sabato 26 aprile 2014

Una Bottiglia di Perrier

Com'è dolce la vita all'ombra delle palme


Edith Wharton (New York, 24 gennaio 1862 – Saint-Brice-sous-Forêt, 11 agosto 1937), è stata la prima scrittrice statunitense a ricevere il premio Pulitzer nel 1921 per il suo romanzo più famoso L'età dell'innocenza, portato al cinema da Martin Scorzese nel 1993. Il romanzo è ambientato nell'alta società New Yorkese del primo Novecento, di cui l'autrice ben tratteggia caratteristiche, limiti e contraddizioni. E non poteva essere diversamente, dal momento che la sua famiglia, i Newbold Jones, era una delle più ricche e potenti di New York.
Trascorse gran parte della sua vita in Francia, dove si era trasferita nel 1906 per allontanarsi dal marito, il ricco banchiere di Boston Edward Wharton, e dai suoi problemi mentali. Qui continuò la sua attività letteraria, e viaggiò in tutto il mediterraneo: fu la prima donna a poter visitare il Monte Athos in Grecia, e a visitare un harem in Marocco, e su questa esperienza di viaggio scrive il libro In Morocco, che è anche un endorsment alla politica colonialista della Francia, vista come baluardo della cultura occidentale e della religione cristiana. Morì in Francia a causa di un di infarto all’età di settantacinque anni.

Il racconto che vi propongo, A Bottle of Perrier (Una bottiglia di Perrier) è ambientato in un’oasi desertica ai confini con il Marocco. Apparve la prima volta sul The Saturday Evening Post nel 1926 con il titolo “A Bottle of Evian,” e fu pubblicato nel volume Certain People, 1930, con il titolo A Bottle o Perrier.
Protagonista della storia è il giovane Medford, archeologo della scuola americana di Atene, che va in visita ad un suo più anziano collega, Henry Almodham, archeologo inglese che da anni vive nel deserto in un antico edificio “a metà tra la fortezza cristiana e il palazzo arabo”

 Quando il giovane arriva, scopre che il suo ospite si è allontanato “...invitato improvvisamente da un capo tribù suo amico a visitare alcune rovine inesplorate più a sud” come gli viene annunciato da Gosling, il compassato cameriere di Almodham, a capo di uno stuolo di servi arabi, tutti dediti al comfort del loro padrone. Affascinato dal mistero di quel posto dove “lo spasmodico agitarsi dell'uomo non aveva sensoe dalla selvaggia bellezza del deserto, Medford decide di fermarsi per aspettare il ritorno del suo ospite. E la vita sembra dolce all'ombra delle palme fruscianti che ombreggiano il cortile di quell'edificio labirintico. Al centro del cortile, e della storia, c'è la cisterna, l'unica fonte di acqua del castello. Ed è proprio con l'acqua che sorgono i primi problemi, dal momento che quella della cisterna, con l'avanzare della stagione secca, incomincia a non essere più buona. Anche le riserve di acqua minerale, che tanto avevano impressionato il giovane, “Perrier nel deserto!”, alla fine risultano esaurite, a causa della calura dei giorni precedenti, e la prossima carovana di rifornimenti arriverà solo la settimana successiva. Su suggerimento di Medford, l'acqua della cisterna viene bollita, e tutto sembra filare per il meglio. Pian piano il giovane, abbattendo le barriere sociali che sembrano perdere senso in quel luogo, instaura un rapporto confidenziale con il maggiordomo che gli rivela la natura egoistica del suo padrone, “quando è qui ha bisogno di me per la sua persona, e quando è via ha bisogno di me per controllare gli altri.Sempre così, da quando Almodham lo ha portato là dodici anni prima, senza poter mai andare via “incatenato qui come il suo cane da guardia.” I giorni passano, ma Almodham non si fa vedere, l'attesa riserva di Perrier non arriva, cosa che suscita una reazione particolarmente isterica nel maggiordomo, con stupore del giovane americano. Intanto, a causa del caldo, l'acqua della cisterna è sempre più disgustosa e il suo cattivo odore invade tutto il cortile, rompendo l'incanto iniziale e il ritorno alla realtà sarà violento e drammatico.


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I fantasmi di Edith Wharton
Trad. Balestra Gianfranca, 1993, Bulzoni
€ 13,17


Storie di fantasmi
Wharton Edith, 2008, Joybook
€ 5,87

 



UNA BOTTIGLIA DI PERRIER
Edith Wharton








Due giorni a combattere su piste insidose in un vecchio macinino ben intenzionato ma asmatico, e altri due giorni di viaggio su un cavallo a nolo dal temperamanto scontroso, avevano indotto il giovane Medford, della scuola americana di archeologia di Atene, a chiedersi come mai il suo eccentrico amico inglese, Henry Almodham, avesse scelto di vivere nel deserto.



Adesso capiva.




La casa, già lo sapeva, era vuota ad eccezione dello svelto cameriere cosmopolita, che parlava una sorta di palinsesto cockneyi venato di lingue mediterranee e dialetti del deserto – Inghilterra, Italia o Grecia, da dove veniva? - più due o tre servi avvolti nel tipico mantello arabo. Questi ultimi, dopo aver portato i bagagli nella camera di Medford, avevano liberato il posto dalle loro svolazzanti presenze. Mr. Alodhan, gli disse il cameriere, era via, invitato improvvisamente da un capo tribù suo amico a visitare alcune rovine inesplorate più a sud, era partito all'alba, troppo in fretta per scrivere, ma gli lasciava messaggi di scuse e rincrescimento. Sarebbe stato di ritorno a notte fonda o il mattino successivo. Nel frattempo Mr. Medford avrebbe dovuto fare come a casa sua.
Almodham, come ben sapeva il giovane Medford, era continuamente impegnato in quel genere di ricerche archeologiche, che erano state il motivo ufficiale per venire a vivere in quel luogo remoto, e quel suo modo di procedere casuale aveva già prodotto la scoperta di diverse rovine paleocristiane di grande interesse.








