L'ultima moglie di Barbablù
Capitan Omicidio è tratto da The Uncommercial Traveller (inedito in Italia), composta da una serie di sketches e racconti che contribuirono alla rivista settimanale All the Year Round (1859-1895), di cui Dickens era editore.
Capitan Omicidio è tratto da The Uncommercial Traveller (inedito in Italia), composta da una serie di sketches e racconti che contribuirono alla rivista settimanale All the Year Round (1859-1895), di cui Dickens era editore.
Secondo Dickens, sono proprio le
bambinaie, con le loro storie paurose, a creare gli "angoli bui" della
nostra mente, popolati da esseri malvagi e vecchie canaglie come
Capitan Omicidio, diretto discendente di quell'assassino seriale che
era Barbablù. Come il suo antenato, lo scopo della sua vita è
sposare giovani fanciulle innocenti, per poi sacrificarle al suo
appetito cannibalesco, infatti, ad un mese esatto dopo il matrimonio
le poverette finiscono tagliate a pezzetti e messe in una torta
salata, il cui impasto è preparato inconsapevolmente da loro stesse.
Questa catena di matrimoni e omicidi viene interrotta solo grazie al
coraggio di una giovane donna desiderosa di vendicare la morte della
sua gemella. Il finale è sorprendente e pur esulando dalla formula
dell'happy end tanto caro al pubblico vittoriano, si concluderà
con la punizione del Capitano, che resterà vittima della sua stessa
malvagità.
Capitan Omicidio è una fiaba
crudele, pervasa da uno humour nero che non ci aspetteremmo di trovare
nel repertorio di Dickens, tanto è vero che l'autore, nella breve
introduzione, sente la necessità di attribuirne la responsabilità
alle bambinaie, che raccontano ancora ai bambini le fiabe paurose
della tradizione popolare, che l'età vittoriana aveva rimosso,
sostituendole con storie e racconti edificanti considerati da Dickens
“letteratura che rende stupidi”, d'accordo con un altro esimio
vittoriano, quel Lewis Carroll che in Alice nel
paese delle meraviglie (1865), mise
alla berlina tutti i pregiudizi del suo tempo nei confronti dei
bambini, considerati
adulti
in fieri che
dovevano
essere educati all'obbedienza attraverso una
letteratura per l'infanzia melensa e, quella sì, omicida della
loro fantasia e della loro curiosità.
Questa
ostilità era accresciuta dal fatto che le fiabe tradizionali
trattavano anche del rapporto fra i sessi, argomento ossessivamente
rimosso dalla cultura vittoriana. Il
bambino, infatti,
era considerato un
essere puro, al riparo, per sua natura, da ogni inclinazione morbosa
o violenta e veniva lasciato solo con le sue ansie e le sue paure,
che doveva imparare a reprimere per conformarsi ai valori “positivi”
imposti dagli adulti. I
cattivi delle fiabe, invece, lo
aiutavano a riconoscere e ad
affrontare gli “angoli bui” e a sconfiggerli. Proprio come l'ultima moglie di Capitan Omicidio, che grazie all sua
curiosità e al suo coraggio, riesce a liberarsi di quel marito
tirannico e crudele.
La
fiaba si conclude con l'immagine liberatoria dei
cavalli bianchi di Capitan Omicidio (alter ego
delle sue spose innocenti “macchiate” dalla sua crudeltà)
che spezzano le pastoie che li tengono prigionieri
irrompendo in una corsa selvaggia e travolgente.
TESTI CONSIGLIATI
💟
Il mondo incantato. Uso, importanza e significati psicoanalitici delle fiabe (brossura)di Bruno Bettelheim - Feltrinelli - 2013
💟
Capitan Omicidio. Con poster (illustrato, brossura)di Charles Dickens, Fabian Negrin - Orecchio Acerbo - 2012
CAPITAN OMICIDIO
Charles
Dickens (1812-1870)
tratta
da All the Year Round, Sep. 8, 1860.
