martedì 15 gennaio 2019

La questione dell'eufio


Felicità a kilowatt

TheEupio Question (La questione dell'eufio) dello scrittore statunitense Kurt Vonnegut (1922-2007), è un racconto breve pubblicato nel 1951 nel Collier's Magazine, e successivamente ripubblicato ne In a Cat House e poi in Welcome to the Monkey House.

Romanziere, poeta, saggista e polemista, con una scrittura dai molti codici e dai molti livelli, Vonnegut era stato spesso paragonato a Mark Twain, verso il quale, del resto, nutriva una passione dichiarata.
Nei primi anni '50 aveva iniziato a pubblicare racconti brevi, molti dei quali trattavano di tecnologia e di futuro, cosa che indusse molti critici ad etichettarlo come uno scrittore di fantascienza, etichetta che lo scrittore aveva sempre rifiutato:
"Anni fa ho lavorato per la General Electric a Schenectady e , accerchiato com’ero da macchine e da idee per macchine, non ho potuto far altro che scrivere un romanzo che parlasse di persone e di macchine, e in cui spesso le macchine avevano la meglio sulle persone, come del resto capita nel mondo reale. E’ stato allora che i critici letterari mi hanno informato del fatto che ero uno scrittore di fantascienza. Non lo sapevo mica. Pensavo di aver scritto un romanzo sulla vita, sulle cose che mi toccava vedere e ascoltare a Schenectady, una città più che reale, un’inquietante presenza nel nostro quotidiano già tanto spaventoso. Da allora mi hanno fatto entrare a forza in un cassetto etichettato “ fantascienza”, e adesso vorrei tanto uscirne, soprattutto perché molti dei critici più rispettabili scambiano spesso questo cassetto per un orinale.” (da Divina idiozia. Come guardare al mondo contemporaneo, ed. E/O)

Anche La questione dell'eufio indaga gli effetti nefasti della tecnologia sull'uomo, in particolare la ricerca della felicità, che, secondo la costituzione americana, è uno dei diritti fondamentali dell'uomo. Per Vonnegut ogni forma di felicità offerta dalla tecnologia è puramente sintetica e annulla ogni capacità di giudizio nell'illusione che si possa semplicemente comprare la felicità senza alcuno sforzo. Pertanto, l'apparecchio messo appunto dal dottor Fred Bockman, l'eufio del titolo, che offre “la voce del nulla” captata dal suo radiotelescopio da una “zona vuota” dell'universo e in grado di fornire “felicità a kilowatt” è un congegno che potrebbe far precipitare l'America “in una pericolosa fase della storia in cui gli uomini invece di perseguire la felicità, la comprano.
Anche se le critiche di Vonnegutt erano indirizzate soprattutto ai mass media dell'epoca, in particolare alla televisione, considerata come il focolare elettronico della famiglia, la sua critica è più profonda e si ricollega all'intrinseca natura dell'uomo e pertanto ancor più attuale ai giorni nostri, in cui l'intelligenza artificiale minaccia di superare e soppiantare l'uomo. 
 
Negli stessi anni Ray Bradbury pubblica Fahrenheit 451(1953), dove immagina un mondo in cui i libri, veicolo del pensiero critico, vengono bruciati, mentre enormi televisori interattivi creano comunità virtuali in cui le persone si rifugiano, rinunciando alla vita reale. L'obbiettivo era la televisione, ma già sembra Face Book.

L'idea di una società controllata non più da dittature violente e oppressive, ma attraverso gli strumenti forniti dalla scienza e dalla tecnologia era già stata esplorata da Aldous Huxley nel suo romanzo distopico Brave New World del 1932, in cui immagina una società apparentemente ordinata e felice grazie al soma, una droga euforizzante e antidepressiva.



Mattatoio n. 5 è il romanzo di Vonnegut più conosciuto, nel 1972 ne fu tratto anche un film. La storia si ispira ad un drammatico episodio della vita dello scrittore quando, fatto prigioniero durante la battaglia delle Ardenne, ebbe la ventura di assistere al bombardamento di Dresda dall'interno di una grotta scavata nella roccia sotto un mattatoio, adibita e deposito di carni.

 


 





La questione dell'eufio

Kurt Vonnegut, 1951





Signori e signore della Commissione federale per le comunicazioni*, vi sono grato per l'opportunità di testimoniare sull'argomento di fronte a voi.
Sono spiacente – o forse la parola corretta è 'triste' – per la notizia trapelata al riguardo. Ma ora che questa parola sta circolando e sta pervenendo alla vostra attenzione ufficiale, potrei anche raccontare direttamente la storia e pregare Dio di potervi convincere che non abbiamo bisogno di ciò che abbiamo scoperto.

