Childe
Roland to the Dark Tower Came
Robert Browning (1832)
Il
poema si articola in trentaquattro stanze di sei versi ciascuna con
uno schema metrico A-B-B-A-A-B. I versi sono pentametri giambici,
ovvero il tipo di verso tipico della poesia inglese. La vicenda è
narrata in prima persona dal
protagonista in
un ininterrotto soliloquio, che insieme al dramatic monologue, è una
delle tecniche
narrative predilette da B.
Genesi
Genesi
Fu
pubblicato nel 1855 nella raccolta Men and Women, ma la
sua composizione risale al gennaio del 1853 e, secondo le parole
dello stesso Browning, ebbe una genesi molto simile al poema di
Colleridge Kubla Khan (1816), dal momento che
l'ispirazione gli giunse in sogno e “I had to write it, then and
there.” B., non attribuisce alcun significato simbolico alla sua
opera, e, dalle sue parole, sembra quasi che il senso della poesia
risieda proprio nel gesto della scrittura; “But it was simply tha I
had to do it. I did not know what it meant beyond it, and I am sure I
don't Know now.” E proprio grazie a questo che la poesia si è
prestata e si presta a diverse interpretazioni e riesce ad ispirare
anche i contemporanei. Famoso il ciclo della Dark Tower di S.
King, da cui è stato tratto recentemente l'omonimo film. Ma, a parer
mio, il cinema si era già ispirato a quest'opera. Mi riferisco al
film di Spilberg Incontri ravvicinati del terzi tipo. Anche
qui, per usare una frase non mia, ci troviamo di fronte “agli
sconfitti che incontrano il sublime.” I continui flash back, i
continui déjà vu, le continue frustrazioni del protagonista, la
forma turrita del promontorio oggetto della ricerca del protagonista,
sembrano ricondurci al poema di Browning. Il film, però, continua là
dove B. si era fermato e ci rivela quello che è nascosto dietro alla
torre: la realizzazione dei nostri sogni, anche i più improbabili,
se ci si crede veramente.
La vicenda
La
storia ricalca le avventure dei cavalieri della tavola rotonda alla
ricerca del sacro Graal, ma
qui l'oggetto della ricerca è una misteriosa 'Dark
Tower.'
Roland, il protagonista della poesia, e gli altri membri della sua
non meglio qualificata 'Band,' hanno trascorso la loro vita in questa
ricerca, e ormai egli è l'ultimo sopravvissuto. Tutto
questo ci verrà
rivelato da una serie di flash back, perché la poesia inizia in
medias res,
quando
il protagonista incontra uno “storpio canuto” dallo sguardo
malevolo che gli indicherà la strada per raggiungere la Dark
Tower.
E sebbene Roland sia sicuro che il vecchio gli stia mentendo, ormai
non ha altra scelta che seguire le sue indicazioni, con l'unica
speranza non
di arrivare alla meta, ma
di essere ormai arrivato alla fine di suoi giorni. Egli si incammina
così in una pianura desolata dove regnano “penuria, inerzia e
bruttezza.” Le uniche forme di vita sono una vegetazione stentata e
un vecchio ronzino cieco e scheletrico che sembra uscito dalle
“stalle del diavolo.” Gli fa compagnia il ricordo dei suoi anitichi commilitoni, ma quel ricordo non gli è di conforto, perché sia lui
che gli altri membri della sua 'Band' hanno commesso atti di
codardia. In
una disperazione sempre più profonda, Roland
attraverserà con difficoltà un fiume infernale
e si troverà in regioni sempre più malridotte. A dargli
nuovo coraggio arriva
però un grande uccello nero, che gli ricorda l'angelo della
distruzione nella bibbia ebraica, Apollion.
Improvvisamente
il paesaggio cambia e la pianura cede il posto ad una serie
di brulle colline e, come in preda ad un déjà
vu (“Ma
quasi mi sembrò di riconoscere un certo trucco / Malvagio che mi era
già accaduto” )
Roland
finalmente riconosce il posto “Dopo
una vita spesa a prepararti per questa scena.” Nella
luce del crepuscolo la torre gli appare come
“Quel
tozzo torrione circolare, cieco come il cuore di uno sciocco.”
L'aspetto
sinistro della torre non scoraggia Roland, essa comunque rappresenta
la vittoria dopo tante sconfitte, per lui e i suoi compagni perduti
che gli appaiono “Avvolti
in un sudario di fiamme” lungo
i fianchi della collina, e in segno di riscatto Roland suona il suo
corno e pronuncia la frase fatidica “Childe
Roland alla Torre Nera giunse.”
Thomas_Moran_Childe_Roland_to_the_Dark_Tower_Came_1859
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Il
titolo della poesia deriva dalla canzone di Edgar nel Re
Lear "Child Rowland
to the dark tower came,/ His word was still 'Fie, foh and fum,/ I
smell the blood of a British man." (III
iv. 182-4). La canzone di Edgar, a sua volta, potrebbe derivare da
un'antica ballata scozzese The
Romance of Childe Rwland.
