UN AMERICANO ALLA CORTE DEL SOL LEVANTE
“Lafcadio
Hearn, strange, wandering, and exotic” così lo definisce H.P.
Lovecraft nel suo famoso saggio “Supernatural Horror in Literature”
(1927). E sicuramente questi tre aggettivi ben descrivono la vita
avventurosa e lo stile di questo autore ormai quasi dimenticato, ma
che fu un importante mediatore tra la cultura occidentale e quella
giapponese. Morì nel settembre del 1904, alla vigilia del conflitto
tra Russia e Giappone per il controllo della Manciuria e della Corea,
e che si concluse nel 1905 con una delle prime vittorie dell'era
moderna di una nazione asiatica su una europea: il Giappone rafforzò
così il suo prestigio e cominciò ad essere considerato una grande
potenza moderna.
Ma
questo vagabondo delle isole non fu attratto dalla modernità, bensì
da quel Giappone che stava ormai sparendo tra le ombre - avendo
sempre preferito le ombre alla luce – e vi si tuffò dentro,
crogiolandosi nell'illusione che quello fosse il “vero” Giappone.
Fu
in un'isola greca, Leucade (Lefkada, da cui il suo nome), che nel
1850 venne al mondo, figlio di un ufficiale irlandese dell'esercito
inglese e di una donna greca. A sei anni si trasferì in Irlanda,
dove ricevette un'educazione piuttosto casuale. A diciannove anni -
dopo una breve e spasmodica esperienza educativa in Inghilterra e
Francia - fu spedito negli Stati Uniti, e qui, dopo un periodo di
grande indigenza, il suo talento gli permise di diventare un
affermato giornalista, particolarmente affascinato da storie “fuori
dall'ordinario.” I suoi articoli di cronaca nera, pieni di dettagli
raccapriccianti, erano letteralmente divorati dai suoi lettori.
Nel
1889 fu inviato in Giappone come giornalista corrispondente. Qui
Hearn si sentì finalmente a casa e trovò la sua più grande
ispirazione. Lavorò come insegnante di letteratura inglese e sposò
Setsu Koizumi, la figlia di una famiglia di samurai, diventando un
Giapponese naturalizzato con il nome di Koizumi Yakumo.
Il suo
periodo più prolifico fu tra il 1896 e il 1903. In questo periodo
scrisse sui costumi, la religione e la letteratura del Giappone
e
tradusse
in
un inglese fluido e allusivo storie e leggende del folklore nipponico
- Exotics and
Retrospective
(1898), In Ghostly
Japan (1899),
Shadowings
(1900), A Japanese
Miscellany (1901),
Kottó:Being Japanese Curios, with Sundry Cobwebs (1902).
Nel 1904
pubblicò Kwaidan,
una raccolta di storie soprannaturali, da cui è tratto il racconto
che ho tradotto per voi: LA STORIA DI MIMI-NASHI-HOICHI, sulle
disavventure di un povero cantore cieco narrate
in uno stile sospeso
tra horror, dettagli
splatter e macabra
comicità. Nel 1965 fu girato il film Kwaidan,
ispirato a quattro dei racconti contenuti nel libro - inclusa la storia
di Hoichi - che
fu molto
apprezzato dalla critica.
Il
suo ultimo e più conosciuto libro,
Japan, an Attempt at an Interpretation
(1904) , contiene una serie di lezioni che avrebbe dovuto tenere per
la Cornell University
(N.Y.),
ma Hearn morì prima di poter ritornare negli States. Questi scritti
rappresentano una presa di distanza dalla sua prima e idealizzata
visione del
Giappone e gli diedero
una nuova e drammatica notorietà durante la seconda guerra mondiale.
LIBRI
CONSIGLIATI:
Centouno storie
zen
cur. Senzaki N., Reps P., 1973, Adelphi
cur. Senzaki N., Reps P., 1973, Adelphi
Bashô Matsuo, cur. Muramatsu M., 2008, La Vita Felice
Kokoro. Il cuore della vita giapponese
Hearn Lafcadio, 2013, Luni Editrice
Nel Giappone spettrale
Hearn Lafcadio, cur. Rovagnati G., 1991, Tranchida
Il bambino che
disegnava gatti-The boy who drew cats
Hearn Lafcadio, 1992, Ugo Mursia Editor
Hearn Lafcadio, 1992, Ugo Mursia Editor
LA
STORIA DI MIMI-NASHI-HOICHI
Lafgadio
Hearn
Più
di settecento anni fa, a Dan-no-ura, negli stretti di Shimonoseki,
fu combattuta l'ultima battaglia del lungo conflitto tra il clan
degli Heike, o Taira, e quello degli Genji, o Minamoto*.
In
quella battaglia il clan degli Heike fu completamente annientato,
insieme alle loro donne e ai loro figli, e al loro imperatore bambino
– ora ricordato col nome di Antoku Tenno*.
E quel mare e quella spiaggia sono stati infestati da fantasmi per
settecento anni... In un altro scritto vi ho raccontato degli strani
granchi che si trovano lì, chiamati granchi Heike, che hanno un
volto umano sul dorso, e si dice che siano gli spiriti dei guerrieri
Heike1.
Ma lungo la costa si possono vedere e sentire molte cose strane.
Nelle notti senza luna, migliaia di fuochi fatui aleggiano sulla
spiaggia, o fluttuano sulle onde, - pallide luci che i pescatori
chiamano Oni-bi, o fuochi demoniaci; e, ogni qual volta i venti si
levano, dal mare arriva il suono di forti urla, simile al clamore di
una battaglia.
Negli anni passati gli Heike
erano molto più irrequieti di oggi. Circondavano le navi che
passavano di notte e cercavano di affondarle, e a tutte le ore erano
a caccia di nuotatori, per tirarli giù. Fu proprio allo scopo di
placare quei morti che il tempio buddista, Amidaji, fu eretto a
Akamagaseki. Di fianco fu costruito anche un cimitero, vicino alla
spiaggia, e dentro vi furono innalzati monumenti su cui vennero
scritti i nomi dell'imperatore annegato e dei suoi grandi vassalli, e
cerimonie buddiste vi vfurono regolarmente officiate, in onore dei
loro spiriti. Dopo che il tempio fu costruito e le tombe erette, gli
Heike diedero meno problemi di prima; ma di tanto in tanto
continuarono a fare cose strane, a riprova che non avevano trovato la
pace perfetta.