Medford era contento che il suo ospite non avesse fatto cerimonie, e piuttosto sollevato, nel complesso, di avere le prossime ore tutte per sé. Aveva avuto una febbre malarica l'estate precedente, e a dispetto del casco di sughero aveva probabilmente preso un colpo di sole, si sentiva stranamente, incredibilmente stanco, ma profondmente felice. E che posto fantastico per riposarsi! Il silenzio, la solitudine, l'aria illimitata! E proprio nel cuore del deserto piante verdi, acqua, comodità – aveva già adocchiato un'ampia sedia di giunco sotto le palme – un'abitazione confortevole e accogliente. Sì, incominciava a capire Almodham. Le stesse mura di quella fortezza nel deserto trasudavano pace per chiunque fosse stanco dei ritmi febrili dell'occidente.
Appena mise piede sulla scala a pioli che conduceva giù, Medford vide la testa del cameriere salire verso di lui. Saliva lentamente e Medford ebbe il tempo di notare che era di un colore olivastro, calva in cima, segnata diagonalmente da una lunga cicatrice bianca, tutto intorno una corona di folti capelli biondo cenere. Fino a quel momento Medford aveva notato solo la faccia dell'uomo – giovanile ma anch'essa olivastra – ed era stato soprattutto colpito dalla sua strana espressione che potrebbe essere più precisamente definita di sorpresa.
Il cameriere, spostandosi di lato, guardò verso l'alto, e Medford si rese conto che che quell'aria di sorpresa era prodotta dal fatto che i suoi occhi di un azzurro intenso erano più aperti del normale e orlati da folte ciglia biondo cenere, per il resto non c'era niente di notevole in lui.
Tanto per sapere – che vino per cena, signore? Champagne, o...”
Niente vino, grazie.”
Le labbra disciplinate dell'uomo furono sopraffatte da una impercettibile smorfia di disapprovazione o ironia, o entrambe.
Proprio niente, signore?”
Medford sorrise di nuovo. “Non è per rispettare il proibizionismo.” Era sicuro che l'uomo, qualunque fosse la sua nazionalità, avrebbe capito, e così fu.
Oh, non intendevo questo, signore...”
Ebbene, no; ma non sono stato molto bene, e il vino mi è stato proibito.” Il cameriere era alquanto incredulo. “Solo un leggero vino della Mosella, giusto un po', tanto per macchiare l'acqua, signore?”
Assolutamente niente vino,” disse Medford, che incominciava a seccarsi. Era ancora in quella fase della convalescenza in cui non si tollerano obiezioni sulla propria dieta.
Oh, a proposito, come vi chiamate?” aggiunse, nel tentativo di ammorbidire il suo brusco rifiuto. “Gosling,” disse l'altro inaspettatamente, anche se Medford non sapeva assolutamente quale nome aspettarsi. “Siete inglese, allora?” “Oh, sì, signore.” “Siete stato da queste parti per un bel po' di anni, però?”
Proprio così, disse Gosling; troppo a lungo per i suoi gusti, e aggiunse che era nato a Malta. “Ma consco bene anche l'Inghilterra,” Il suo sguardo di disapprovazione ritornò. “Le confesso, signore, che mi sarebbe piaciuto dare un'occhiata a Wembley. (La famosa esposizione di Wembley, vicino Londra, ebbe lugo nel 1924.) Mr. Almodham me lo aveva promesso... ma poi...” Come per minimizzare l'essersi lasciato andare a quella confidenza, proseguì chiedendo ossequiosamente a Medford le sue chiavi e a che ora gradiva cenare. Ricevuta la risposta, continuò ad indugiare, con un espressione più sorpresa che mai.
Un po' di acqua minerale, allora, signore?”
Sì, una qualunque.”
Va bene una bottiglia di Perier?”
Perrier nel deserto! Medford fece un sorriso di assenso, consegnò le chiavi e andò via.
La casa risultò più piccola di quanto avesse immaginato, o almeno la parte abitabile, infatti sopra quelle possenti mura turrite di pietra gialla ormai in rovina e nelle sue fenditure si abbarbicavano camere intonacate, una sopra l'altra, con travi di cedro e persiane rosso cremisi che cadevano a pezzi. Fra questa accozzaglia di muratura e stucco, cristiana e musulmana, l'ultimo inquilino della fortezza aveva scelto un gruppo di stanze incastrate in un angolo dell'antica fortezza. Questi appartamenti si affacciavano sul cortile principale dove le palme mormoravano nel vento e il fico si avvitava sopra il pozzo. Sul pavimento di marmo sconnensso erano raggruppate delle sedie e un tavolo basso, mentre qualche geranio e delle campanule erano state indotte a crescere tra una lastra e l'altra.



Courtyard In Algeria by Frederick Arthur Bridgman, 1873



Un ragazzo in camicia bianca dagli occhi guardinghi stava innaffiando le piante, ma all'avicinarsi di Medford svanì come una nuvola di vapore. C'era qualcosa di evanescente e irreale tutto intorno, perfino la lunga stanza delimitata da un porticato che si apriva sul cortile, arredata con cuscini ricavati da borse da sella, divani rivestiti di pelle di gazzella e grezzi tappeti indigeni, perfino il tavolo ricoperto da pile di vecchi numeri del Times e ultra moderne riviste inglesi e francesi, tutto sembrava, in quell'ingannevole aria tersa, nato dal miraggio di un qualche viaggiatore del deserto. Una sedia sotto il fico invitò Medford a schiacciare un sonnellino, e quando si svegliò il blu cobalto della cupola sopra di lui era gemmato di stelle e la brezza notturna ciarlava con le palme.
Riposo, bellezza, pace. Quel furbo di Almodham!



2.


Avevano trascorso insieme solo quella sera, con il vecchio Swordsley che li guardava ammiccando da sotto le palpebre apppesantite dai ricordi, e due o tre incantevoli donne del Winter Palace2 che chiacchieravano e lanciavano gridolini; ma i due uomini erano ritornati a Luxor cavalcando insieme al chiaro di luna, e durante quella cavalcata Medford credette di aver messo insieme i tasselli essenziali della personalità di Henry Almodham. Una natura saturnina ma sentimentale, un'indolenza cronica che si alternava a sprazzi di attività estremamente razionale; una lacerante mancanza di fiducia in sé stesso addolcita da un'intima autostima; un intenso desiderio di completa solitudine associata all'incapacità di tollerarla troppo a lungo.
Medford sospettava che ci fosse ancora altro, un tratto di romanticismo vittoriano, gratificato dallo scenario, dalla solitudine, dall'inaccessibilità del suo rifugio e dal fatto di essere conosciuto come il famoso Henry Almodham - “quello che vive in un castello crociato, sapete” - il diventare poco a poco prigioniero di una posa assunta in gioventù, che si era andata irrigidendo con l'età, e qualcosa di più profondo e di più oscuro, forse, sebbene il giovanotto nutrisse qualche dubbio al proposito; o più semplicemente vivere in quel particolare modo aveva curato una vecchia ferita, una vecchia mortificazione, qualcosa che anni addietro lo aveva toccato in una parte vitale e lo aveva lsciato dolorante. Ma sopattutto, nei movimenti esitanti di Almodham e nello sguardo sognante del suo bel volto lungo e abbronzato incorniciato da una fitta massa di capelli grigi, Medford intuiva un'indolenza, mentale e morale, che la vita in quel castello aveva incrementato e giustificato.
Una volta qui, come è facile non andar via!” pensava, spofondando sempre di più nella sua comoda poltroncina. “La cena, signore,” annunciò Gosling. Il tavolo era stata sistemato in un'arcata del porticato della sala da pranzo, delle candele schermate formavano una pozza rosea nell'oscurità. Ogni volta che emergeva nella loro luce, il cameriere, giacca bianca e passo vellutato, sembrava più competente e più sorpreso che mai. E che piatti, poi... anche il cuoco era maltese? Ah, erano dei geni, quei maltesi! Il cameriere si bloccò, sorise in segno di ringraziamento, e poi iniziò a riempire di Chablis il bicchiere dell'ospite.
Niente vino,” disse Medford pazientemente.
Scusi, signore. Il fatto è...”
Avevate detto che c'era della Perrier?”
Sì, signore; ma non ne ho trovata, E' stato terribilmente caldo, e Mr. Almodham era qui e l'ha bevuta tutta. Il nuovo approvvigionamento non arriverà fino alla prossima settimana. Siamo costretti a dipendere dalle carovane che vanno a sud.”
Non importa. Acqua, allora. La preferisco proprio.” La sorpresa di Gosling crebbe fino a diventare stupore. “C'è qualcosa che non va con la vostra acqua? Non potete bollirla, allora? Riguardo al vino...” Spinse via il bicchiere pieno a metà. “Oh... bollita? Certamente, signore.” La voce dell'uomo si abbassò fino a diventare un sussurro. Mise sul tavolo un succulento miscuglio di riso e montone e sparì. Medford si appoggiò allo schienale della sedia e si arrese alla notte, al fresco, al fruscio del vento tra le palme.
Un piatto delizioso seguì l'altro. Quando apparì l'ultimo, il commensale iniziò a essere tormentato dalla sete, e nello stesso momento una brocca di acqua fu sistemata sul tavolo. “Bollita, signore, e vi ho pure spemuto un limone.” “Bene. Suppongo che alla fine dell'estate la vostra acqua sia un po' fangosa?” “Proprio così, signore. Ma vedrete che questa è buona, signore.” Medford ne assaggiò un sorso. “Meglio di una Perrier.” Vuotò il bicchiere, si appoggiò allo schienale e si rovistò in tasca. Immediatamente gli fu messo a portata di mano un vassoio di sigari e sigarette.







