Fitz-James
O'Brien, scritto anche Fitz James (1828 – 1862), è
stato uno scrittore irlandese naturalizzato statunitense, considerato
uno dei precursori del moderno genere fantascientifico. La sua vita,
intensa e a tratti avventurosa, si arricchì ben presto di un alone
romantico e quasi leggendario, come la sua letteratura. Morì a 33
anni durante la guerra civile americana.
Fra
i suoi racconti
La
lente di diamante
(The
Diamond Lens)
(1858) e Il
forgiatore di meraviglie
(The
Wonder Smith)
(1859), restano capolavori insuperati dell'immaginazione. La
sua opera sarà un
modello
per
i
più grandi autori del fantastico, da Maupassant a Lovecraft, da
Wells a Merrith.
La
storia che vi propongo Che
cos'era? Un mistero (What Was It? A
Mystery) (1859) è invece uno dei primi esempi conosciuti di
invisibilità nella narrativa.
Il
racconto è ambientato a New York ed è narrato in prima persona dal
protagonista, interessato al
soprannaturale e sovrapponibile all’autore, avendo scritto una
storia ‘basata su un fantasma.’
Al
centro della vicenda c’è una casa considerata infestata, dopo che
il suo ricco proprietario, Mister A., muore di crepacuore in seguito
ad una vergognosa bancarotta. I custodi che si susseguono lamentano
strani rumori, porte che sbattono ecc., come nella migliore antologia
horror, al punto che nessuno vuole più abitarci, finché la padrona
della pensione dove abita il protagonista, in accordo con i suoi
pensionanti, descritti come ‘piuttosto audaci e
disincantati,’ decide di prenderla in affitto. I nuovi
inquilini, tuttavia, restano delusi dal fatto che nessun caso
straordinario si manifesti e al narratore e al suo amico Hammond non
resta che godere della reciproca compagnia, accomunati dal loro vizio
segreto, l’oppio, e dal loro interesse per il soprannaturale. Una
notte, dopo un’inquietante conversazione su quale sia “...il
più grande elemento del terrore?”
il protagonista è assalito
nel letto da qualcosa caduta
dal soffitto: “morso
alla spalla, al collo e al petto da denti aguzzi; costretto a
proteggere continuamente la gola da un paio di mani nervose e agili.”
Quando alla fine riesce a liberarsi, scopre con
sgomento che il suo
assalitore è invisibile: “Io
non vidi assolutamente niente! Nemmeno una
sagoma...
un vapore!”
Con
l’aiuto di Hammond, il Mistero, come lo chiama il narratore, viene
legato e reso inoffensivo, mentre gli altri inquilini, in preda al
terrore, abbandonano la casa. Per i due amici, tuttavia, la curiosità
prevale sulla paura, così, con l’aiuto di un medico e un
modellista, riescono a prendere un calco della creatura: “Aveva
la forma di un uomo – distorto, rozzo, orribile, ma tuttavia un
uomo. Era piccolo, non più alto di un metro e trenta e i suoi arti
rivelavano
uno sviluppo muscolare senza eguali. La sua faccia sorpassava in
mostruosità qualunque cosa avessi mai visto.”
In
attesa di decidere il destino di questo Orrore,
i due amici continuano a tenerlo prigioniero, e cercano di nutrirlo
come meglio possono, ma nessun cibo viene accettato. Ai due non resta
che assistere impotenti alla lenta morte per fame del loro
prigioniero.
Questo
demone cannibalesco che assale il
narratore nel
cuore della notte richiama alla mente il famoso dipinto di Fuessli,
L’incubo.
Ma qual è l’incubo che tormenta il sonno del nostro autore? La
morte per fame dell’uomo invisibile, a cui i protagonisti assistono
impotenti, è forse la rievocazione dolorosa della GreatFamine,
la grande carestia che colpì l’Irlanda dal
1845
al 1849, che uccise un milione di persone e costrinse ad emigrare in
America altri
due
milioni
di persone nel decennio successivo, tra cui l’autore stesso. Anche
le vittime di quella carestia rimasero invisibili all’Inghilterra,
che allora dominava l’isola con pugno di ferro, e
lasciate
a morire di fame, vittime
non solo della malattia della patata, praticamente l’unico cibo per
i poveri, ma anche da una politica ottusamente liberista che mise le
ragioni del mercato davanti al diritto alla vita.
“An
Irish Peasant Family Discovering the Blight of Their Store,” an
1847 painting by Daniel Macdonald.Credit...National Folklore
Collection, University College Dublin
Resta
il lascito letterario dell’uomo invisibile come incarnazione degli
incubi interiori dell’uomo moderno, ripreso da H.G. Wells ne L’uomo
invisibile, da
Maupassant
ne La
Horla, ma
anche il misterioso Mr. Hyde di Stevenson sembra, a tratti,
l’incarnazione del Mistero: “Mr Hyde era
pallido e simile ad un nano, dava l’impressione di essere deforme
senza tuttavia alcuna evidente deformità...”
🎯Letture
collegate:
Che
cos’era? Un mistero
di
FITZ-JAMES
O'BRIEN
E’
con estrema esitazione, lo confesso, che mi approccio all’incredibile
storia che sto per raccontarvi. Gli eventi che mi propongo di
descrivere sono di una natura così straordinaria che sono pronto a
confrontarmi con un’eccezionale quantità di scetticismo e
derisione. Accetto tutto ciò a prescindere. Credo di possedere il
coraggio letterario di affrontare l’incredulità. Dopo matura
considerazione, ho deciso di narrare, nel modo più semplice e
diretto di cui sono capace, alcuni fatti che mi è capitato di
osservare, nel luglio scorso, e che, negli annali dei misteri delle
scienze naturali, non hanno eguali.