Se
tutti noi conoscessimo la nostra mente (in un senso più ampio
dell'accezione popolare di quella espressione), sospetto che
troveremmo le nostre bambinaie responsabli della maggior parte di
quegli angoli bui a cui, pur contro la nostra volontà, siamo costretti a ritornare.
Charles
Dickens dipinto da Robert William Bussmentre mentre dorme nel suo studio a Gad's Hill Place, Higham, Kent 1875.
Il
primo personaggio diabolico che si insinuò nella mia pacifica
giovinezza fu un certo Capitan Omicidio. Quel miserabile deve essere
stato un discendente della famiglia di Barba Blu, ma allora non avevo
il minimo sospetto riguardo a questa consanguineità. Del resto, il
suo nome allarmante non sembrava suscitare alcun pregiudizio nei suoi
confronti, infatti, era ammesso nella migliore società e possedeva
immense ricchezze.
La
missione di Capitan Omicidio era sposarsi e soddisfare il suo
appetito cannibale con tenere spose. Il giorno delle nozze, faceva
adornare i lati della strada che conduceva alla chiesa con strani
fiori, e quando la sposa diceva: “Caro Capitano, non ho mai visto
simili fiori, come si chiamano?” egli rispondeva, “Sono la
guarnizione per il piatto della casa,” e rideva della sua feroce
battuta in una maniera orribile mettendo tuto d'un colpo in mostra i
suoi denti aguzzi e facendo inquietare gli animi dei nobili
componenti del corteo nuziale. Il Capitano corteggiava in un tiro a
sei e si sposava in un tiro a dodici. Tutti i suoi cavalli erano
bianchi come il latte con una macchia rossa sul dorso che egli faceva
ricoprire con i finimenti. Infatti, la macchia compariva sempre in
quel punto, nonostante i cavalli fossero bianchi come il latte quando
il Capitano li comprava. E la macchia era il sangue della giovane
sposa. (So
per esperienza che
a questo
terribile punto del racconto incomincio a tremare e a sudare freddo.)
Una
volta finiti il banchetto e i festeggiamenti, il Capitano si
congedava dai suoi nobili ospiti e, rimasto solo con la moglie, un
mese esatto dopo le nozze aveva la bizzarra abitudine di tirare fuori
un matterello d'oro e una spianatoia d'argento. Bisogna sapere che il
Capitano aveva un modo tutto suo di fare la corte, infatti egli
chiedeva sempre alla giovane fidanzata se sapeva fare le crostate e
se non ne era capace per natura o educazione, allora doveva imparare.
Bene. Quando la sposa vedeva il Capitano con il matterello d'oro e la
spianatoia d'argento, se ne ricordava e subito arrotolava le maniche
di seta orlate di merletto per fare la crostata. Il Capitano portava
un'enorme teglia d'argento e poi farina, burro, uova e tutto il
necessario, eccetto il ripieno: dell'ingrediente principale per la
crostata, il capitano non ne portava nemmeno un po'.
Captain Murderer illustrato da Rowan
Barnes-Murphy
Allora
la tenera sposina diceva, “Caro Capitan Omicidio, che tipo di
crostata devo fare?” E lui rispondeva. “Un pasticcio di carne.”
Allora la tenera sposina diceva,”Caro Capitan Omicidio, ma non vedo
la carne.” Il capitano rispondeva scherzosamente, “Guarda nello
specchio.” Lei guardava nello specchio, ma ancora non riusciva a
vedere la carne, allora il Capitano esplodeva in una fragorosa
risata, poi, improvvisamente diventava cupo e, sfoderata la spada, le
ordinava di stendere l'impasto. Così la sposina stendeva la sfoglia,
bagnandola con le sue lacrime perché il Capitano era tanto
arrabbiato, e quando aveva foderato la teglia e ritagliato la sfoglia
con cui ricoprire la crostata, il Capitano gridava, “Io, invece,
nello specchio, vedo proprio la carne!” La sposa, allora, guardava
verso lo specchio, appena in tempo per vedere il capitano tagliarle
la testa, dopo di che la faceva a pezzi, la pepava, la salava, la
metteva nella torta e mandava la teglia dal fornaio, infine la
mangiava tutta e rosicchiava le ossa.