Addison Thomas Millar1850 - 1913, THE WATER PIPE


Il signore non...fuma?” Per tutta risposta sollevò il sigaro verso il fiammifero acceso dal cameriere. “Questo come lo chiamate?” “Oh, proprio così. Intendevo nell'altro modo.” Gosling lanciò un'occhiata discreta alle pipe da oppio di giada e ambra sistemate su un tavolino. Medford rifiutò l'offerta scrollando le spalle, e si chiese se forse era quello l'altro segreto di Almodham, o uno dei segreti? Perchè incominciava a pensare che ce ne potessero essere molti, e tutti, ne era sicuro, gelosamente custoditi dietro la vigile fronte di Gosling.
Ancora nessuna notizia di Mr. Almodham?”
Gosling stava raccogliendo i piatti con gesti rapidi e sicuri. Per un momento sembrò che non avesse sentito. Poi, lontano dalla luce delle candele, “Notizie, signore? E come potrebbero essercene? Non c'è il telegrafo nel deserto, signore, non è come a Londra,” Il suo tono rispettoso temperava la lieve ironia. “Ma domani sera dovremmo vederlo rientrare sul suo cavallo.” Gosling fece una pausa, si avvicinò, con mano veloce spazzò via dal tavolo le ultime briciole e aggiunse con tono esitante: “Certamente, signore, potrete fermarvi fino ad allora?”
Medford rise. La notte era sovracarica di balsami, e sentì il suo spirito sprofondare nelle sue ali. Il tempo svanì, niente più ansie o preoccupazioni. “Restare, resterò per un anno, se necessario!”
Oh... un anno?” gli fece eco Gosling scherzosamente, raccolse i piatti del dessert e andò via.



3.


Medford aveva detto che avrebbe aspettato Almodham per un anno, ma il giorno dopo scoprì che quei termini tanto arbitrari avevano perso ogni significato. Non c'era modo di misurare il tempo in un luogo come quello. La sciocca faccia del suo orologio raccontava la sua storia quotidiana al nulla. Le costellazioni che ruotavano su quelle mura in rovina segnavano solo le rivoluzioni della terra, lo spasmodico agitarsi dell'uomo non aveva senso. Lo stesso fatto di avere fame, lo scoccare di quell'orologio interno, era minimizzato dalla debolezza di quella sensazione, giusto l'ombra di un languore, che poteva essere acquietato con frutta secca e miele. La vita aveva la lieve monotona dolcezza dell'eternità.
Verso il tramonto Medford si riscosse da quello strano senso di straniamento e salì suo tetto. Scrutò il deserto alla ricerca di Almodham. Verso sud le montagne di alabastro si alzavano come un velo blu intessuto di luce. Ad ovest si innalzò una grande colonna di fuoco, che spruzzò pennacchi di luce trasformando il cielo in una fontana di petali di rosa e le sabbie sottostanti in oro. Non c'era l'ombra di un cavaliere. Medford rimase a guardare fino al calare della notte nella vana ricerca del suo ospite assente, e il puntuale Gosling lo invitò ancora una volta a tavola.
Dopo cena Medford sfogliò distrattamente le ultra moderne riviste - vecchie di tre mesi e già incartapecorite al tocco - e quindi le buttò via, sprofondò in un divano e incominciò a sognare. Almodham doveva aver trascorso un sacco di tempo a sognare, sicuramente. Poi, mentre si sentiva sprofondare nel torpore, se ne andava via in una di quelle escursioni attraverso il deserto alla ricerca di rovine sconosciute. Una vita non proprio brutta.
Gosling comparve con un caffè alla turca in una tazza cesellata di filigrana. “Ci sono cavalli nella stalla?” chiese improvvisamente Medford.
Cavalli? Solo quelli che potreste chiamare cavalli da soma, signore. Mr. Almodham ha con sé i due migliori cavalli da sella.”
Stavo pensando che potrei uscire a cavallo per andargli incontro.”
Gosling valutò la cosa. “Potreste fare così, signore,”
Sapete in che direzione è andato?”
Non precisamente, signore. Doveva guidarli l'uomo del caid3.”
Guidarli? Chi è andato insieme a lui?”
Solo uno di nostri uomini, signore. Hanno preso i due purosangue. Ce n'è un terzo, ma è zoppo.”
Gosling fece una pausa. “Conoscete le piste, signore? Scusatemi, ma non penso di avevrvi visto qui prima d'ora.”
No,” acconsentì Medford, “Non sono mai stato qui prima d'ora.”
Oh, allora...” Fece Gosling completando la sua esclamazione con un gesto di sconforto: “In tal caso, nemmeno il migliore dei purosangue potrebbe aiutarvi.”
Suppongo che potrebbe ancora tornare questa notte?”
Oh, facilmente, signore. Mi aspetto di vedervi fare colazione insieme qui domani mattina.” disse Gosling scherzosamente. Medford sorseggiò il suo caffè. “Avete detto di non avermi mai visto qui prima. Ma voi da quanto tempo siete qui?”
La risposta di Gosling fu immediata, come se quei numeri non gli uscissero mai di mente: “Undici anni e sette mesi in tutto, signore.”
Quasi dodici anni! E' un tempo piuttosto lungo.”
Sì, signore.”
E non credo che siate andato via spesso?” Gosling stava andando via con il vassoio. Si fermò di colpo, si girò e disse con un'improvvisa enfasi: “Non sono andato via nemmeno una volta. Non da quando Mr. Almodham mi portò qui la prima volta.”
Buon Dio! Non una sola vacanza?”
Nemmeno una, signore.”
Ma Mr. Almodham va via di tanto in tanto. L'ho incontrato l'anno scorso a Luxor.”
Proprio così, signore. Ma quando è qui ha bisogno di me per la sua persona, e quando è via ha bisogno di me per controllare gli altri. Così vedete...”
Sì, capisco. Ma mi sembra un tempo maledettamente lungo.”
Davvero lungo, signore.”
Ma gli altri? Volete dire che non sono del tutto degni di fiducia?”
Beh, signore, sono solo degli arabi.” Disse Gosling con incurante disprezzo.
E non uno solo uomo affidabile fra di loro?”
Questa parola non esiste nella loro lingua, signore.”
Medford era intento ad accendere il suo sigaro. Quando alzò gli occhi scoprì che Gosling era ancora lì, a pochi passi di distanza.
Non è che non ci fosse stata una promessa, sapete, signore.” Disse, con un certo trasporto.
Una promessa?”
Di farmi avere la mia vacanza, signore. Una promessa...ripetuta.”
E il momento non è mai arrivato?”
No, signore, semplicemente i giorni sono scivolati via...”
Ah. Succede, qui. Non state in piedi per me,” aggiunse Medford. “Penso che resterò sveglio... ad aspettare Mr. Almodham.” Gosling sgranò gli occhi. “Qui, signore? Qui nel cortile?” Il giovane annuì, mentre il cameriere rimaneva fermo ad osservarlo, trasformato dal chiaro di luna in una bianca figura spettrale, l'inquieto fantasma di un paziente maggiordomo che avrebbe potuto morire senza la sua vacanza.
Qui giù nel cortile tutta la notte, signore?. E' un luogo solitario. In caso di bisogno non potrei sentirvi. Stareste molto meglio a letto. L'aria è cattiva. Potreste avere di nuovo la febbre.”
Medford rise e si allungò sul divano. “Decisamente,” pensò, “l'amico ha bisogno di un cambiamento.” A voce alta osservò: “Oh, starò benissimo. Il fatto è che siete nervoso. Quando ritorna Mr. Almodham ho intenzione di mettere una buona parola per voi. Avrete la vostra vacanza.”
Gosling rimase immobile. Per un minuto non parlò. “Lo fareste, signore, per davvero?” Esclamò affannosamente con voce rotta, e l'ultima parola si perse in una risata, una breve risata stridula, la risata di uno non più abituato a tali cortesie da tanto tempo.
Grazie, signore. Buona notte, signore.” E andò via.



4.



