sabato 17 dicembre 2016

Il Nuovo Acceleratore



Auguri di buone feste...
                       e buona lettura










Più veloce della luce


Il Nuovo Acceleratore (The New Accelerator) di H. G. Wells, fu pubblicato la prima volta nella rivista The Strand nel 1901. Ancora una volta lo scrittore affronta il tema del tempo. Nel 1895 aveva pubblicato La macchina del tempo (The Time Machine), in cui immaginava di poter viaggiare nel futuro grazie ad una prodigiosa macchina del tempo, appunto. In questo racconto, invece, le barriere temporali vengono infrante grazie ad un preparato chimico, che il suo inventore, il professor Gibberne, amico del narratore in prima persona che coincide con lo scrittore, battezza Nuovo Acceleratore. Wells, chimico egli stesso, sembra muoversi in un campo a lui più familiare e si diverte ad inventare uno pseudo prodotto, con tanto di etichette, confezione, rete di distribuzione e costo. 

 Il nuovo farmaco è stato inventato per renderci più adatti a questi “tempi frenetici" avendo la capacità accelerare migliaia di volte il nostro organismo “per un certo periodo dalla cima della testa alla punta dei piedi.” La conseguenza è che il mondo circostante sembra “congelato.” Come in un film al rallentatore, i fotogrammi si susseguono così lentamente che le persone sembrano grottesche statue di cera, mentre i protagonisti riescono a vivere in pochissimi secondi eventi che normalmente si svolgerebbero nel giro di qualche ora. L'unico effetto collaterale, una lieve accelerazione dell'invecchiamento, poca cosa rispetto ai vantaggi: “Immagina uno statista in una situazione difficile… O un medico che, in una situazione di estrema urgenza, voglia sedersi a sviscerare il caso.” L'autore è consapevole delle implicazioni etiche di questa invenzione: “...naturalmente, le imprese più notevoli e, eventualmente, perfino criminali possono essere commesse impunemente grazie a questo, per così dire, sgattaiolare tra gli interstizi del tempo.” Ma, quasi a rivendicare la neutralità della scienza, l'autore decide che “questa è squisitamente materia di giurisprudenza medica e del tutto fuori dalla nostra competenza. Produrremo e venderemo l'Acceleratore e in quanto alle conseguenze staremo a vedere.Quattro anni dopo Einstein pubblicherà la sua teoria della relatività.


↦Curiosità: Italo Svevo si ispirò al racconto di Wells per scrivere  
"Lo specifico del dottor Menghi" - un racconto di fantascienza pubblicato postumo da Mondadori nel volume “Saggi e Pagine Sparse” (1954). Il protagonista è infatti un medico che ricorre ad un'accelerazione del metabolismo per combattere l'invecchiamento e, forse, la morte.

↦Letture consigliate: Ho trovato un interessante saggio in formato PDF 
La relatività per tutti” di Martin Gardner - matematico, divulgatore scientifico ma anche illusionista e inventore di giochi matematici.




Il Nuovo Acceleratore

H.G. Wells, 1901

 



Se mai qualcuno ha trovato una ghinea mentre stava cercando uno spillo, di sicuro questo è il mio buon amico professor Gibberne. Ho già sentito di ricercatori che sono andati oltre ogni aspettativa, ma mai quanto lui. Lui ha veramente, almeno questa volta, senza nessuna esagerazione, trovato qualcosa che rivoluzionerà la vita degli uomini. E questo quando stava semplicemente cercando un generico stimolante nervoso per aiutare le persone apatiche a stare al passo con questi tempi frenetici. Ho provato quella sostanza diverse volte ormai e non posso fare niente di meglio se non descrivere gli effetti che ha avuto su di me. E' abbastanza chiaro che ci sono in serbo esperienze stupefacenti per tutti quelli alla ricerca di nuove sensazioni.