Non nego che noi tre - Lew Harrison, annunciatore radiofonico, il dottor Fred Bockman, fisico, e io stesso, professore di sociologia - abbiamo trovato la nostra pace mentale. Al contrario. E non dico che non sia giusto che le persone cerchino la loro pace mentale. Ma se qualcuno pensa di volere la pace mentale nel modo scoperto da noi, farebbe molto meglio, invece, a cercare una trombosi coronarica.
Lew, Fred ed io trovammo la pace mentale sedendoci in poltrona e accendendo un dispositivo elettronico grande quanto un televisore da 21 pollici. Niente erbe esotiche, nessuna regola aurea, nessun controllo muscolare, niente ficcanasare nei problemi altrui per dimenticare i propri, niente hobby, taoismo, flessioni o contemplazione del fiore di loto. Il dispositivo è, credo, quello che tanta gente ha previsto come la conquista più importante della civiltà: un aggeggio elettronico, economico, facile da produrre in massa, che può, girando un interruttore, fornire tranquillità. Vedo che qui ne avete uno.
Il mio primo approccio con la pace mentale sintetica è stato sei mesi fa. E fu anche allora, mi dispiace dirlo, che conobbi Lew Harrison. Lew è l'annunciatore capo dell'unica stazione radio della nostra città. Si guadagna da vivere con la sua chiacchiera, e sarei sorpreso se fosse stato qualcun altro a portare l'argomento alla vostra attenzione. Bene, sei mesi fa Lew ideò un programma su un giovane sognatore e mio amico all'università, il dottor Fred Bockman. Diedi a Fred un passaggio fino alla stazione radio, e lui mi invitò ad entrare e restare a guardare. Giusto per sfizio, accettai.
Fred Bockman ha trent'anni, ma ne dimostra diciotto. La vita non ha lasciato segni su di lui, perché non è tipo da prestargli attenzione. Quello a cui presta la gran parte della sua attenzione, e al cui riguardo Lew Harrison voleva intervistarlo, era quel suo ombrello da otto tonnellate con cui ascolta le stelle. E' una grande antenna radio piazzata su un supporto per telescopio. Per come la vedo io, invece di guardare le stelle attraverso un telescopio, lui punta questa cosa nello spazio e cattura i segnali radio proveniente da diversi corpi celesti.
Naturalmente, non ci sono persone che dirigono stazioni radio là fuori. E' solo che molti corpi celesti sprigionano un sacco di energia e una parte di questa può essere intercettata nella banda di radio frequenza. Una cosa buona che fa il dispositivo di Fred è di localizzare le stelle nascoste ai telescopi da grandi nuvole di polvere cosmica. I loro segnali radio attraversano le nuvole e raggiungono l'antenna di Fred.
Questo non è tutto quello che quello strumento può fare, nella sua intervista con Fred, Lew Harrison riservò la parte più esaltante per la fine del programma. “Questo è molto interessante, Dr. Bockman," disse Lew. “Mi dica, il suo radiotelescopio ha scoperto qualcos'altro sull'universo che non sia stato rivelato da un normale telescopio?”
Questo gli diede l'imbeccata. “Sì, certamente,” disse Fred. “Abbiamo individuato circa cinquanta posti nello spazio, non nascosti dalla polvere cosmica, che emettono potenti segnali radio. Tuttavia, sembra che lì non ci sia nessun corpo celeste. “Incredibile!” disse Lew fingendosi sorpreso. “Direi che questa questa è una notizia! Signori e signore, per la prima volta nella storia della radio, vi portiamo il rumore delle misteriose zone vuote del dottor Bockman.” Avevano posizionato un cavo fino all'antenna di Fred nel campus. Lew fece cenno al tecnico di trasmettere i segnali provenienti da lì. “Signori e signore, la voce del nulla.”


Non c'era molto da sentire – un sibilo tremolante, più che altro simile ad uno pneumatico bucato. Si pensava che fosse andato in onda per cinque secondi. Quando il tecnico lo spense, Fred ed io stavamo inspiegabilmente sghignazzando come due idioti. Io mi sentivo rilassato ed eccitato. Lew Harrison aveva l'aspetto di uno capitato nei camerini del Copacabana. Diede un'occhiata all'orologio dello studio, atterrito. Il fischio monotono era stato in onda per cinque minuti! Se il polsino del tecnico non avesse accidentalmente agganciato il pulsante, lo sarebbe ancora stato.
Fred rideva nervosamente e Lew cercava disperatamente la sua battuta nel copione. “Il fischio dal nulla,” disse Lew. "Dr. Bockman, qualcuno ha proposto un nome per questi interessanti zone vuote?”
"No," disse Fred. “Al momento non hanno né un nome né una spiegazione. Le zone vuote da cui provengono questi segnali sono ancora senza spiegazione, ma ne ho suggerito un nome che sembra incominci a fare presa: 'Euforia di Bockman.' Possiamo anche non sapere cosa sono quelle zone ma sappiamo cosa fanno, così il nome è quello giusto. Euforia, dal momento che sta a significare un senso di leggerezza e benessere, è realmente l'unica parola adatta.”
Dopo la trasmissione, Fred, Lew ed io eravamo così cordiali l'un l'altro da sembrare sentimentali.