Bollite sempre la mia acqua, vero?” Chiese Medford, mentre con la mano stringeva il bicchiere senza portarlo alle labbra. Il tono era amicale, quasi confidenziale; Medford sentiva che da quando aveva fatto quella frettolosa promessa di fare avere una vacanza a Gosling, lui e Gosling avevano stabilito un rapporto di vera amicizia. “Bollirla? Sempre, signore. Naturalmente.” Gosling parlò con una lieve nota di rimprovero, come se la domanda di Medford implicasse un'offesa, inconsapevole sperava, al loro nuovo rapporto. Osservò Medford con i suoi occhi stupiti, in cui, nonostante lo sguardo di professionale indifferenza, si intravvedeva una sincera preoccupazione.
Perché, sapete, il mio bagno stamattina...”
Gosling era sul punto di ricevere un piatto di fragrante kuskus dalle mani di uno svolazzante arabo. Sottovoce sibilò al nativo: “Voi dannati aborigeni, non riuscite nemmeno a reggere un piatto? Uh!” L'arabo svanì prima dell'invettiva, e Gosling, con mano ostentatamente calma, sistemò il piatto davanti a Medford. “Tutti uguali.” E con meticolosità tolse via dalla manica di lino una traccia di grasso.
Perché, sapete, l'acqua del mio bagno questa mattina era semplicemente puzzolente,” disse Medford, affondando forchetta e cucchiaio nel piatto.
Il vostro bagno, signore?” Gosling pronunciò la parola con una certa enfasi. Lo stupore, ad esclusione di ogni altra emozione, gli riempì di nuovo gli occhi mentre li fissava su Medford. “Credetemi, non avrei voluto che accadesse per niente al mondo,” disse come per rimproverarsi.
Cè solo quel pozzo qui, eh? Quello nel cortile?”
Gosling, ancora assorto a rimuginare la lamentela del visitatore, si riscosse. “Sì, signore, l'unico.”
Che sorta di pozzo è? Da dove viene l'acqua.”
Oh, è solo una cisterna. Acqua piovana. Non c'è mai stato niente altro qui. Per quanto ne so non ha mai dato problemi, ma in questa stagione a volte l'acqua è un po' strana. Chiedete a chiunque di quegli arabi, signore, ve lo diranno. Anche se sono dei buggiardi, non si prenderanno il disturbo di mentire su una cosa come questa.”
Medford assaggiò cautamente l'acqua nel suo bicchiere. “Questa sembra buona,” sentenziò. Una sincera soddisfazione era dipinta sul viso di Gosling. “Ho contrallato io stesso che fosse bollita, signore. Lo faccio sempre. Spero che domani arrivi la Perrier , signore.”
Oh, domani...” Medford scrollò le spalle, mentre si versava un altro bicchiere d'acqua. “Domani potrei non essere qui per berla.”
Cosa...andate via, signore?” gridò Gosling. Medford, girandosi di colpo, colse uno sguardo nuovo e incomprehensible negli occhi di Gosling. Al giovane era sembrato che il maggiordomo gli si fosse affezionato come un cane, che se avesse voluto, Medford avrebbe potuto giurarlo, trattenerlo, persuaderlo a pazientare e rimandare, invece ora, Medford avrebbe potuto egualmente giurarlo, c'era sollievo nel suo sguardo, soddisfazione, quasi, nella sua voce.
Così presto, signore?”
Beh, sono passati cinque giorni da quando sono arrivato. E ancora non ci sono notizie di Mr. Almodham, e voi dite che potrebbe benissimo essersi completamente dimenticato della mia visita...”
Oh, non ho detto questo, signore, non dimenticato! Solamente, quando è preso da uno di quei vecchi pilastri di pietra, dimentica il tempo, signore. Questo è quello che intendevo. I giorni scivolano via...vive in un sogno. Molto probabilmente è convinto che state arrivando in questo momento, signore.” Un lieve sorriso inasprì l'opaca austerità dei lineamenti di Gosling. Era la prima volta che Medford lo vedeva sorridere.
Oh, capisco. Eppure...” Medford fece una pausa. Il suo spirito di osservazione si stava faticosamente risvegliando dall'incantesimo dell'inerzia in cui lo avevano sprofondato quel posto sonnolento e le sue rilassanti comodità. “E' strano...” “Cosa è strano?” Gli fece inaspettatamente eco Gosling, mentre posava i datteri secchi e i fichi sul tavolo.
Tutto,” disse Medford.
Si appoggiò alla sua sedia e alzando lo sguardo oltre l'arco del porticato si mise a fissare l'alta volta del cielo da cui il mezzogiorno si riversava giù in cascate di blu e oro. Almodham era là fuori sotto quella cupola infuocata, forse, come diceva il cameriere, completamente perso nel suo sogno. Quella terra era piena di incantesimi. “Caffé, signore”? gli ricordò Gosling. Medford prese la tazzina.
E' strano, dite di non fidarvi di nessuno di quegli uomini – quegli arabi – eppure non sembrate preoccupato per il fatto che Mr. Almodham sia là fuori, Dio sa dove, da solo con loro.” Gosling soppesò la cosa attentamente, con imparzialità. Afferrò il nocciolo della questione. “Ebbene, signore, no... non capireste. Non è una cosa che si possa insegnare, quando fidarsi di loro e quando no. Dipende dai loro interessi, naturalmente, e dalla loro religione, come la chiamano.” Il suo disprezzo era asenza limiti. “Ma anche soltanto per iniziare a capire come mai non sono preoccupato per Mr. Almodham, avreste dovuto vivere a lungo fra di loro, signore, e parlare la loro lingua.”
Ma io...” Iniziò a dire Medford. Si mise a sedere di scatto e si chinò sul suo caffè.
Sì, signore.”
Ma ho viaggiato alquanto fra di loro.”
Oh, viaggiato!” Perfino il tono di voce di Gosling faceva fatica a conciliare rispetto e derisione nell'udire quella vanteria.
Comunque sia, questo è ormai il quinto giorno.” Continuò ostinatamente Medford. Il calore del mezzogiorno si faceva sentire pesantemente anche nella parte in ombra del cortile, e la sua forza di volontà si stava indebolendo.
Capisco, signore, un gentiluomo come voi avrà certamente altri appuntamenti, sarà pressato dal tempo,” ammise Gosling con tono conciliante.
Sparecchiò la tavola e affidò il suo carico ad un paio di braccia arabe che apparvero e scomparvero con la stessa velocità, e finalmente si tolse di mezzo mentre Medford sprofondava nel divano. Una terra di sogno...
Il pomerigio sovrastava il cortile come un grande velario intessuto d'oro disteso sulle mura del castello per poi scivolare in pieghe sempre più morbide sulle folte chiome delle palme. Quando infine l'oro diventò viola, e l'ovest si trsformò in un arco di cristallo che cingeva le sabbie del deserto, Medford si riscosse dal suo sonno e andò a fare un giro. Ma questa volta, invece di salire sul tetto, prese un'altra direzione.
Fu sorpreso nello scoprire quanto poco conoscesse di quel posto dopo cinque giorni di ozio e attesa. Forse questo sarebbe stato l'ultima sera trascorsa da solo. Uscì dal cortile attraverso un corridoio coperto da una volta di pietra che conduceva in un altro recinto circndato da mura. Al suo avvicinarsi, due o tre arabi che sedevano accovacciati si alzarono e si dileguarono allo sguardo. Era come se fossero stati fagocitati dai muri circostanti.