Il professor Gibberne, come molti sanno, è mio vicino di casa a Folkstone. A meno che la memoria non mi inganni, il suo ritratto nelle diverse età della sua vita è già apparso nello Strand Magazine – penso alla fine del 1899, ma non sono in grado di controllarlo perché ho prestato quel volume a qualcuno che non me lo ha mai restituito. Il lettore, forse, potrebbe ricordare la fronte alta e le sopracciglia stranamente lunghe e nere che danno al suo viso un tocco così mefistofelico. Il mio amico occupa una di quelle graziose villette costruite in una mescolanza di stili che rendono così interessante la parte occidentale di Upper Sandgate Road. La sua è quella con il tetto in stile fiammingo e il portico moresco, ed è nella piccola stanza con il bovindo dalle finestre a bifore che lavora quando è laggiù, e in cui di sera abbiamo così spesso fumato e chiacchierato insieme.
E' un incredibile burlone, ma, fra l'altro, gli piace parlarmi del suo lavoro: è una di quelle persone che trova aiuto e stimolo nella conversazione, e così ho avuto la possibilità di seguire l'ideazione del Nuovo Acceleratore fin dalle primissime fasi. Naturalmente, la maggior parte del lavoro sperimentale non è fatto a Folkstone, ma a Gower Street, nel bel laboratorio nuovo accanto all'ospedale che lui è stato il primo ad usare.
Come tutti sanno, o almeno come tutte le persone intelligenti sanno, il particolare campo in cui Gibberne si è guadagnato una reputazione così grande e meritata tra i fisiologi è quello dell'azione dei farmaci sul sistema nervoso. Per quanto riguarda i sonniferi, i sedativi e gli anestetici lui è, mi dicono, senza pari. E' anche un chimico di considerevole autorevolezza e suppongo che nella insidiosa e complessa giungla di misteri che ruotano intorno alla cellula del ganglio e all'epistrofeo egli sia riuscito ad aprire dei sentieri, delle piccole valli luminose, che, finché non riterrà opportuno pubblicare i suoi risultati, sono ancora inaccessibili ad ogni altro essere umano.
E negli ultimi anni si è molto impegnato nel campo degli stimolanti nervosi e, ancor prima della scoperta del Nuovo Acceleratore, anche con molto successo. La scienza medica deve ringraziarlo per almeno tre diversi ricostituenti assolutamente sicuri e di incomparabile valore per gli addetti ai lavori. In caso di esaurimento il preparato conosciuto come sciroppo B di Gibberne, credo che abbia ormai salvato più vite di qualunque nave guardia coste.
Ma nessuna di queste cosette mi soddisfa completamente,” mi disse circa un anno fa. “O aumentano l'energia centrale senza influenzare i nervi o aumentano semplicemente l'energia disponibile abbassando la conduttività nervosa, e tutti agiscono a livello locale e in modo inadeguato. Uno stimola il cuore e le viscere e lascia il cervello intorpidito, un altro arriva al cervello come lo champagne e non fa niente di buono per il plesso solare, mentre quello che voglio io – e, se c'è una possibilità a questo mondo, quello che voglio ottenere - è uno stimolante che agisca nel complesso, che ti risvegli per un certo periodo dalla cima della testa alla punta dei piedi e ti faccia andare due volte - o perfino tre – più veloce di chiunque altro. Eh? Questo è quello che sto cercando.”
Sarebbe stancante,” dissi.
Non c'è dubbio. E mangeresti il doppio o il triplo… e così via. Ma pensa per un attimo a cosa comporterebbe. Immaginati con una piccola fiala come questa,” e per sottolineare la frase sollevò una bottiglietta di vetro verde, “e che in questa preziosa fiala ci sia il potere di pensare due volte più velocemente, di fare il doppio del lavoro che potresti fare altrimenti nello stesso tempo.”
Ma una cosa del genere è possibile?”
Credo di sì. Altrimenti, ho sprecato il mio tempo per un anno. Queste diverse preparazioni di ipofosfati, per esempio, sembrano mostrare simili caratteristiche… Anche se ti facessero andare più velocemente di una volta e mezzo, sarebbe sufficiente.”
Altroché,” dissi.
Immagina uno statista in una situazione difficile, per esempio, e il tempo che scorre inesorabile, e qualcosa di urgente da portare a termine, eh?”
Potrebbe somministrarlo al suo segretario personale,” dissi.
E guadagnare… il doppio del tempo. E immagina se tu, per esempio, volessi finire un libro.”
Di solito,” dissi, “Vorrei non averli iniziati.”
O un medico che, in una situazione di estrema urgenza, voglia sedersi a sviscerare il caso. O un avvocato – o qualcuno che stia studiando per un esame.”
Vale una ghinea alla goccia,” dissi, “e anche di più per persone del genere.”
E di nuovo, in un duello,” disse Gibberne, “dove tutto dipende dalla velocità con cui si preme il grilletto.”
O nel fioretto,” gli feci eco.
