Ora, ascoltami. Terence Neil,” dice, “sono sempre stato un buon padrone con Patrick Neil, tuo nonno.”
Questo è vero, vostro onore,” dice mio padre.
E, inoltre, penso di essere sempre stato un gentiluomo sobrio e moderato,” dice lo squire.
E' quello che si dice di voi, certamente,” dice mio padre (sebbene sapesse che era una grossa bugia ma non poteva fare diversamente).
Bene,” dice lo spirito, “sebbene fossi sobrio come la maggior parte degli uomini – almeno come la maggior parte dei gentiluomini,” dice, “e siccome sono stato il più estemporaneo dei cristiani, e il più caritatevole e inumano con i poveri,” dice, “per tutto ciò, io non sto così bene dove mi trovo ora,” dice, “come avevo tutto il diritto di aspettarmi.”
Ed è proprio un peccato,” dice mio padre. “Forse vostro onore vorrebbe scambiare qualche parola con padre Murphy?”
Taci, miserabile pezzente,” dice lo squire, “non è alla mia anima che sto pensando – e mi meraviglio che tu abbia l'impudenza di parlare ad un gentiluomo della sua anima, quando vorrò sistemare la cosa,” disse colpendosi la gamba, “andrò da quelli che se ne intendono,” dice. “Non è la mia anima,” dice, sedendosi di fronte a mio padre, “non è la mia anima che mi tormenta – è la mia gamba destra che mi dà fastidio,” dice, “quella che mi sono rotto a Glenvarloch il giorno che ho ucciso Barney il nero.”
Mio padre scoprì in seguito che era il suo cavallo che gli era caduto sotto dopo aver saltato il grande steccato che corre lungo la valle.“Spero,” dice mio padre, “che vostro onore non soffra perché lo ha dovuto uccidere?”
Taci, sciocco,” dice lo squire, “e ti dirò cos'è che non va con la mia gamba,” dice. “In quel posto, dove trascorro la maggior parte del mio tempo,” dice, “eccetto il poco tempo libero che mi prendo quando vengo a dare un'occhiata qui,” dice, “devo camminare molto più di quello che ero abituato a fare, e molto più di quello che fa per me,” dice, “perché devo dirti che dove sono io la gente è incredibilmente desiderosa di acqua fresca, perché non c'è niente di meglio da bere e, per di più, il tempo è caldo oltre misura,” dice quello, “e io ho l'incarico di assisterli portando l'acqua, e una misera porzione tocca anche a me,” dice, “ed è un lavoro terribilmente noioso e stancante, ti assicuro,” dice, “ma quello che veramente mi uccide è la debolezza della mia gamba,” dice, “e voglio che tu le dia una bella tirata per rimetterla in forma, e questo è quanto.”
Oh, vi prego, vostro onore,” dice mio padre (perché non gli garbava per niente l'idea di toccare lo spirito), “non avrei mai l'impudenza di fare una cosa simile a vostro onore,” dice lui, “lo faccio solo ai poveracci come me...”
Basta blaterare,” dice lo squire. “Ecco la gamba,” dice, alzandola su - “tirala se ci tieni alla vita,” dice, “ se no, giuro sulle potenze immortali che ridurrò in polvere tutte le ossa che ci sono nella tua carcassa.”
Quando mio padre lo sentì, capì che trovare scuse non serviva a niente, così afferrò la gamba di quello e incominciò a tirare e a tirare, finché il sudore, che Dio ci protegga, iniziò a colargli sulla faccia.
Tira, demonio!” diceva lo squire
Ai vostri ordini, vostro onore,” diceva mio padre.
Tira più forte,” diceva lo squire.
Mio padre tirava come un disgraziato.
Voglio bere un sorso,” dice lo squire, allungando la mano verso la bottiglia, “per tirarmi su di morale,” dice quello, facendo una pausa per rimettersi in sesto. Ma, per quanto fosse furbo, questa volta mancò il tiro, perché prese la bottiglia sbagliata. “Alla tua salute, Terence,” dice quello, “e ora tira come un demonio.” Detto ciò, afferrò la bottiglia di acqua santa, ma non appena la portò alla bocca lanciò un tale urlo, che sembrava che la stanza si spaccasse in due, e fece un tale salto che la gamba gli si staccò dal corpo e rimase nelle mani di mio padre. 




Ed ecco lo squire cadere giù sul tavolo, e mio padre cadere sulla schiena e scivolare sul pavimento per mezza stanza. Quando ritornò in sé, il bel sole mattutino brillava attraverso gli scuri della finestra, ed era disteso a terra sulla schiena, con la gamba di una grande vecchia seggiola divelta dal suo incastro stretta in mano e puntata verso il soffitto, mentre il vecchio Larry era profondamente addormentato e russava sonoramente come al solito.
Quella stessa mattina, mio padre andò da padre Murphy, e da quel giorno fino alla sua morte non mancò mai di confessarsi o di andare a messa, e quello che raccontava era creduto proprio perché ne parlava di rado. In quanto allo squire, vuoi perché non gli era piaciuto il liquore, vuoi per la perdita della gamba, nessuno lo ha più visto andare in giro.


FINE




1 Il legatario non ha una quota del patrimonio ereditario come accade per l’erede. Il testatore attribuisce al "legatario" un bene o un diritto avente carattere patrimoniale. L'esempio tipico è quello in cui il testatore nomina un soggetto come suo erede universale e dispone un legato a favore di un altro soggetto (ad esempio gli lascia un gioiello di famiglia).
2 Il Saint Patrick’s College and Seminary, il principale seminario d’Irlanda, fu fondato a Maynooth nel 1795 per impedire ai preti irlandesi di andare a educarsi in Francia, per paura delle idee rivoluzionarie.

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