Tre arabi in un cortile - Alberto Pasini (1826-1899)




Più in là, Medford sentì un calpestio di zoccoli di cavallo, il tipico tramestio di una stalla al calar della sera. Passò sotto un altro arco e si trovò circondato da cavalli e muli. Nella luce del tramonto un arabo stava strigliando uno dei cavalli, un giovane morello focoso. Anche lui stava per dileguarsi, ma Medford lo afferrò per la manica.
Continuate il vostro lavoro,” disse in arabo.
L'uomo, che era giovane e muscoloso, con un volto magro da beduino, si fermò e lo guardò.
Non sapevo che vostra eccellenza parlasse la nostra lingua.”
Oh, sì,” disse Medford.
L'uomo rimase in silenzio, con una mano sul collo irrequieto del cavallo, l'altra infilata nella sua cintura di lana. Lui e Medford si guardarono l'un l'altro nella penombra.
E' quello il cavallo zoppo?” chiese Medford.
Zoppo?” Gli occhi dell'arabo corsero lungo le gambe del cavallo. “Oh, sì, zoppo,” rispose evasivamente.
Medford si chinò a tastare i ginocchi e i garretti del cavallo. “Sembra che stia bene. Potrei prenderlo per fare una cavalcata questa sera se mi andasse?” L'arabo considerò attentamente la richiesta, evidentemente perplesso dal il peso della responsabilità che avrebbe dovuto assumersi. “Vostra eccellenza vorrebbe andare a fare una cavalcata questa sera?”
Oh, solo un'idea. Potrei o non potrei.” Medford accese una sigaretta e ne offrì una allo stalliere, i cui denti bianchi lampeggiarono di soddisfazione. Mentre si chinavano sullo stesso fiammifero la diffidenza dell'arabo sembrò venir meno.
E' uno dei cavalli da monta di Mr. Almodham?” chiese Medford.
Sì, signore, il suo preferito,” disse lo stalliere, passando orgogliosamente la mano lungo il dorso lucente del cavallo.
Quello preferito? E come mai non l'ha portato con sé in questa lunga spedizione?”
L'arabo si zittì e guardò per terra.
La cosa non vi ha sorpreso?” insistè Medford.
Il gesto dell'uomo dichiarò che non era affar suo essere sorpreso. I due rimesero senza parlare mentre il blu della notte scendeva rapidamente. Dopo un po' Medford disse con tono noncurante: “Dove pensate che sia il vostro padrone adesso?”
La luna, invisibile nell'infuocato tramonto del giorno, aveva improvvisamente preso possesso del mondo, e un ampio raggio bianco illuminava in pieno la tunica bianca dell'arabo, il suo volto abbronzato e il turbante di lana di cammello annodato intorno. Le sue pupille agitate rilucevano come gioielli.
Se Allha ci concedesse di saperlo!”
Ma supponete che sia al sicuro, non è vero? Pensate che non sia ancora il caso di organizzare un gruppo per andare a cercarlo?”
L'arabo sembrò considerare attentamente quella eventualità. La domanda doveva averlo colto di sorpresa. Gettò il braccio abbronzato intorno al collo del cavallo e continuò a fissare il lastricato del cortile. “Quando il padrone è via, Mr. Gosling è il nostro padrone.”
E non pensa che sia necessario?”
L'arabo sospirò: “Non ancora.”
L'uomo rimase di nuovo in silenzio, e Medford continuò: “Voi siete il capo degli stallieri, suppongo?”
Sì, eccellenza.”
Ci fu un'altra pausa. Medford si girò per andarsene, quindi con la testa rivolta verso l'arabo: “Suppongo che sapete la direzione presa da Mr. Almodham? In che posto è andato?”
Oh, sicuramente, eccellenza.”
Allora prendremo i cavalli e andremo a cercarlo. State pronto un'ora prima dell'alba. Non dite niente a nessuno, Mr. Gosling o chiunque altro. Noi due dovremmo farcela a trovarlo senza altro aiuto.”
Di rimando, la faccia dell'arabo fu tutto un lampeggiare di denti e occhi. “Oh, signore, vi garantisco che voi e il mio padrone vi incontrerete prima di domani sera. E nessuno ne saprà niente.”
E' in ansia per Almodham come me,” pensò Medford, e un leggero brivido gli percorse la schiena.
Benissimo. Tenetevi pronto,” ripetè.
Tornò indietro e trovò il cortile svuotato di ogni segno di vita, ma magicamente popolato da palme di argento battuto e una pianta di fico di marmo bianco.
Dopo tutto,” pensò senza dargli troppo peso, “sono felice di non aver detto a Gosling che parlo arabo.”
Si sedette ad aspettare finché Gosling, uscendo dalla stanza da pranzo, annunciò per la quinta volta che la cena era srvita.



5.



Medford sobbalzò nel letto con uno scatto mai visto. C'era qualcuno nella sua stanza. Quel fatto gli si era palesato non attraverso la vista o l'udito, perché la luna era tramontata e regnava un silenzio assoluto, ma attraverso un'impercettibile turbamento di quelle correnti invisibili da cui siamo circondati. Si svegliò in un istante, afferrò la sua pila elettrica e la puntò contro due occhi spalancati per lo stupore. Gosling era in piedi accanto al letto.
Mr. Almodham... è ritornato?” esclamò Medford.
No, signore, non è ritornato.” Gosling parlava con un tono di voce basso e controllato. La sua estrema compostezza trasmetteva a Medford un senso di pericolo – non sapeva perché, o di quale natura. Si mise a sedere e lo fissò con uno sguardo serio.
Allora cosa è successo?”
Vedete, signore, avreste dovuto dirmi che parlate arabo,” - adesso il tono di Gosling era quello di un mesto rimprovero - “prima di fare comunella con quel Selim. Organizzare randy-voos con lui di notte nel deserto.” Medford allungò la mano, prese i fiammiferi e accese la candela sul comodino. Non sapeva se cacciare Gosling a calci fuori dalla stanza o ascoltare quello che l'uomo aveva da dire, ma un improvviso moto di curiosità lo fece decidere per la seconda ipotesi.
Che follia! Prima avevo pensato di chiudervi in camera. Avrei potuto.” Gosling tirò fuori dalla tasca una chiave e gliela mostrò. “Poi che avrei potuto lascirvi andare. Semplicemente. Ma c'era Wembley.”
Wembley?” gli fece eco Medford. Incominciò a pensare che l'uomo stava impazzendo. Poteva succedere, così prevedibilmente, in quel luogo di rinvii e incantesimi! Si domandava se lo stesso Almodham non fosse un pochino matto – ammesso che Almodham fosse ancora in un mondo dove un simile destino era possibile.