Capisci,” disse Gibberne, “se ottengo qualcosa che funzioni a livello generale questa non sarebbe assolutamente dannosa – eccetto forse per il fatto che accelererebbe l'invecchiamento di un grado infinitesimale. Avresti comunque vissuto il doppio rispetto agli altri.”
Mi chiedo,” riflettei, “in un duello… sarebbe leale?”
E' un problema dei secondi,” disse Gibberne.
Ritornai al problema principale. “E credi davvero che una cosa del genere sia possibile?” dissi.
E' possibile,” disse Giberne, e diede un'occhiata a qualcosa che passava rumoreggiando sotto la finestra, “come un bus a motore. In effetti...”
Si fermò e mi sorrise profondamente, tambureggiando lentamente sul bordo della sua scrivania con la fiala verde. “Penso di conoscere quella sostanza… Sono già arrivato ad un risultato.” Il sorriso nervoso sul suo volto tradì la gravità di questa rivelazione. Parlava raramente del suo lavoro sperimentale a meno che non fosse molto vicino al risultato. “E forse, forse – non ne sarei sorpreso - potrebbe dare un'accelerazione di gran lunga superiore al doppio.”
Sarà una grande cosa,” azzardai.
Sarà, credo, una cosa piuttosto grande.”
Ma non credo che si rendesse completamente conto di quale grande cosa sarebbe stata, nonostante tutto. Ricordo che dopo quella volta facemmo diverse chiacchierate sull'argomento. “Il Nuovo Acceleratore” lo chiamò, e il suo tono diventava ogni volta più sicuro. A volte mi parlava nervosamente degli inaspettati risultati fisiologici che il suo uso poteva avere, e allora diventava un po' triste, altre volte era decisamente venale, e discutevamo a lungo e animatamente su come il preparato avrebbe potuto essere sfruttata commercialmente.
E' una cosa buona,” disse Gibberne, “una cosa eccezionale. Lo so che sto facendo un dono al mondo, e credo che sia semplicemente ragionevole aspettarsi che il mondo paghi. La dignità della scienza va benissimo, ma penso che dovrei avere una sorta di monopolio della sostanza per, diciamo, dieci anni. Non capisco perché tutto il divertimento della vita dovrebbe andare ai venditori di prosciutto.”
Il mio interesse per il futuro farmaco non diminuì certamente col tempo. Nella mia mente c'era sempre stata una curiosa inclinazione per la metafisica. Ero sempre stato attratto dai paradossi sullo spazio e il tempo, e mi sembrava che Gibberne stesse preparando niente meno che l'assoluta accelerazione della vita. Immaginate un uomo a cui venga ripetutamente somministrato un tale preparato; vivrebbe una vita attiva ed eccezionale, ma sarebbe adulto ad undici anni e a trent'anni sarebbe ormai avviato sulla strada della decadenza senile. Mi sembrava che fino a quel momento Gibberne stesse semplicemente facendo per quelli che avrebbero preso il suo farmaco esattamente quello che la natura ha fatto per gli ebrei e gli orientali, che sono uomini nella loro adolescenza e anziani a cinquant'anni, e più lesti a pensare e ad agire di quanto lo siamo noi nel frattempo. Dentro di me ho sempre provato una grande meraviglia per i farmaci: possono far impazzire un uomo o calmarlo, renderlo incredibilmente forte e vigile o inerte come un ciocco, accelerare il suo ardore o rallentarlo, tutto grazie ai farmaci, ed ecco un nuovo portento da aggiungere allo strano armamentario di fiale usato dai dottori! Ma Gibberne era troppo preso dai problemi tecnici per addentrarsi troppo seriamente in questa mia considerazione del problema.
Era il sette o l'otto di agosto quando mi disse che la distillazione che fra poco avrebbe deciso il suo fallimento o il suo successo stava procedendo mentre parlavamo, ed era il dieci quando mi disse che era fatta e che il Nuovo Acceleratore era una realtà tangibile di fronte al mondo. Lo incontrai mentre stavo risalendo la Sandgate Hill in direzione di Folkstone – credo che stessi andando a tagliarmi i capelli e lui mi venne incontro di corsa – penso che stesse venendo a casa mia per annunciarmi immediatamente il suo successo. Ricordo che i suoi occhi erano insolitamente brillanti e la sua faccia arrossata, e notai perfino allora la grande rapidità del suo passo.
E' fatta,” gridò, e mi afferrò la mano, parlando velocemente, “è più che fatta. Vieni a casa mia a vedere.”
Davvero?”
Davvero!” gridò. “Incredibile! Vieni a vedere.”
E funziona… il doppio?”
Di più, molto di più. Mi spaventa. Vieni su a vedere che roba. Assaggiala! Provala! E' la sostanza più sorprendente sulla terra.” Mi afferrò il braccio, camminando ad una tale velocità che mi costrinse a trottare, risalì la collina gridando verso di me. Un'intera carrozza scoperta piena di gente si girò a guardarci all'unisono nel caratteristico modo delle persone in carrozza scoperta. Era una di quelle giornate calde e limpide che si vedono così spesso a Folkstone, ogni colore incredibilmente luminoso e ogni contorno netto. C'era brezza, naturalmente, ma non abbastanza per tenermi fresco e asciutto in tali circostanze. Con voce ansimante chiesi pietà.