Non riesco a ricordare quando una trasmissione sia stata così piacevole,” disse Lew. La sincerità non è il suo forte, tuttavia lo pensava davvero.
E' stata una delle più memorabili esperienze della mia vita,” disse Fred, con un'espressione stupefatta, “Straordinariamente piacevole.”
Eravamo tutti imbarazzati per l'emozione che provavamo e, tutti confusi, lasciammo la compagnia in fretta e furia. Corsi a casa per farmi un bicchierino, solo per ritrovarmi nel mezzo di un'altra inquietante esperienza.
La casa era silenziosa, la girai due volte prima di scoprire che non ero solo. Mia moglie, Susan, donna buona e amabile che si vanta di nutrire la sua famiglia bene e con puntualità, giaceva sul divano, fissando il soffitto con aria sognante. “Tesoro,” dissi esitante, “Sono a casa, è ora di cena.”
"Fred Bockman era alla radio oggi,” disse con voce distante.
Lo so. Ero nello studio insieme a lui.”
Era fuori dal mondo,” sospirò. “Semplicemente fuori dal mondo. Quel rumore dallo spazio – quando lo ha acceso, sembrava proprio che tutto mi scivolasse via. Sono rimasta distesa qui, cercando di riprendermi.”
"Uh-huh," dissi, mordendomi le labbra. “Bhe, penso che farei meglio ad andare a prendere Eddie.” Eddie è mio figlio, ha dici anni ed è capitano di una squadra locale di baseball apparentemente invincibile.
Risparmiati la fatica, pa',” disse una vocina nella penombra. “Sei a casa? Cos'è successo? La partita è stata sospesa per via di un attacco atomico?”
Macché. Abbiamo completato otto inning.”
Gliene avete date tante che non hanno voluto continuare, eh?”
Oh, se la cavavano benissimo. Eravamo pari, avevano due giocatori dentro e due fuori.” Parlava come se stesse raccontando un sogno. “E poi,” disse, spalancando gli occhi, “è stato come se tutti avessero perso interesse, se ne sono andati e basta. Sono tornato a casa e ho trovato la vecchia raggomitolata lì, così mi sono disteso a terra.”
Perché?” chiesi incredulo.
Pa',” disse Eddie pensieroso, “che mi venga un colpo se lo so.”
Eddie!” disse la madre.
Ma',” disse Eddie, “che mi venga un colpo se lo sai tu, invece.” Un colpo anche a me se c'era qualcuno in grado di spiegarlo, ma avevo un brutto presentimento. Telefonai a Fred Bockman. “Fred, ti sto disturbando mentre ceni?”
Magari,” disse Fred, “In casa non c'è nemmeno una briciola da mangiare, e le ho pure lasciato la macchina oggi per andare al supermarket. Ora sta cercando di trovare un alimentare aperto.”
Non le è partita la macchina, eh?”
Certo che è partita,” disse Fred. “E' pure andata al supermarket. Poi si è sentita così bene che se ne è andata andata di nuovo via.” Fred sembrava depresso. “Penso che sia privilegio di ogni donna cambiare idea, ma è la menzogna che mi ferisce.”
Ti ha mentito? Non ci credo.”
Ha provato a dirmi che erano andati tutti via insieme a lei – compresi gli impiegati.”
Fred,” dissi, “Ho delle novità per te. Posso venire da te dopo cena?”
Quando arrivai alla fattoria di Fred, stava fissando, interdetto, il giornale della sera.
L'intera città è diventata matta!” disse Fred. “Senza nessun motivo, tutte le macchine si sono accostate al marciapiedi come se stesse passando il camion dei pompieri. Dice che qui la gente si è zittita a metà frase ed è rimasta in quel modo per cinque minuti. Centinaia si aggiravano al freddo in t-shirt ghignando come in una pubblicità del dentifricio.” Agitò il giornale. “Questo è quello di cui volevi parlarmi?”
Annuii. “E' successo tutto mentre veniva trasmesso quel rumore e pensavo che forse...”
Le possibilità che ci possa essere un qualche dubbio al riguardo sono una su un milione.” disse Fred. “Il tempo coincide al secondo.”
Ma la maggior parte della gente non stava ascoltando il programma.”
Non era necessario che ascoltassero, se la mia teoria è giusta. Noi abbiamo captato quei deboli segnali dallo spazio, li abbiamo amplificati circa un migliaio di volte e li abbiamo ritrasmessi. Tutti quelli nel raggio di azione della trasmittente hanno ricevuto una bella dose di radiazioni intensificate, che lo volessero o no.” Fred rabbrividì. “Apparentemente è come camminare lungo un campo di marijuana che brucia.”