Wembley. Mi avete promesso di convincere Mr. Almodham a concedermi una vacanza – di lasciarmi tornare in Inghilterra in tempo per visitare l'esposizione di Wembley. Ognuno ha ha suoi capricci, non è così, signore? E questo è il mio. L'ho detto a Mr. Almodham, ripetutamente. Non mi ha mai ascoltato, o me lo faceva solo credere; diceva: 'Ora vediamo, Gosling, ora vediamo' e non se ne parlava più. Ma voi siete stato diverso, signore. Voi l'avete promesso e sapevo che eravate sincero – riguardo alla mia vacanza. Pertanto ho deciso di chiudervi dentro.” Gosling parlava in maniera pacata, ma con una certa tensione emotiva nella sua strana parlata cockney-mediterranea.
Chiudermi dentro?”
Per cercare di impedivi di andare via con quell'assassino. Non crederete che sareste mai tornato vivo da quella cavalcata, vero?”
Medford fu percorso da un brivido, come la sera precedente quando si era detto che l'arabo era in ansia per Almodham come lui. Rise sommessamente.
Non so di cosa state parlando. Ma non mi chiuderete dentro.”
La frase ebbe un effetto inaspettatato. La faccia di Gosling fu deformata da una smorfia convulsa e due lacrime spuntarono sulle sue pallide ciglia e corsero giù lungo le guance.
Non mi credete, dopo tutto,” disse piagnucolando.
Medford si appoggiò sul cuscino e riflettè. Non gli era mai successo niente di così strano prima. Gosling aveva un aspetto abbastanza ridicolo, eppure le sue lacrime non erano certo simulate. Stava piangendo per Almodham, ormai morto, o per Medford, che stava per essere spedito nella stessa tomba?
Vi avrei creduto subito,” disse Medford, “se mi aveste detto dov'è il vostro padrone.”
La faccia di Gosling riacquistò subito la sua espressione composta, anche se le tracce delle lacrime ancora brillavano sulle sue guance.
Non posso farlo, signore.”
Ah, lo pensavo!”
Perché... come faccio a saperlo?”
Medfrd mise una gamba fuori dal letto. Una mano, sotto le coperte, era appoggiata sul revolver.
Bene, potete andare adesso. Ma prima posate la chiave sul tavolo. E non provate a fare niente che possa interferire con i miei piani. Se lo farete, vi sparerò,” aggiunse seccamente.
Oh, no non spareste ad un cittadino britannico, alza un tale polverone. Non che me ne importi... Ho spesso pensato di farlo io stesso. A volte, durante la stagione dello scirocco. Non mi fa paura. E voi non ve ne andrete.”
Medford era in piedi adesso, con il revolver ben in vista. Gosling gli diede un'occhiata indifferente.
Allora sapete dove si trova Mr. Almodham? E siete determinato a non farmelo scoprire.”
Selim è determinato,” disse Gosling, “e tutti gli altri lo sono. Vi vogliono tutti fuori dai piedi. Ecco perché li ho tenuti confinati nei loro quartieri – e ho badato a voi da solo. Ora, rimarrete qui? Per amor di Dio, signore! Dopodomani la carovana di ritorno si dirigerà verso la costa. Unitevi a loro, signore... è il solo modo sicuro! Non oserei lasciarvi andare con uno dei nostri uomini, nemmeno se giuraste di cavalcare dritto fino alla costa e di lasciar perdere tutta questa faccenda.”
Questa faccenda? Quale faccenda?”
La vostra preoccupazione per Mr. Almodham, signore. Non che ci sia niente di cui preoccuparsi. Tutti gli uomini qui lo sanno. Ma il fatto è che hanno rubato del danaro dalla cassa di Mr. Almodham, dopo che è andato via, e se non avessi chiuso un occhio mi avrebbero ucciso, e tutto quello che vogliono è farvi andare alla sua ricerca e mettervi al sicuro sotto un mucchio di sabbia ben lontano dalle piste carovaniere. Un gioco da bambini. Ecco, questo è tutto, signore. Parola mia.”
Ci fu un lungo silenzio. I due uomini si confrontarono alla debole luce della candela. La mente di Medford andava riacquistando la sua lucidità man mano che la sensazione di pericolo si faceva più pressante. Incominciò a scandagliare da ogni parte quel mistero che lo attanagliava, ma quello rimaneva comunque impenetrabile. La cosa strana era che, sebbene non credesse nemmeno la metà di quello che gli aveva detto Gosling, l'uomo gli ispirava ancora uno strano senso di fiducia per quello che riguardava il loro rapporto. “Potrebbe mentire riguardo ad Almodham, nascondere Dio solo sa cosa, ma non credo che stia mentendo riguardo a Selim.”
Medford appoggiò il revolver sul tavolo. “Molto bene,” disse. “Non andrò alla ricerca di Mr. Almodham, dal momento che mi consigliate di non farlo. Ma non partirò con la carovana, aspetterò qui finché ritorna.”
Vide Gosling impallidire sotto il suo colorito olivastro. “Oh, non fatelo, signore; non potrei rispondere di loro se vi fermerete. Dopodomani la carovana vi condurrà alla costa con la stessa facilità con cui cavalcate per Rotten Row.”
Ah, allora sapete che Mr. Almodham non ritornerà dopodomani?” Lo incalzò Medford.
Non so niente, signore'”
Nemmeno dove si trova adesso?”
Gosling ci pensò su. “E' stato via troppo tempo, signore, perché possa saperlo,” disse sulla soglia della stanza. La porte si richiuse dietro di lui.
Medford non riuscì a riprendere sonno. Si affacciò alla finestra e guardò le stelle impallidire e l'alba sorgere in tutta la sua gloria. Mentre la vita si risvegliava tra quelle antiche mura, si meravigliò del contrasto tra la fonte di purezza che sgorgava alta nei cieli e i perversi segreti che quaggiù si aggrappavano alla pareti del castello come un pipistrello al suo nido.
Non sapeva più a chi o a cosa credere. Forse qualche nemico di Almodham lo aveva attirato nel deserto e comprato la connivenza della sua gente? Oppure i servi avevano avuto una ragione particolare per farlo sparire, e forse Gosling diceva la verità quando affermava che la stessa sorte sarebbe capitata a Medford se si rifiutava di partire?
Medford, mentre il giorno diventava più luminoso, sentì ritornare la sua energia. La stessa impenetrabilità del mistero diventava una sfida. Sarebbe rimasto e avrebbe scoperto la verità.



6.


Quella mattina Gosling non portò su l'acqua per il bagno di Medford, cosa che era solito fare personalmente, e quando arrivò fu per portare il vassoio della colazione. Medford notò che la sua faccia era di un pallore mortale e che le palpebre erano arrossate come se avesse pianto. Il contrasto era spiacevole,
e nel cuore del giovane iniziò a prendere forma una certa ripugnanza per Gosling.
Il mio bagno?” chiese.
Veramente, signore, ieri vi siete lamentato dell'acqua...”
Non potete bollirla?”
L'ho fatto, signore.”
Bene, alora...”
Gosling uscì indispettito e ritornò poco dopo con una brocca di ottone. “E' il periodo dell'anno... stiamo morendo per un po' di pioggia,” farfugliò, versando la poca acqua nella vasca.
Sì, il livello del pozzo deve essre molto basso, pensò Medford. Anche bollita, l'acqua aveva l'odore sgradevole che aveva notato il giorno prima, anche se naturalmente, in misura minore. Ma un bagno era necessario in quel clima. Si buttò addosso alla meno peggio quelle poche tazze d'acqua.
Trascorse la giornata in una inconcludente analisi della sua situazione. Aveva sperato che la mattinata gli portasse consiglio, ma portò solo coraggio e determinazione, che erano di poco aiuto se non si sapeva cosa fare. Improvvisamente ricordò che la carovana che dalla costa andava a sud sarebbe passata vicino al castello proprio quel pomerigio. Gosling si era spesso soffermato su quella data, perché era la carovana che doveva portare la cassa di Perrier. “Bene, questo non mi dispiace,” riflettè Medford, mentre un brivido gli percorreva la carne. Qualcosa di corrotto e viscido, un misto di odore e materia, sembrava essersi attaccato alla pelle dopo il bagno del mattino, e l'idea di dover bere di nuovo quell'acqua era nauseante.
Ma il principale motivo per essere contento dell'arrivo della carovana era la speranza di trovarci qualche europeo, o in ogni modo qualche ufficiale nativo proveniente dalla costa a cui poter confidare la sua ansia. Gironzolò per il castello, ascoltando e aspettando, e poi salì sul tetto per controllare la pista che andava a nord. Ma nel fulgore del pomerigio vide solo tre beduini che guidavano tre muli carichi di pacchi verso il castello. Mentre risalivano il sentiero scosceso riconobbe alcuni uomini di Almodham, e si rese immediatamente conto che il percorso della carovana non passava sotto le mura e che gli uomini erano usciti ad incontrarla, probabilmente in qualche piccola oasi dietro le dune di sabbia. Seccato con sé stesso per non aver previsto una simile eventualità, Medford corse giù nel cortile, sperando che gli uomini avessero portato notizie di Almodham, anche se, avendo quest'ultimo cavalcato verso sud, al massimo avrebbe solo potuto incrociare la pista da cui era arrivata la carovana. Eppure, anche così, qualcuno poteva sapere qualcosa, aver sentito qualche notizia, dal momento che nel deserto si viene sempre a sapere tutto.