Capitan
Omicidio continuò in quella maniera, e tutto gli andava a gonfie
vele, finché gli capitò di dover scegliere una sposa fra due
sorelle gemelle, e dapprincipio non sapeva quale scegliere. Perché,
sebbene una fosse bionda e l'altra bruna, erano tutte e due
egualmente belle. Ma mentre la bionda lo amava, la bruna lo odiava,
così scelse la bionda. La bruna avrebbe impedito quel matrimonio se
avesse potuto, ma non poteva; comunque, la sera prima, avendo gravi
sospetti su Capitan Omicidio, uscì di soppiatto e si arrampicò sul
muro di cinta della casa di quella canaglia e si mise a sbirciare
alla finestra attraverso una fessura negli scuri, e lo vide mentre si
faceva affilare i denti aguzzi. L'indomani lo ascoltò attentamente
tutto il giorno e lo sentì fare la sua battuta sul piatto della
casa. E a distanza di un mese il capitano, dopo averle fatto stendere
la sfoglia, tagliò la testa della gemella bionda, la fece a pezzi,
la pepò, la salò, la mise nella torta e mandò la teglia dal
fornaio, infine la mangiò tutta e rosicchiò le ossa.
"And the bride
looked up at the glass, just in time to see the Captain cutting her
head off" —Incisione su legno da "Nurse's Stories,"
capitolo 15 de The Uncommercial Traveller di Charles S. Reinhart
(1844-1896).
Ora,
i sospetti della gemella bruna si erano rafforzati dopo aver visto il
Capitano farsi affilare i denti e soprattutto dopo aver sentito la
sua battuta sul piatto della casa. Quando la informò che la sorella
era morta, mettendo insieme le cose, intuì la verità e decise che
si sarebbe vendicata. Così, andò a casa di Capitan Omicidio e batté
il batacchio e scampanellò il campanello, e quando il Capitano aprì
la porta, disse: ”Caro Capitan Omicidio, la prossima volta sposa me
perché ti ho sempre amato ed ero gelosa di mia sorella.” Il
Capitano lo prese come un complemento e le diede una risposta galante
e il matrimonio fu subito fissato. La notte prima, la sposa si
arrampicò di nuovo fino alla sua finestra e di nuovo lo vide che si
faceva affilare i denti. A quella vista la ragazza scoppiò in una
risata così terribile che al Capitano gli si gelò il sangue e
disse: “Spero che non mi succeda niente di male!” Al che, la
ragazza rise di nuovo, in una maniera ancora più terribile, così
furono aperti gli scuri e si cercò tutto intorno, ma lei se ne era
andata lesta lesta e non c'era più nessuno. L'indomani andarono in
chiesa in un tiro a dodici e si sposarono. E dopo un mese, la sposina
tirò la sfoglia e Capitan Omicidio le tagliò la testa, la fece a
pezzi, la mise nella torta, e mandò la teglia dal fornaio, infine la
mangiò tutta e rosicchiò le ossa.
Ma
prima di tirare la sfoglia, la sposina aveva preso un veleno mortale
della peggior specie, distillato da occhi di rospo e ginocchi di
ragno, e Capitan Omicidio aveva appena rosicchiato l'ultimo ossicino,
quando iniziò a gonfiarsi e a diventare blu e a ricoprirsi di
macchie e a urlare. E continuò a gonfiarsi e a diventare sempre più
blu e a ricoprirsi di macchie e a urlare a più non posso fino a
riempire la stanza dal pavimento al soffitto e da parete a parete, e
poi, all'una di notte, scoppiò con un fragore assordante. A quel
rumore, tutti i cavalli bianco-latte nelle stalle strapparono le
cavezze e irruppero in una folle corsa calpestando tutti quelli che
si trovavano nella casa di Capitan Omicidio (iniziando dal fabbro di
famiglia che gli aveva affilato i denti) finché morirono tutti, e
poi fuggirono al galoppo.
Capitan Omicidio illustrato da Fabian Negrin
(Ed. Orecchio Acerbo)
(Ed. Orecchio Acerbo)
Fine
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