Come mai non ne hai mai sentito gli effetti?”
Perché non ho mai amplificato e ritrasmesso il segnale. La trasmettente della stazione è quello che veramente gli ha dato la scossa.”
E ora cosa hai intenzione di fare?”
Fred sembrò sorpreso. “Fare? Cos'altro c'è da fare se non raccontare tutto ad una rivista specializzata?”
Senza che nessuno bussasse, la porta d'ingresso si spalancò e Lew Harrison, accalorato e ansimante, si precipitò nella stanza e si tolse il cappotto come se fosse la cappa di un torero. “Stai mettendo al corrente anche lui?” chiese, indicandomi. Fred lo guardò sorpreso. “Riguardo a cosa?”
I milioni,” disse Lew. “I miliardi.”
Meraviglioso,” disse Fred. “Di cosa stai parlando?”
Il rumore proveniente dalle stelle!” disse Lew “Lo amano. Li fa diventare matti. Hai visto i giornali?” Si calmò un istante. “E' stato il rumore che lo ha fatto, vero Doc?”
Pensiamo di sì,” disse Fred. Sembrava preoccupato. “Come, esattamente, suggerisci di mettere le mani su questi milioni o miliardi?”
Proprietà immoiliare!” disse Lew con espressione rapita. 
“Lew, come puoi tirar soldi da questo aggeggio se non ottieni il monopolio dell'universo? E, Lew, mi sono chiesto, come puoi vendere questa roba se chiunque può averla gratis quando la trasmetti?”
Forse è il genere di cose da cui non si dovrebbe ricavare denaro,” suggerii. “Voglio dire, non sappiamo granché al riguardo...”
La felicità è una cosa cattiva?” mi interruppe Lew. “No,” ammisi.
Okay, e quello che dovremmo fare con questa roba è rendere felice la gente. Ora suppongo che mi dirai che è una cosa cattiva?”
La gente dovrebbe essere felice,” disse Fred.
"Okay, okay," disse Fred con sufficienza. “Questo è quello che faremo per la gente. E il modo in cui la gente può mostrare la sua gratitudine è in proprietà immobiliare.” Guardò fuori dalla finestra. “Bene… un fienile. Possiamo partire proprio da lì. Montiamo un trasmettitore nel fienile e lo colleghiamo alla tua antenna, Doc, e otteniamo uno sviluppo edilizio.”
Scusa,” disse Fred. “Non ti seguo. Questo posto non è adatto ad uno sviluppo edilizio. Le strade sono insufficienti, non c'è un servizio autobus o un centro commerciale, il panorama è scadente e il terreno è pieno di sassi.”
Lew diede qualche gomitata a Fred. “ Doc, Doc, Doc… certamente ci sono degli inconvenienti, ma con una trasmittente nel fienile, gli puoi donare la cosa più preziosa di tutta la creazione: la felicità.”
Euphoria Heights,” dissi.
Grande!” disse Lew, “io mi occupo dei possibili clienti, Doc, e tu ti metti a sedere su nel fienile con la mano sul pulsante. Appena il cliente arriva e tu gli spari addosso la felicità, pagherà qualunque prezzo per avere un appezzamento di terreno.”
Casa mia, casa mia… finché dura l'elettricità,” dissi.
Allora,” disse Lew, con occhi scintillanti, “quando avremo venduto tutti quei lotti, sposteremo il trasmettitore e inizieremo una nuova speculazione edilizia. Forse dovremmo avere in giro una flotta di trasmettitori.” Schioccò le dita. “Ma certo! Montiamoli su ruote.”
Mi sa che la polizia non la prenderà bene,” disse Fred.
Okay, così quando verranno ad investigare, premi il solito interruttore e dagli una scossa di felicità.” Rabbrividì. “Diavolo, potrei perfino diventare generoso e regalargli un lotto all'angolo.”
No,” disse Fred sommessamente. “Meglio non stuzzicare il can che dorme.”
Allora diamogli una scossettina,” disse Lew allegramente.
No,” disse Fred. “Scusa.”
"Okay," disse Lew, alzandosi e camminando su e giù per la stanza. “Ero preparato a questo. Ho un'alternativa, ed è assolutamente legittima. Costruiremo un piccolo amplificatore con un trasmettitore ed un'antenna incorporata. Costruirlo non dovrebbe costare più di cinquanta dollari, diciamo. Possiamo metterci d'accordo con la compagnia telefonica per incanalare i segnali dalla tua antenna direttamente nelle case della gente che possiede il dispositivo. Il dispositivo riceve il segnale dalla linea telefonica, lo amplifica e lo trasmette nelle case per fare felici tutti quelli che ci abitano. Capite? Invece di accendere la radio o la televisione, tutti vorranno accendere la felicità. Niente attori, niente teatri di posa, niente costose telecamere… niente altro che quel sibilo.”