Accampamento nel deserto  - Alberto Pasini (1826-1899)



Mentre Medford si accingeva a scendere giù in cortile, urla di rabbia, e repliche altrettanto veementi, salirono dal recinto delle stalle. Si affacciò al parapetto e ascoltò. Fino a quel momento niente lo aveva sorpreso più del silenzio di quel luogo. Gosling doveva aver usato il pugno di ferro per tenere a freno le voci stridule dei suoi sottoposti. Ora avevano rotto ogni freno, ed era la voce di Gosling, di solito così discreta e misurata, che dominava su tutti. Gosling, padrone di tutti i dialetti del deserto, ne stava usando una mezza dozzina per maledire i suoi subordinati.
E voi non l'avete portata, e dite che non c'era, e io vi dico che c'era, e che voi lo sapete, e che o l'avete lasciata su un mucchio di sabbia mentre chiacchieravate con qualcuno di quei viscidi individui della costa, oppure l'avete legata sul cavallo così male che è caduta durante il tragitto, ed eravate tutti troppo addormentati per accorgervene. Oh, figli di donne che non mi sporcherei la bocca a nominare! Bene, tornate indietro a cercarla, questo è tutto.”
Per Allah e la tomba del suo profeta, tu ci accusi ingiustamente. Non hanno lasciato niente all'oasi, e niente è caduto sulla via del ritorno. Non c'era, e questa è la pura verità.”
Pura verità! Voi miserable branco di lavativi e bugiardi, voi... e questo gentiluomo che non beve niente altro che acqua... come voi professate di fare, voi ipocriti ubriaconi!”
Medford si ritrasse dal parapetto con un sorriso di sollievo. Non era altro che una cassa di Perrier – la cassa che mancava – che aveva portato l'ira di quegli uomini adulti fino all'apice del parossismo! La caduta della tensione gli tolse un peso dal cuore. Se Gosling, il calmo e controllato Gosling, poteva perdere la pazienza per un così banale intoppo nel funzionamento dell'approvigionamento, almeno lui doveva avere la mente libera da altre preoccupazioni. Quanto assurde sembrarono a Medford le sue speculazioni dopo quell'incidente domestico! Fu improvvisamente commosso dalla sollecitudine di Gosling, e seccato all'idea di essersi fatto ingannare in quel modo dall'atmosfera allucinante dell'oriente. Almodham era andato via per i fatti suoi, probabilmente gli uomini sapevano dove era e di che faccenda si trattava, e anche se lo avevano derubato in sua assenza, e litigato per la spartizione, Medford non vedeva cosa poteva farci. Era anche possibile che il suo eccentrico ospite – con cui, dopo tutto, aveva trascoso solo una serata – pentendosi di un invito fatto in maniera troppo affrettata, era andato via per sfuggire alla noia di doverlo intrattenere. Appena questa alternativa si affacciò alla mente di Medford, gli sembrò così plausibile che incominciò a chiedersi se Almodham non si fosse semplicemente ritirato in qualche segreto appartamento di quell'intricata dimora, e là stesse aspettando la partenza del suo ospite.
Fu improvvisamente commosso dalla sollecitudine di Gosling, e seccato all'idea di essersi fatto ingannare in quel modo dall'atmosfera allucinante dell'oriente. Almodham era andato via per i fatti suoi, probabilmente gli uomini sapevano dove era e di che faccenda si trattava, e anche se lo avevano derubato in sua assenza, e litigato per la spartizione, Medford non vedeva cosa poteva farci. Era anche possibile che il suo eccentrico ospite – con cui, dopo tutto, aveva trascoso solo una serata – pentendosi di un invito fatto in maniera troppo affrettata, era andato via per sfuggire alla noia di doverlo intrattenere. Appena questa alternativa si affacciò alla mente di Medford, gli sembrò così plausibile che incominciò a chiedersi se Almodham non si fosse semplicemente ritirato in qualche segreto appartamento di quell'intricata dimora, e là stesse aspettando la partenza del suo ospite.
L'idea che quello strano uomo volubile, con la sua lunga faccia abbronzata e la folta massa di capelli grigi, il suo evidente egoismo e la sua palese tirannia, il suo morboso egocentrismo, potesse essere davvero ad un tiro di schioppo, diede a Medford per la prima volta un senso di isolamento. Si sentì isolato, indesiderato; quel posto divenne solitario, inospitale, pericoloso, ora che credeva che qualcuno potesse viverci a sua insaputa.
Che stupido sono, brobabilmente si aspettava che facessi i bagagli e me ne andassi appena scoperto che non c'era!” riflettè il giovane. Sarebbe assolutamente partito la mattina seguente.
Gosling non si era fatto vedere per tutto il pomerigio. Quando alla fine, in ritardo, arrivò per apparecchiare la tavola, aveva un'espressione di severo, quasi arcigno riserbo che Medford non gli aveva ancora visto. A mala pena ricambiò il saluto amichevole del giovane “Salve... la cena?” e quando Medford si fu seduto gli servì il primo piatto in silenzio. Il bicchiere di Medford rimase vuoto finché non ne toccò il bordo.
Oh, non c'è niente da bere, signore. Gli uomini hanno perso la cassa di Perrier – o l'hanno fatta cadere e rotto le bottiglie. Dicono che non è mai arrivata. Come posso saperlo, se non aprono mai le loro bocche pagane se non per mentire?” proruppe Gosling con improvvisa violenza.
Posò il piatto che aveva in mano e Medford vide che aveva dovuto fare così perché tutto il suo corpo era scosso da tremiti ferbrili. “Amico mio, che avete? Vi prenderete un malanno,” esclamò Medford, appoggiando la mano sul braccio del cameriere. Ma quest'ultimo, borbottando: “Oh, Dio, se solo ci fossi andato di persona,” liberò il braccio e sparì dalla stanza. Medford rimase a sedere pensieroso, senza dubbio il povero Gosling sembrava sull'orlo di una crisi di nervi. Non c'era da meravegliarsi, visto che lo stesso Medford si sentiva così oppresso dal mistero di quel luogo. Dopo un po', Gosling riapparve composto, silenzioso, con il dessert e una bottiglia di vino.