Non sto camminando velocemente, vero?” gridò Gibberne, e rallentò la sua andatura ad una marcia veloce.
Tu hai preso un po' di quella roba,” ansimai.
No,” disse. “Al più una goccia di acqua rimasta in un beacker da cui avevo lavato via le ultime tracce di quella sostanza. Ne avevo preso un po' la notte scorsa, veramente. Ma quella è storia vecchia, ormai.”
E accelera il doppio?” dissi, mentre mi avvicinavo all'ingresso di casa sua, traspirando gratitudine.
Accelera migliaia di volte, molte migliaia di volte!” gridò Gibberne, con un gesto teatrale, spalancando il cancello di quercia intagliata in stile gotico.
Uff!” dissi, e lo seguii alla porta.
Non so di quante volte acceleri,” disse, con la chiave in mano.
E tu...”
Getta una miriade di nuove luci sulla fisiologia nervosa, e rimodella drasticamente la teoria della visione!… Solo il cielo sa quante migliaia di volte. Verificheremo tutto ciò dopo… La cosa importante ora è provare la sostanza.”
Provare la sostanza?” dissi, mentre percorrevamo il corridoio.
Certo,” disse Gibberne, rigirandosi verso di me quando arrivammo nel suo studio. “Eccola lì in quella fialetta verde! A meno che tu non abbia paura?”
Bene,” temporeggiai. “Dici di averlo provato?”
Io l'ho provato,” disse, “e non sembra che mi abbia fatto male, vero? Ho un aspetto perfettamente sano e mi sento...”
Mi misi a sedere. “Dammi quella pozione,” dissi. “Alla peggio mi sarò risparmiato un taglio di capelli, e penso che sia uno degli obblighi più odiosi di un uomo civilizzato. Come si prende la mistura?”
Con l'acqua,” disse Gibberne, allungandomi una caraffa.
Stava di fronte alla sua scrivania e guardava verso di me che ero seduto nella sua poltrona, improvvisamente le sue maniere presero un po' l'atteggiamento dello specialista di Harley Street. “E' roba forte, sai” disse.
Feci un gesto con la mano.
Prima di tutto devo avvertirti di chiudere gli occhi non appena l'hai buttato giù e di aprirli con molta cautela dopo circa un minuto. E si riprende a vedere. Il senso della visione è questione di lunghezza della vibrazione, e non di una moltitudine di impatti, ma c'è una specie di shock per la retina, una sgradevole confusione vertiginosa proprio in quel momento, se gli occhi sono aperti. Tienili chiusi.
Chiusi,” dissi, “Bene!”
E l'altra cosa è, stai fermo. Non incominciare ad agitarti di qua e di là. Potresti beccarti un brutto colpo altrimenti. Ricordati che tutto andrà diverse migliaia di volte più veloce che mai, cuore, polmoni, muscoli, cervello – tutto – e rischi di andare a sbattere duramente se non ne sei a conoscenza. Perché non te ne accorgerai. Ti sentirai proprio come adesso. Solamente ogni cosa al mondo sembrerà andare molte migliaia di volte più lentamente di prima. Questo è ciò che lo rende dannatamente strano.”
Dio,” dissi. “E vuoi dire...”
Te ne accorgerai,” disse e prese un misurino. Guardò la sostanza sulla sua scrivania, “Bicchieri,” disse, “acqua. Tutto qui. Non bisogna prenderne troppo al primo tentativo.”
La fialetta gocciolò il suo prezioso contenuto.
Non dimenticare quello che ti ho detto,” disse, versando il contenuto del misurino in un bicchiere alla maniera di un cameriere italiano che dosi del whisky. “Siediti con gli occhi chiusi e resta assolutamente fermo per due minuti,” disse. “Poi mi sentirai parlare.”
Aggiunse circa due dita di acqua alla piccola dose nei bicchieri.
A proposito,” disse, “non posare il tuo bicchiere. Tienilo in mano e appoggia la mano sul ginocchio. Sì… così. E adesso...”
Sollevò il bicchiere
Al Nuovo Acceleratore,” dissi.
Al Nuovo Acceleratore,” rispose, facemmo tintinnare i bicchieri e bevemmo, e chiusi immediatamente gli occhi.
Conoscete quella non-esistenza vuota in cui si cade dopo aver inalato il “gas.” Fu la stessa sensazione per un intervallo di tempo indefinito. Poi sentii Gibberne che mi diceva di svegliarmi, mi stiracchiai e aprii gli occhi. Era sempre là dove era stato, il bicchiere ancora in mano. Era vuoto, questa era l'unica differenza.
Allora?” dissi.
Niente di strano?”
Niente. Un leggero senso di eccitazione, forse. Niente di più.”
Suoni?”
E' tutto silenzioso,” dissi. “Per Giove. “Per Giove! Sì! E' tutto silenzioso. Salvo una sorta di deboli colpi, un ticchettio, come pioggia che cade su oggetti diversi. Cos'è?”
Suoni analitici,” credo che avesse detto, ma non ne sono sicuro. Guardò verso la finestra. “Hai mai visto prima d'ora una tendina appesa alla finestra in quel modo?”
Seguii il suo sguardo, e c'era il bordo della tendina con un angolo rialzato, infatti, congelato nell'atto di sventolare velocemente nella brezza.
No,” dissi, “è strano.”
E questo,” disse, e aprì la mano in cui stringeva il bicchiere. Naturalmente trasalii, aspettandomi che il bicchiere si fracassasse. Ma invece di fracassarsi non sembrò nemmeno muoversi, restò sospeso a mezz'aria – immobile.