Lo potremmo chiamare euforiafono,” suggerii, “oppure eufio, per abbreviare.”
Grande, grande,” disse Lew, “che ne dici, Doc?”
Non lo so.” Fred sembrava preoccupato. “Queste cose non sono alla mia portata.”
Dobbiamo tutti riconoscere i nostri limiti, Doc,” disse Lew con espansività. “Io mi occuperò della parte commerciale, e tu ti occuperai della parte tecnica.”
Fece un movimento come per mettersi il cappotto. “O forse non vuoi diventare milionario?”
Oh, sì, sì certo che lo voglio,” si affrettò a dire Fred. “Sì, certamente.”
Benissimo,” disse Lew, fregandosi le mani, “la prima cosa da farsi è costruire uno di quegli apparecchi e testarlo.”
Questa parte del progetto era proprio fatta per Fred, e potei constatare che la cosa lo interessava. “E' un congegno veramente semplice,” disse. “Suppongo che possiamo metterne insieme uno e testarlo qui la prossima settimana.”
Il primo test dell'euforiafono, o eufio, ebbe luogo nel soggiorno di Fred Bockman un sabato pomeriggio, cinque giorni dopo la sensazionale trasmissione radiofonica di Fred e Lew.
C'erano cinque cavie - Lew, Fred e sua moglie Marion, mia moglie Susan e mio figlio Eddie. I Bockman avevano sistemato le sedie in cerchio intorno ad un tavolo da gioco, su cui era adagiata una scatola grigia di acciaio. Dalla scatola sporgeva una lunga antenna ad asta che sfiorava il soffitto. Mentre Fred armeggiava con la scatola, noialtri chiacchieravamo nervosamente mangiando sandwiches e bevendo birra. Eddie, naturalmente, non stava bevendo birra, sebbene avesse un gran bisogno di qualcosa per calmarsi. 
 
Era seccato per il fatto di essere stato portato alla fattoria invece che ad una partita di baseball… e minacciava di rifarsi proprio sui mobili stile country di Bockman. Stava giocando da solo facendo una serie di tiri indiavolati vicino alla porta finestra con una vecchia palla da tennis e un attizzatoio. “Eddie,” disse Susan per la decima volta, “Per favore, smetti.”
E' tutto sotto controllo,” disse Eddie sprezzante, lanciando la palla sulle quattro pareti e afferrandola con una sola mano
Marion, che sfogava il suo istinto materno sul suo mobilio immacolato, non poteva nascondere la sua preoccupazione riguardo al fatto che Eddie stesse trasformando la stanza in una palestra.
Lew cercava di calmarla a modo suo. “Fagli sfasciare tutto,” disse Lew. “Presto andrai a vivere in un palazzo.”
E' pronto,” sussurrò Fred. Lo guardammo con nauseante temerarietà. Fred inserì due spinotti della linea telefonica nella scatola grigia. Questa era la linea diretta con la sua antenna sul campus, e un meccanismo avrebbe mantenuto l'antenna fissa su una delle misteriose zone vuote nel cielo, la più potente dell'Euforia di Bockman. Inserì un cavo in una presa elettrica nel battiscopa e appoggiò la mano sull'interruttore. “Pronti?”
No, Fred!” dissi. Ero impietrito per la paura.
Accendilo, accendilo,” disse Lew. “Non avremmo avuto il telefono oggi se non avessi preso l'iniziativa di farne richiesta.”
Resterò qui vicino all'interruttore, pronto a spegnerlo se qualcosa va male,” disse Fred con tono rassicurante. Ci fu un clic, un brusio e l'eufio si accese.
Un profondo, unanime sospiro riempì la stanza. L'attizzatoio scivolò dalle mani di Eddie. Attraversò la stanza in una specie di maestoso valzer, si inginocchiò accanto alla madre e le appoggiò la testa in grembo. Fred si allontanò dalla sua postazione, canticchiando, con gli occhi socchiusi.





Lew Harrison fu il primo a parlare, proseguendo la sua conversazione con Marion. “Ma chi se ne importa della ricchezza materiale?” chiese pensieroso. Si rivolse a Susan per conferma.
"Uh-uh," disse Susan, scuotendo la testa con aria sognante. Abbracciò Lew e lo baciò per circa cinque minuti.
Ehi,” dissi, dando una pacca sulla schiena di Susan, “voi ragazzi andate d'accordo, vero? Non è una cosa carina, Fred?”
Eddie,” dissi con sollecitudine, “penso che c'è una vera palla da baseball nella credenza della sala. Una palla nuova. Non sarebbe più divertente di quella vecchia palla da tennis?” Eddie non si mosse.
Fred si stava ancora aggirando nella stanza, sorridendo, con gli occhi chiusi lungo il tragitto. Il tacco della scarpa restò impigliato nel filo di una lampada e cadde lungo disteso sul focolare, con la testa nella cenere. “Ehi, gente,” disse, con gli occhi ancora chiusi. “ho battuto la testa su un alare.” Rimase lì, ridacchiando di quando in quando.
Il campanello sta suonando da un po',” disse Susan. “Non credo significhi qualcosa.”
Avanti, avanti,” gridai. Questo, in qualche modo, sembrò terribilmente buffo. Tutti ridemmo fragorosamente, incluso Fred, le cui risate sguaiate sollevavano nuvolette grige dal focolare.
* * *
L'invito era stato accolto da un vecchietto molto serio vestito di bianco, che ora era fermo all'ingresso e ci guardava allarmato. “Lattaio,” disse incerto. Mostrò un pezzo di carta a Marion. “Non riesco a leggere l'ultima riga del vostro biglietto,” disse. “Cos'è questa nota riguardo ai fiocchi di latte, latte,latte, latte, latte...” La sua voce andò scemando mentre si sistemava, a gambe incrociate, sul pavimento accanto a Marion. Dopo essere rimasto in silenzio per tre quarti d'ora circa, il suo viso assunse un'espressione preoccupata “Bene,” disse con tono apatico, “posso rimanere per un minuto soltanto, il mio furgone è parcheggiato sul bordo della strada, potrebbe bloccare il traffico.” Iniziò ad alzarsi. Lew diede un giro alla manopola del volume dell'eufio. Il lattaio si afflosciò a terra. “"Aaaaaaaaaaah," fecero tutti.
La giornata giusta per stare in casa,” disse il lattaio. “La radio dice che acchiapperemo la coda di un uragano atlantico.”
Lasciala arrivare,” dissi. “Ho parcheggiato la macchina sotto un grande albero morto.” La cosa sembrò ragionevole. Nessuno obbiettò alcunché. Scivolai di nuovo in una calda nebbia silenziosa senza pensare a niente. Questi intervalli sembravano durare solo alcuni secondi prima di essere interrotti dalla conversazione dei nuovi arrivati. Col senno di poi, ora mi rendo conto che raramente duravano meno di sei ore.
Fui risvegliato nel mezzo di uno di questi momenti, ricordo, dall'insistente squillo del campanello della porta. “Ho detto avanti,” borbottai.” “E l'ho fatto,” borbottò il lattaio.
La porta si spalancò e un poliziotto entrò e ci fissò arrabbiato. “Chi diavolo ha parcheggiato il furgone del latte in modo da bloccare la strada?” chiese. Individuò il lattaio. “Ah! Non lo sa che qualcuno sbucando da una curva cieca potrebbe andarci a sbattere e ammazzarsi?” Sbadigliò e la sua espressione feroce lasciò il posto ad un affettuoso sorriso. “E' così dannatamente improbabile,” disse, “Non so proprio perché l'ho tirato in mezzo.” Si sedette accanto ad Eddie. “Ehi, ragazzino, ti piacciono le pistole?” Tolse il suo revolver dalla fondina. “Guarda, proprio come quella di Hoppy.”