 
                         Perrier water art - Michael Bartalos, 1995
 



Mi dispiace, signore.”
Per calmarlo, Medford sorseggiò il vino e poi scostò la sedia e ritornò nel cortile. Si stava dirigendo verso il fico vicino al pozzo quando Gosling, scivolandogli avanti, trasferì la sua sedia e il tavolino di vimini dall'altra parte del cortile.
Starete meglio qui... ci sarà la brezza fra un po',” disse. “Ora vi porto il caffè.”
Sparì di nuovo, e Medford si sedette a guardare su verso quell'aggregato di muratura e intonaco, chiedendosi se non fosse stato spostato dal suo cantuccio preferito per metterlo fuori dall'angolo di visuale, o forse dentro, dell'invisibile osservatore. Gosling, dopo aver portato il caffè, se ne andò e Medford rimase lì a sedere.
Alla fine, si alzò e iniziò a camminare avanti e indietro mente fumava. La luna non era ancora sorta, e le tenebre si posarono con solennità sulle antiche mura.
Subito si alzò la brezza che inizò il suo segreto commercio con le palme.
Medford ritornò alla sedia, ma non appena si fu accomodato gli sembrò che lo sguardo del suo osservatore segreto stesse avidamente fissando la scintilla incandescente del suo sigaro. La sensazione divenne sempre più sgradevole, poteva quasi sentire Almodham allungare verso di lui le sue braccia spettrali da qualche parte lassù nelle tenebre. Rientrò nel soggiorno, dove una lampada schermata scendeva dal soffitto, ma l'aria nella stanza era soffocante, e alla fine uscì di nuovo e trascinò la sedia al suo vecchio posto sotto la pianta di fico. Là era fuori dalla visuale della finestra sospetta e si sentì subito meglio, anche se non c'era vento e l'aria pesante sembrava contaminata dal pozzo lì accanto. “L'acqua deve essere molto bassa,” pensò Medford. L'odore, per quanto debole, era spiacevole; sporcava la purezza della notte. Comunque, là si sentiva più al sicuro, via da quegli occhi invisibili che misteriosamente sembravano essere diventati suoi nemici.
Se uno di quegli uomini mi avesse pugnalato nel deserto, non mi meraviglierei se fosse stato per ordine di Almodham,” pensò Medford. Si assopì. Quando si svegliò la luna stava spingendo il suo poderoso disco arancione sopra le mura, e le tenebre nel cortile erano meno fitte. Doveva aver dormito per almeno un'ora. La notte era deliziosa, o meglio lo sarebbe stata ovunque meno che là. Medford avvertì un brivido della sua vecchia febbre e ricordò che Gosling lo aveva avvisato che il cortile era insalubre la notte.
A causa del pozzo, penso. Gli sono stato seduto troppo vicino,” rifletté. La testa gli faceva male, e immaginò quel disgustoso odore dolciastro attaccarsi al suo viso come era successo dopo il bagno. Si alzò e si avvicinò al pozzo per vedere quanta acqua fosse rimasta. Ma la luna non era ancora abbastanza alta per illuminarlo fino in fondo, così si sporse per guardare in quella oscuruità.
Improvvisamente sentì che qualcuno gli afferrava le spalle da dietro e premeva con foza in avanti, come per spingerlo oltre il bordo del pozzo. Un istante dopo, quasi in coincidenza con la sua pronta resistenza, la spinta divenne uno strattone all'indietro, e Medford si girò per ritrovarsi di fronte a Gosling, che lasciò immediatamente la presa.
Pensavo che avevate la febbre, signore... mi è sembrato che vi spingevate oltre il bordo del pozzo,” balbettò l'uomo.
Medford recuperò la sua prontezza di spirito. “Dovevamo avere la febbre tutti e due, allora, perché ho avuto l'impressione che foste voi a spingere me,” disse ridendo.
Io, signore?” ansimò Gosling. “Vi ho tirato indietro con tutta la forza che avevo...”
Naturalmente. Lo so.”
Cosa ci facevate qui, comunque, signore? Vi avevo avvisato che di notte non è salutare,” continuò Gosling irritato.
Medford si appoggiò al pozzo e lo guardò. “Penso che tutto questo posto sia poco salutare.”
Gosling rimase in silenzio. Dopo un po' chiese: “Non andate a letto, Signore?”
No,” disse Medford, “preferisco rimanere qui.”
Sulla faccia di Gosling apparve un'espressione di rabbia repressa. “Veramente, io preferirei che non lo faceste.”
Medford rise di nuovo. “Perché? Forse è l'ora in cui Mr. Almodham esce a prendere una boccata d'aria?”
La domanda ebbe un effetto inaspettato. Gosling arretrò di un paio di passi, si portò le mani al volto, premendosi le labbra come per soffocare un grido sommesso.
Che problema c'é ora?” chiesa Medford. Le stranezze di quell'uomo incominciavano a dargli sui nervi.
Che problema?” Gosling si teneva ancora a distanza, fuori dal cono di luce della luna nascente.
Andiamo! Confessate che è qui e fatela finita!” Gridò Medford con impazienza.
Qui? Che volete dire con “qui”? Non l'avete visto, vero?” Prima che quelle parole gli fossero uscite di bocca, Gosling si portò di nuovo le mani al volto, si avvicinò a Medford barcollando e si accasciò ai suoi piedi. Medford, ancora appogiato contro il pozzo, guardò verso quell'infelice con un sorriso di scherno. La sua ipotesi si era rivelata giusta, quindi, non era stato la marionetta di Gosling dopo tutto.
Alzatevi, amico. Non siate sciocco! Non è colpa vostra se ho capito che Mr. Almodham passeggia qui la notte...”
Passeggia qui!” gemette l'altro, ancora accovacciato
Beh, non è così? Non vi ucciderà solo perché me lo avete confessato, vero?”
Uccidere me? Uccidere me? Io avrei dovuto uccidere VOI!” Gosling si stava rialzando, con la testa ripiegata all'indietro livido di terrore. “E avrei potuto farlo, poi, così facilmente! Vi siete accorto che vi stavo spingendo giù, vero? Venire qui a spiare e a ficcare il naso...” Sembrava che l'angoscia lo stesse soffocando.
Medford non aveva cambiato posizione. La stessa abiezione della creatura ai suoi piedi gli dava un facile senso di potere. Ma l'ultimo grido di Gosling aveva improvvisamente cambiato il corso delle sue speculazioni. Almodham era là, dunque, quello era certo, ma dove e in che condizioni? Una nuova paura gli percorse la schiena.
Così volevate buttarmi giù?” disse. “Perché? Era il modo più veloce per ricongiungermi al vostro padrone?” L'effetto fu più immediato di quanto avesse previsto.
Gosling, rimettendosi in piedi, rimase là, curvo e tremante alla luce accusatrice del chiaro di luna.
Oh, Dio... e vi avevo quasi buttato giù! Sapete che è così! E poi... è stato quello che avete detto riguardo a Wembley. Lo giuro, signore, sentivo che eravate sincero, e quasto mi ha fermato.” La faccia dell'uomo era di nuovo bagnata dalle lacrime, ma questa volta Medford si ritrasse come se fossero state gocce spruzzate da una corpo caduto nelle acque putride del pozzo.
Medford rimase in silenzio. Non sapeva se Gosling era armato, ma non era più impaurito, solo esterrefatto, eppure terribilmente lucido.
Gosling continuò il suo discorso sconnesso quasi in delirio: “E se solo la Perrier fosse arrivata. Non penso che vi sarebbe mai passato per la mente, se solo aveste bevuto regolarmente la vostra Perrier, non è vero? Ma voi a dire che passeggia... e io lo sapevo che era sua abitudine! Solamente... che dovevo fare con lui, con voi che siete arrivato in quel modo proprio quel giorno?”
Medford continuava a rimanere immobile.
E lui a spingermi alla follia, signore, la pura follia, quello stesso giorno. Ci credereste? Proprio la settimana prima del vostro arrivo, stavo per imbarcarmi per l'Inghilterra e andare in vacanza, un mese intero, signore... e me ne spettavano sei, se ci fosse giustizia... un intero mese ad Ammersmith, signore, a casa di un cugino, e la possibilità di visitare Wembley da cima a fondo; e poi ha saputo che stavate arrivando, signore, ed era solo e annoiato qui, voi capite... doveva avere sempre nuove distrazioni a disposizione o andava fuori a cercarsele... e quando ha saputo che stavate arrivando, in un attimo il suo umore nero lo ha abbandonato ed era quasi pazzo di gioia, e disse 'Lo terrò qui tutto l'inverno... un giovanotto notevole, Gosling... proprio il mio tipo.' E quando gli dico 'E la mia vacanza?' mi guarda con quei suoi occhi di pietra e dice 'Vacanze? Oh, sicuro, magari l'anno prossimo... vedremo cosa si può fare l'anno prossimo.” L'anno prossimo, signore, come se mi stesse facendo un favore! Ed è andata così per quasi dodici anni.
Ma questa volta, se non arrivavate credo sarei andato via, perché si stava abituando ad avere intorno Selim e la sua salute non era mai stata così buona...e, bene, glielo dissi, e che un uomo dopo tutto ha i suoi diritti, e che la mia giovinezza stava passando, e che io che lo avevo servito così bene ero incatenato qui come il suo cane da guardia, e sempre l'anno prossimo, e sempre l'anno prossimo...e, bene, signore, si è messo a ridere, a ghignare, e si è acceso una sigaretta. 'Oh, Gosling fatela finita,” mi dice.
Era proprio là dove siete voi adesso, signore, e si girò per entrare in casa. Ed è stato allora che l'ho spinto. Era un uomo pesante, e cadde contro il bordo del pozzo. E proprio quando voi eravate atteso da un momento all'altro...oh, mio Dio!”
La voce di Gosling si spense in un mormorio soffocato.
Medford, a quelle ultime parole, era indietrggiato involontariamente di quache passo. I due uomini rimasero nel mezzo del cortile a guardarsi l'un l'altro senza parlare. La luna, portandosi al di sopra delle mura, mandò un raggio di luce a frugare tra le tenebre colpevoli del pozzo.


FINE






1Dialetto londinese, di estrazione proletaria, parlato da quelli che si considerano i veri londinesi, ciè quelli che sono nati e vivono fin dove si sentono le Blue Bells , le campane di St. Mary-le-Bow.
2Prestigioso albergo di Luxor costruito nel 1886 in uno splendido giardino tropicale. Nel 1922, il famoso archeologo Howard Carter annunciò la scoperta della tomba del re Tutankamon dai gradini d'ingresso del Winter Palace.
3 Nei paesi musulmani, funzionario

































 




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