Approssimativamente,” disse Gibberne, “a queste latitudini un oggetto cade ad un velocità di quasi cinque metri al secondo. Questo bicchiere sta cadendo a cinque metri al secondo in questo momento. Solamente, non è ancora trascorsa nemmeno la centesima parte di un secondo. Questo ti dà un'idea della velocità del mio Acceleratore.” E agitò la mano tutto intorno, sopra e sotto il bicchiere che cadeva lentamente. Alla fine, lo prese per il fondo, lo tirò via e lo appoggiò lentamente sul tavolo. “Eh?” disse verso di me, e rise.
Sembra tutto a posto,” dissi, e iniziai ad alzarmi dalla poltrona molto lentamente. Mi sentivo perfettamente bene, leggerissimo e a mio agio, e completamente fiducioso dentro di me. Tutto il mio corpo andava velocissimo. Il mio cuore, per esempio, batteva un centinaio di volte al secondo, ma questo non mi causava alcun malessere. Guardai fuori dalla finestra. Un ciclista immobile, a testa bassa e con uno sbuffo di polvere dietro la ruota posteriore, andava a tutta velocità per superare un carrozzino scoperto che avanzava al trotto. Spalancai la bocca per lo stupore davanti a questo incredibile spettacolo. “Giberne,” gridai, “quando durerà questa dannata faccenda?”
Lo sa il cielo!” rispose. “L'ultima volta che l'ho preso sono andato a letto e ci ho dormito sopra. Ero spaventato. Deve essere durato qualche minuto, credo – sembravano ore. Ma dopo un po' rallenta quasi improvvisamente, credo.”
Ero orgoglioso di osservare che non mi sentivo spaventato – Credo perché eravamo in due. “Perché non usciamo?” chiesi.
Perché no?”
Ci vedranno.”
Chi, loro? Cielo, no! Infatti ci muoveremo migliaia di volte più velocemente del più veloce dei trucchi di prestigio che sia mai stato fatto. Andiamo! Da che parte usciamo? Finestra o porta?”
E via dalla finestra.
Di certo fra tutte le strane esperienze che ho mai avuto, o mai immaginato di avere, o mai letto di altre persone che l'abbiano avuta o abbiano immaginato di averla, quella breve sortita fatta con Gibberne lungo i Folkstone Leas1, sotto l'influenza del Nuovo Acceleratore, fu la più strana e la più folle di tutte. Uscimmo nella strada fuori dal cancello e per un minuto ci soffermammo ad esaminare lo statuario passaggio del traffico. La sommità delle ruote, alcune gambe dei cavalli del carrozzino scoperto, la punta della frusta e la mandibola del vetturino – che stava appena iniziando a sbadigliare – erano percettibilmente in movimento, ma tutto il resto di quel goffo insieme di veicoli sembrava immobile.
Eccoli là, persone come noi eppure non come noi, congelate in atteggiamenti casuali, colti nella loro incompletezza. Una donna e un uomo si sorridevano, un sorriso lascivo che minacciava di durare per sempre; una donna con un cappello a falde larghe aveva il braccio appoggiato sul parapetto del carrozzino e guardava verso la casa di Gibberne con uno sguardo fisso per l'eternità; un uomo si accarezzava i baffi simile ad una statua di cera, un altro allungava stancamente una mano rigida con le dita tese verso il cappello che si stava spostando. Li osservammo, ridemmo di loro, gli facemmo le boccacce e poi fummo presi da una specie di disgusto nei loro confronti, così ci allontanammo passando davanti al ciclista in direzione dei Leas. 