Hopalong Cassidy—interpretato dall'attore William Boyd
Eddie prese la pistola e mirò ad una bottiglia della collezione di Marion e fece fuoco. Una grande bottiglia blu esplose in mille pezzi e la finestra dietro andò in frantumi. L'aria fredda entrò ruggendo attraverso l'apertura.
Prima o poi farà il poliziotto,” ridacchiò Marion.
Dio, sono felice,” dissi, sentendomi un po' commosso. “Ho il più fantastico ragazzino, il più fantastico gruppo di amici e la più fantastica moglie del mondo.” Sentii la pistola sparare una seconda volta e poi caddi in un oblio celestiale.
Il campanello della porta mi svegliò di nuovo. “Quante volte devo dirvi – per amor di Dio, di entrare,” dissi, senza aprire gli occhi.
L'ho fatto,” disse il lattaio.
Sentii il calpestio di molti piedi, ma non non me ne curai. Un po' più tardi, mi accorsi di avere difficoltà a respirare. Investigando scoprii che alcuni boy scout si erano accampati sul mio petto e sulla mia pancia. “Vuoi qualcosa?” chiesi al ragazzino il che mi stava alitando in faccia il suo ritmico respiro caldo.
La pattuglia delle marmotte voleva vecchi giornali, ma se ne è dimenticata,” disse. “Noi dovevamo solo portarli da qualche parte.”
E i vostri genitori sanno dove siete?”
Oh, sicuro. Erano preoccupati e ci hanno seguiti.” E fece cenno col pollice ad alcune coppie allineate lungo il battiscopa, che sorridevano a denti stretti al vento e alla pioggia che li sferzavano attraverso il vetro rotto.
Ma', ho un po' di fame,” disse Eddie.
Oh, Eddie! Non vorrai costringere tua madre a cucinare proprio quando ci stiamo divertendo tanto,” disse Susan.
Lew Harrison diede un altro giro alla manopola dell'eufio. “Allora, ragazzi, che ne dite?”
"Aaaaaaaaaaah," fecero tutti.
Quando riemersi di nuovo dal mio oblio, tastai intorno alla ricerca delle giovani marmotte, ma non le trovai. Aprii gli occhi e scoprii che stavano vicino ad un finestrone del soggiorno insieme ad Eddie, il lattaio e Lew, ed erano tutti sorridenti. All'esterno il vento ruggiva e sferzava selvaggiamente e spingeva le gocce di pioggia attraverso la finestra rotta come se fossero state sparate da un fucile. Scossi gentilmente Susan e andammo alla finestra per vedere cosa potesse esser così divertente.
Sta cadendo, sta cadendo, sta cadendo” gridava estatico il lattaio.
Susan ed io arrivammo giusto in tempo per unirci al coro mentre un grande olmo crollava sulla nostra berlina.
Cra-nch!” disse Susan, ed io risi finché mi fece male lo stomaco. “Porta qui Fred,” disse Lew con fare  concitato. “Si perderà lo spettacolo del fienile che vola via!”
Hmm?” mugugnò Fred dal focolare. “Acc, Fred, te lo sei perso,” disse. “Ora sì che vedremo qualcosa di eccezionale,” gridò Eddie. “Questa volta tocca alla linea elettrica. Guardate quel pioppo come si inclina!” Il pioppo si inclinava sempre più vicino, sempre più vicino, sempre più vicino alla linea elettrica e poi una raffica di vento lo buttò giù fra una grandinata di scintille e un groviglio di fili. Le luci della casa si spensero.
Ora c'era solo il rumore del vento. “Com'è successo che nessuno ha festeggiato?” disse Lew sottovoce. “L'eufio… si è spento!”
Dal focolare si levò un terribile rantolo “Dio, penso di avere una commozione cerebrale.”
Marion si inginocchiò accanto al marito e pianse. “Caro, povero caro, cosa ti è successo?”
Guardai la donna che cingevo tra le mie braccia – una terribile veccia megera, con gli occhi rossi infossati nelle orbite e i capelli come quelli della Medusa. “Uh,” dissi e mi voltai disgustato. “Tesoro,” piagnucolò la strega, “sono io, Susan.” L'aria si riempì di lamenti e pianti penosi per mancanza di acqua e cibo. Improvvisamente la stanza era diventata terribilmente fredda. Soltanto un attimo prima mi era sembrato di stare ai tropici.
Chi ha preso la mia dannata pistola?” disse il poliziotto disperato. Un ragazzo che non avevo notato prima stava seduto in un angolo, sfogliando tristemente una pila di telegrammi ed emettendo dei suoni chioccianti.
Rabbrividii. “Scommetto che è domenica mattina,” dissi. “Siamo rimasti qui per dodici ore!” Era lunedì mattina.
Il ragazzo era sbalordito. “Domenica mattina? Sono arrivato qui domenica sera.” Guardò tutto intorno la stanza. “Sembra proprio uno di quei cinegiornali, vero?” Il capo della pattuglia di marmotte, con l'incredibile energia della gioventù, fu l'eroe della giornata. Dispose i suoi uomini su due file e li arringò come un vecchio sergente dell'esercito. Mentre il resto di noi giaceva disteso in giro per la stanza piagnucolando per la fame, il freddo e la sete, la pattuglia fece ripartire la caldaia, ci portò le coperte, applicò compresse fredde alla testa di Fred e ai numerosi stinchi scorticati, tappò la finestra rotta e preparò secchiate di cacao e caffè.
Entro due ore da quando la corrente elettrica e l'eufio si erano spenti, la casa era calda e noi avevamo mangiato. Le emergenze respiratorie più gravi – i genitori che erano rimasti seduti vicino alla finestra rotta per ventiquattro ore – erano stati pompati di penicillina e trasportati all'ospedale. Il lattaio, il ragazzo e il poliziotto avevano rifiutato le cure e se ne erano andati a casa. Le giovani marmotte avevano salutato educatamente ed erano andati via. All'esterno, gli operai stavano lavorando sulla linea elettrica. Rimaneva solo il gruppo originale - Lew, Fred e Marion, Susan ed io ed Eddie. Fred, scoprimmo, aveva delle brutte contusioni e abrasioni ma nessuna commozione cerebrale.
Susan si era addormentata appena mangiato. Adesso si stava stiracchiando. “Cos'è successo?”
Felicità,” le dissi.”Incomparabile, ininterrotta felicità – felicità a kilowatt.”
Lew Harrison, che sembrava un anarchico con i suoi feroci occhi rossi e la barba nera, era rimasto a scrivere furiosamente in un angolo della stanza. “Questa è buona: felicità a kilowatt,” disse. “Compra la felicità come compri la luce.”
Contrai la felicità come contrai l'influenza!” disse Fred, starnutendo.
Lew lo ignorò. “E' una campagna pubblicitaria, capite? Il primo annuncio pubblicitario è per gli intellettuali: 'Il prezzo di un libro, che può rivelarsi una delusione, ti comprerà sessanta ore di eufio. L'eufio non delude mai.' Poi andremo a colpire la classe media con il prossimo...”
Nelle palle?” disse Fred.
Cosa vi succede?” disse Lew. “Vi comportate come se l'esperimento fosse fallito.”
Bronchiti e malnutrizione era ciò ce speravamo di ottenere?” disse.
Ne abbiamo avuto una dimostrazione in questa stanza, e abbiamo reso felici tutti, dal primo all'ultimo,” disse Lew. “Non solamente per un'ora, né per un giorno ma per due giorni di seguito.” Si alzò lentamente dalla sedia. “Allora quello che faremo per evitare di uccidere i fruitori dell'eufio è di accenderlo e spegnerlo con un timer, chiaro? Il proprietario lo regola così che si accenda appena lui ritorna a casa e si spegnerà all'ora di cena, si riaccenderà dopo cena e si spegnerà prima di andare a letto, di nuovo acceso dopo la prima colazione, spento quando è ora di andare al lavoro, poi di nuovo acceso per la moglie e i bambini.”
Si passò le mani tra i capelli e roteò gli occhi. “E i punti vendita – mio Dio, i punti vendita! Niente giocattoli costosi per i bambini. Per il costo di un biglietto per il cinema, la gente potrà comprare trenta ore di eufio. Per il prezzo di una bottiglia di whisky, potranno comprare settanta ore di eufio!”
Oppure una bottiglia formato famiglia di cianuro,” disse Fred.
Non capite?” disse Lew incredulo. “Riunirà le famiglie, salverà il focolare domestico americano. Non più liti su quali programmi tv o radio seguire. L'eufio accontenta tutti – ne abbiamo la prova. E non esiste una cosa come un programma eufio noioso.
Fu interrotto da qualcuno che bussava alla porta. Un tecnico fece capolino per annunciare che l'elettricità sarebbe ritornata entro due minuti.
Ascolta, Lew,” disse Fred, “questo piccolo mostro potrebbe uccidere la civiltà in minor tempo di quanto gli ci vorrebbe per essere ridotta
in cenere. Non ci metteremo nel business dell'incretinimento, e questo è quanto.”
Stai scherzando!” disse Lew stupefatto. Si rivolse a Marion. “Non vuoi che tuo marito guadagni un milione?”
Non gestendo una fumeria d'oppio elettronica,” disse Marion con freddezza.