 
Santo cielo!”gridò Gibberne, improvvisamente, “Guarda!”
Seguii con lo sguardo la punta del suo dito che indicava qualcosa che scivolava nell'aria battendo le ali lentamente alla velocità di una lumaca eccezionalmente languida – era un'ape.
E così arrivammo ai Leas. E lì la cosa sembrò ancora più folle. La banda stava suonando nel chiosco superiore, eppure tutta la musica che produceva era per noi un cupo rantolo affannoso, una specie di ultimo respiro prolungato che a volte diventava un suono simile al lento ticchettio soffocato di un qualche mostruoso orologio. Gente bloccata in posizione eretta, silenziosi, timidi manichini in precario equilibrio col piede a mezz'aria, a passeggio sul prato. Passai vicino ad un barboncino sospeso nell'atto di saltare, e osservai il lento movimento delle sue zampe mentre toccava terra. “Dio, guarda qui!” gridò Gibberne, e ci fermammo un attimo davanti ad un elegantone in un rigatino di flanella bianca, scarpe bianche e cappello di Panama, che si girò per fare l'occhiolino a due signore in abiti vivaci che aveva appena sorpassato. L'occhiolino, studiato con tutta la pacata determinazione che ci è consentita, è una cosa sgradevole. Perde ogni qualità di prontezza di spirito, e si può vedere che l'occhio ammiccante non si chiude completamente e che sotto la palpebra abbassata appare la parte inferiore del bulbo oculare e una piccola linea bianca. “Che il cielo mi aiuti a ricordare,” dissi, “e non voglio ammiccare mai più.”
Né sorridere,” disse Gibberne, con gli occhi fissi sul ghigno di risposta della signora.
Fa un caldo infernale, comunque,” dissi. “Rallentiamo.”
Oh, muoviti!” disse Gibberne.
Ci facemmo strada tra le sdraie sul sentiero. Molte delle persone sedute sembravano del tutto naturali nelle loro pose passive, ma il contorto rossore dei musicisti non era una cosa rilassante da vedere. Un omino dalla faccia paonazza era congelato a metà di un violento sforzo per ripiegare il giornale controvento; c'erano molti segni ad indicare che tutte quelle persone nei loro indolenti atteggiamenti erano esposte ad una considerevole brezza, una brezza che non esisteva per come funzionavano i nostri sensi.
Ce ne andammo e ci allontanammo un po' dalla folla voltandoci a guardare. Vedere tutta quella moltitudine trasformata in un quadro, irrigidita, per così dire, nelle sembianze di realistiche statue di cera, era incredibilmente meraviglioso. Era assurdo, naturalmente; ma mi riempì di un irrazionale, esultante senso di superiorità. Che cosa incredibile! Tutto quello che avevo detto e pensato e fatto da quando quella sostanza aveva iniziato ad agire nelle mie vene era accaduto, relativamente a quelle persone e a come in generale andava il mondo, in un batter d'occhio. “Il Nuovo Acceleratore...” iniziai, ma Gibberne mi interruppe.
C'è quell'infernale vecchia!” disse
Quale vecchia?”
La mia vicina di casa,” disse Gibberne. “Ha un cagnolino che abbaia sempre. Dio! La tentazione è forte.
A volte c'è qualcosa di molto infantile e impulsivo in Gibberne. Prima che potessi esprimere la mia contrarietà era corso avanti, strappato lo sfortunato animale via dal mondo visibile e stava correndo come un forsennato verso la scogliera dei Leas. Era una cosa straordinaria. L'animaletto, sapete, non abbaiava né si divincolava né dava il minimo segno di vita. Io rimasi impietrito in un atteggiamento di sonnolenta quiete mentre Gibberne lo teneva per il collo. Era come se stesse correndo con un cane di legno. “Gibberne,” gridai, “mettilo giù!” Poi dissi qualcos'altro. “Se corri in quel modo, Gibberne,” gridai, “i tuoi vestiti prenderanno fuoco. I tuoi pantaloni stanno già diventando marroni!”
Batté la mano sulla gamba e rimase esitante sul bordo della scogliera. “Gibberne,” gridai, venendo su, “lascialo. Questo caldo è troppo! E' perché corriamo in questo modo! Due, tre miglia al secondo! E' l'attrito dell'aria!”
Cosa?” disse, guardando il cane.
L'attrito dell'aria,” gridai. “ L'attrito dell'aria. Andiamo troppo forte. Come meteoriti e cose del genere. Troppo caldo. E, Gibberne! Gibberne! Ho prurito dappertutto e una specie di sudore. Vedi come le persone pian piano si muovono. Credo che questa roba stia smettendo di funzionare! Metti giù quel cane.”
Eh?” disse.
Sta smettendo di funzionare,” ripetei. “Siamo troppo accaldati e questa roba sta smettendo di funzionare! Sono zuppo di sudore.”
Guardò verso di me. Poi verso la banda, il ronzio lamentoso della sua esibizione stava indubbiamente accelerando. Poi, con un tremendo slancio del braccio, lanciò il cane lontano da lui e quello andò mulinando verso l'alto, ancora inanimato e alla fine rimase sospeso su un gruppo di ombrellini di una comitiva di persone che chiacchieravano fra loro. 




Gibberne mi afferrò il braccio. “Per Giove!” gridò. “Credo … è proprio così! Una specie di prurito e… sì. Quell'uomo sta muovendo il suo fazzoletto! Percettibilmente. Dobbiamo andar via di qua velocemente.”
Ma non riuscimmo ad andar via di là abbastanza velocemente. Per fortuna, forse. Perché avremmo potuto correre e se avessimo corso, credo, avremmo preso fuoco. Quasi sicuramente avremmo preso fuoco! Sapete, nessuno di noi ci aveva pensato… Ma prima che potessimo iniziare a correre l'azione della sostanza era cessata. Fu questione di un'infinitesimale frazione di secondo. L'azione del Nuovo Acceleratore passò come quando si tira una tenda, svanì nel gesto di una mano. Sentii la voce di Gibberne estremamente allarmata. “Siediti,” disse, e giù, mi accasciai su una zolla erbosa sul bordo dei Leas… prendendo fuoco mentre mi sedevo. C'è ancora una chiazza di erba bruciata dove mi sedetti.
Il mondo intero aveva ripreso a vivere, stava andando alla nostra stessa velocità, o piuttosto noi non eravamo più veloci del resto del mondo. Era come quando un treno rallenta all'ingresso di una stazione. Ogni cosa sembrò vorticare per un secondo o due, ebbi una sensazione di nausea estremamente fugace, e questo è tutto. E il cagnolino, che era sembrato rimanere sospeso per un momento quando la forza del braccio di Gibberne era amplificata, cadde in rapida accelerazione proprio sul parasole di una signora!
Quella fu la nostra salvezza. Ad eccezione di un corpulento anziano gentiluomo in una sdraia, che sicuramente trasalì alla nostra vista e poi ci osservò ad intervalli con occhio cupo e sospettoso e, in fine, credo, disse qualcosa al nostro riguardo alla sua infermiera, dubito che una sola persona abbia notato la nostra improvvisa apparizione. Plop! Dobbiamo essere apparsi all'improvviso. Cessammo di bruciare quasi improvvisamente, anche se la zolla di erba sotto di me era fastidiosamente calda. L'attenzione di tutti – inclusa perfino la banda del dopolavoro, che in questa occasione, per l'unica volta nella sua storia, prese una stecca – fu catturata da quel fatto incredibile, e dall'ancora più incredibile starnazzo e putiferio causato dal fatto che un rispettabile grasso cane da compagnia che dormiva tranquillamente sul lato est del podio fosse improvvisamente caduto sul parasole di una signora sul lato ovest – col pelo bruciacchiato a causa dell'estrema velocità dei suoi movimenti attraverso l'aria. E proprio in questa età assurda in cui tutti noi cerchiamo di essere il più possibile psichici e sciocchi e superstiziosi! Le persone si alzarono e calpestarono altre persone, le sdraie furono rovesciate e il poliziotto dei Leas accorse.
Non so come andò a finire la cosa – eravamo troppo ansiosi di districarci da quella situazione e portarci fuori dalla vista del vecchio gentiluomo in sedia a sdraio per accertarcene. Appena fummo sufficientemente freschi e appena ci fummo sufficientemente ripresi dalla nostra vertigine, nausea e confusione mentale ci alzammo e, scansando la folla, ci dirigemmo di nuovo lungo la strada sotto il Metropole verso la casa di Gibberne. Ma in tutta quel baccano sentii molto distintamente il gentiluomo che sedeva accanto alla signora del parasole sfondato usare minacce e un linguaggio inqualificabile nei confronti di uno di quegli addetti alle sdraie che hanno la scritta “Ispettore” sul berretto. “Se non è stato lei a lanciare il cane,” disse, “chi è stato?”
L'improvviso ritorno del movimento e di rumori familiari e la naturale ansietà per noi stessi (i nostri abiti erano ancora spaventosamente caldi e la parte anteriore dei pantaloni bianchi di Gibberne era di un marroncino bruciacchiato), mi impedì di osservare minutamente tutte quelle cose come mi sarebbe piaciuto. In effetti, non feci nessuna osservazione di un qualche rilievo scientifico sulla strada del ritorno. L'ape, naturalmente, era volata via. Cercai il ciclista, ma era già scomparso quando arrivammo ad Upper Sandgate Road o nascosto nel traffico; e il calesse, comunque, con i suoi passeggeri ora tutti vivi e in movimento, stava trottando via velocemente quasi all'altezza della chiesa più vicina.