Lew si diede una pacca sulla fronte.
“E' quello che vuole il pubblico. E' come se Louis Pasteur si rifiutasse di pastorizzare il latte.”

Sarà bello avere di nuovo l'elettricità,” disse Marion, cambiando argomento. “Luci, acqua calda, la pompa, il… oh, Dio!”
Le luci ritornarono nello stesso momento in cui lo disse, ma Fred ed io eravamo già a mezz'aria, planando sulla scatola grigia. Vi cademmo sopra contemporaneamente. Il tavolino da gioco si sfasciò e la spina fu strappata dalla presa nella parte. Le valvole dell'eufio per un momento emanarono un bagliore rosso e poi si spensero.
Senza tradire alcuna emozione, Fred prese un cacciavite dalla tasca e rimosse il coperchio della scatola.
Ti piacerebbe dare battaglia al progresso?” disse, offrendomi l'attizzatoio che Eddie aveva lasciato cadere.
In un attacco d'ira, colpii e distrussi il vetro e i cavi dell'eufio. Con la mia mano sinistra, e con l'aiuto di Fred, impedii a Lew di gettarsi tra l'attizzatoio e l'apparecchio.
Pensavo che fossi dalla mia parte,” disse Lew.
Se fai una sola parola con qualcuno riguardo all'eufio,” dissi, “sarò felice di fare a te quello che ho appena fatto all'eufio.”


***
E a questo punto, signore e signori della Commissione federale per le comunicazioni, pensavo che la faccenda fosse finita là. Meritava di finire là. Ma, grazie alla boccaccia di Lew Harrison, la voce si è sparsa. Vi ha consegnato una petizione per avviare lo sfruttamento commerciale dell'eufio. Lui e i suoi finanziatori hanno costruito un proprio radiotelescopio. Permettetemi di ribadire che tutte le asserzioni di Lew sono vere, l'eufio è in grado di fare tutto ciò lui dice che può fare. La felicità che procura è perfetta e inesauribile anche di fronte a incredibili avversità. Tragedie simili a quelle del primo esperimento possono essere senza dubbio evitate con un temporizzatore per accendere e spegnere l'apparecchio. Vedo, infatti, che sul tavolo di fronte a voi ce ne è uno dotato di temporizzatore.
Il problema non è se l'eufio funzioni. Perché funziona. Il problema è, piuttosto, se entrare in una nuova e dolorosa fase della storia dove gli uomini non perseguono più la felicità ma la comprano. Non è questo il tempo in cui l'oblio diventi una mania nazionale L'unico beneficio che potremmo trarre dall'eufio sarebbe se potessimo in qualche modo erigere una barriera di pace mentale contro i nostri nemici e allo stesso tempo proteggere la nostra gente da essa. 

 
In conclusione, vorrei sottolineare che Lew Harrison, il potenziale zar dell'eufio, è una persona priva di scrupoli, indegna della pubblica fiducia. Non mi sorprenderebbe, per esempio, se avesse predisposto il temporizzatore su questo prototipo di eufio in modo tale che le sue radiazioni confondano il vostro giudizio quando cercherete di giungere ad una decisione. Infatti, sembra emettere un ronzio sospetto proprio in questo momento ed io sono così felice che potrei piangere. Ho il miglior figlioletto, la miglior moglie e i migliori amici del mondo. E il buon vecchio Lew Harrison è il sale della terra, credetemi. Di certo, gli auguro tanta fortuna per la sua nuova impresa.

FINE


*La Federal Communications Commission (FCC) fondata nel 1934 è un'agenzia indipendente degli Stati Uniti creata per statuto con lo scopo di regolare le comunicazioni interstatali via radio, televisione, satellite e cavo. L'agenzia serve il pubblico per quel che riguarda l'accesso alla banda larga, la leale competizione, l'uso delle frequenze radio, la responsabilità dei media, la sicurezza pubblica e quella nazionale.























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