Notammo, tuttavia, che il davanzale della finestra che avevamo scavalcato per uscire di casa era leggermente bruciacchiato e che le impronte dei nostri piedi sulla ghiaia del vialetto erano insolitamente profonde.
Fu così che ebbi la mia prima esperienza del Nuovo Acceleratore. Praticamente avevamo corso per tutta quella strada e detto e fatto ogni sorta di cose nello spazio più o meno di un secondo. Avevamo vissuto mezz'ora mentre la banda aveva suonato, forse, due battute. Ma l'effetto che ebbe su di noi fu che il mondo intero si era fermato per permetterci di osservarlo a nostro agio. Considerata ogni cosa e in particolare la nostra temerarietà nell'avventurarci fuori casa, quell'esperienza avrebbe potuto essere certamente molto più spiacevole di quello che fu. Senza dubbio dimostrò che Gibberne ha ancora molto da imparare prima che il suo preparato diventi un prodotto di facile uso, ma la sua praticabilità è dimostrata oltre ogni dubbio.
Dopo quell'avventura Gibberne ha costantemente portato il suo uso sotto controllo e diverse volte, e senza il minimo problema, ne ho preso dosi misurate sotto la sua supervisione, sebbene debba confessare che non mi sono più avventurato fuori sotto l'influenza del preparato. Potrei menzionare, per esempio, che, grazie ad esso, questa storia è stata scritta in una sola seduta e senza interruzione, se non per mangiucchiare un pezzetto di cioccolato. Ho iniziato alle 6,25 e ora il mio orologio segna un minuto dopo la mezza. Il vantaggio di assicurarsi un lungo, ininterrotto periodo di lavoro in mezzo ad una giornata piena di impegni è fuori discussione. Ora Gibberne sta lavorando al dosaggio del suo preparato, con speciale riferimento ai suoi caratteristici effetti sui differenti tipi di costituzione. Spera anche di scoprire un Ritardante con cui diluire la sua attuale potenza piuttosto eccessiva.
Il Ritardante, naturalmente, avrà l'effetto contrario a quello dell'Acceleratore; usato da solo dovrebbe permettere al paziente di spalmare pochi secondi su molte ore del tempo ordinario, e così mantenere un'apatica inattività, una congelata assenza di alacrità, negli ambienti più animati e fastidiosi. Le due cose insieme dovranno necessariamente operare una drastica rivoluzione nella società civilizzata. E' l'inizio della nostra fuga da quell'Abito temporale di cui parla Carlyle2.
Mentre l'acceleratore ci permetterà di concentrarci con eccezionale efficacia in ogni congiuntura o occasione che richieda la nostra assoluta presenza di spirito e forza, Il Ritardante ci consentirà di attraversare asprezze e tedio infiniti con tranquilla passività. Forse sono un po' ottimista circa il Ritardante, che in effetti deve essere ancora scoperto, ma per quanto riguarda l'Acceleratore non ci sono dubbi di sorta. La sua comparsa sul mercato in una forma comoda, controllabile e assimilabile è questione di pochi mesi.
Potrà essere acquistato presso tutti i farmacisti e i droghieri, in bottigliette verdi, ad un prezzo alto ma, considerate le sue straordinarie qualità, niente affatto eccessivo. Sarà chiamato il Nuovo Acceleratore di Gibberne, che spera di poterlo fornire in tre diversi gradi di potenza: uno a 200, uno a 900 e uno a 2000, distinti rispettivamente da etichette gialle, rosa e bianche.
Senza dubbio il suo uso rende possibile un gran numero di cose veramente straordinarie, perché, naturalmente, le imprese più notevoli e, eventualmente, perfino criminali possono essere commesse impunemente grazie a questo, per così dire, sgattaiolare tra gli interstizi del tempo. Come tutti i preparati potenti potrà essere soggetto ad abusi. Comunque, abbiamo discusso attentamente questo aspetto del problema e abbiamo deciso che questa è squisitamente materia di giurisprudenza medica e del tutto fuori dalla nostra competenza. Produrremo e venderemo l'Acceleratore e in quanto alle conseguenze staremo a vedere.


FINE

1Nel 1784 una frana creò una nuova striscia di terra larga pochi metri tra la spiaggia e la scogliera lungo la costa da Folkestone Harbour a Sandgate. Nel 1828 il conte di Radnor vi costruì una strada a pagamento, oggi fa parte del Lower Leas Coastal Park.
2 Sartor Resartus (Il sarto rappezzato) è un'opera scritta da Thomas Carlyle (1838). E' una curiosa miscela di finzione e realtà che lo rende un libro assolutamente sui generis. Carlyle asserische che il mondo visibile non è che la veste temporanea del mondo invisibile ed eterno; vesti sono pure le due forme dello Spazio e del Tempo, che noi dobbiamo squarciare per riconoscere la vera realtà.


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