Rowland, il più giovane discendente della famiglia di re Artù, si
reca ad Elfland alla ricerca di sua sorella, Burd Ellen, che era
stata rapita dagli elfi, e dei suoi due fratelli maggiori che erano
stati catturati nel tentativo di liberarla. Il
mago Merlino dice a Rowland che quando sarà entrato nel regno delle
fate dovrà uccidere tutti quelli che incontrerà e non dovrà né
bere né mangiare niente di quanto gli verrà offerto in quella
terra, altrimenti resterà prigioniero degli Elfi non vedrà mai più
“middle eard.” Quando Rowland arriva nel luogo dove sua sorella è
tenuta prigioniera, il re degli elfi emerge
dal suo nascondiglio e canta “fi, fo, and fum / I smell the blood
of a Christian man! / Be he dead, be he living, wi' my brand / I'll
clash his harns frae his harn-pan!” a questo punto l'indomito
(undaunted)
Rowland sfodera la sua spada (Excalibur) “that never struck in
vain.”
Per leggere la fiaba originale vi rimando al mio blog Time for Tales
Per leggere la fiaba originale vi rimando al mio blog Time for Tales
Le fonti
1: fiabe popolari
La
filastrocca del re degli elfi ci ricorda il nostro “Ucci, ucci,
sento odor di cristianucci” e ci suggerisce tutta una serie di
associazioni con fiabe popolari che Browning doveva conoscere fin
dalla sua infanzia in particolare Hop-o'-my-thumb
(il nostro Pollicino),
Jack and the
Benstalk
(Giacomino e il
fagiolo magico),
e Jack the Giant Killer (L'ammazzagiganti).Ma
ci sono molte altre somiglianze tra queste fiabe e la storia di
Roland. Alla fine di Jack the Giant Killer
l'eroe
è guidato da un vecchio canuto ad un castello dove sono tenuti
prigionieri tutti quegli avventurieri che avevano provato a
conquistare la torre prima di lui. Quando Jack arriva al cancello,
trova una tromba d'oro appesa ad una catena d'argento e sotto è
scritto che “Whoever can this trumpet blow, / Soon shall the giant
overthrow, / And break the black enchantment straight, / So all shall
be in happy state.”
2: romanzi cavallereschi
2: romanzi cavallereschi
Ma
possiamo ravvisare fonti più auliche come quelle dei romanzi
cavallereschi. Ho già accennato al ciclo dei cavalieri della tavola
rotonda, da cui prende il tema della 'quest,'
mentre con la Chanson
de Roland condivide
sia il nome del protagonista che il gesto finale di suonare il corno
quando Orlando, paladino del re Carlo Magno, rimasto alla
retroguardia a combattere contro i saraceni, suona il suo corno a
Roncisvalle per chiamare un aiuto che arriverà troppo tardi.
3: E.A. Poe
3: E.A. Poe
Ci
sono anche influenze più moderne. Lo
scheletrico cavallo che vaga nella pianura desolata è
ispirato dal racconto breve di E.A. Poe Metzengerstein
4: Bibbia, Dante, Bunyan
4: Bibbia, Dante, Bunyan
Numerose
le citazioni bibliche, come ho segnalato nelle note. Ma anche
l'Inferno
dantesco e il Pilgrim's
Progress (178)
di Bunyan hanno contribuito alla generale atmosfera del poema. Una
terra desolata, inaridita e sfregiata dallo sfruttamento industriale,
dove l'individuo vaga
smarrito, alla vana ricerca di qualcosa che dia valore alla sua
esistenza.
Childe
Roland to the Dark Tower Came
Childe Roland alla Torre Nera giunse
Childe Roland alla Torre Nera giunse
Robert Browning (1832)
1 My first thought was, he
lied in every word, 2 That hoary cripple, with malicious eye 3 Askance to watch the working of his lie 4 On mine, and mouth scarce able to afford 5 Suppression of the glee that pursed and scored 6 Its edge, at one more victim gained thereby. I. Il mio primo pensiero fu, egli mente ad ogni parola, Quello storpio canuto, col suo occhio maligno A fissare di traverso l'effetto della sua menzogna Sui miei, e la bocca capace a mala pena Di trattenere la gioia che ne increspava e segnava Il profilo, per la nuova vittima così guadagnata. 7 What else should he be set for, with his staff? 8 What, save to waylay with his lies, ensnare 9 All travellers who might find him posted there, 10 And ask the road? I guessed what skull-like laugh 11 Would break, what crutch 'gin write my epitaph 12 For pastime in the dusty thoroughfare, II. Per cos'altro dovrebbe starsene lì, col suo bastone? Per cosa, se non tendere agguati con le sue bugie, intrappolare Tutti i viaggiatori che lo trovano appostato lì, E chiedono la strada? Indovinai le risa da teschio che ne Sarebbero scaturite, la gruccia che avrebbe scritto il mio epitaffio Per passatempo nella strada polverosa, 13 If at his counsel I should turn aside 14 Into that ominous tract which, all agree, 15 Hides the Dark Tower. Yet acquiescingly 16 I did turn as he pointed: neither pride 17 Nor hope rekindling at the end descried, 18 So much as gladness that some end might be. III. Se seguendo il suo consiglio dovessi deviare Verso quella distesa fatale che, tutti concordano, Nasconde la Torre Nera. Eppure acquiescente Mi diressi dove aveva indicato, non per orgoglio Né per speranza riaccesa alla vista della meta, Quanto piuttosto per la gioia che ci potesse essere una fine. 19 For, what with my whole world-wide wandering, 20 What with my search drawn out thro' years, my hope 21 Dwindled into a ghost not fit to cope 22 With that obstreperous joy success would bring, 23 I hardly tried now to rebuke the spring 24 My heart made, finding failure in its scope. IV. Perché, tra il mio girovagare il mondo intero, E la mia ricerca che si trascinava negli anni, la speranza Si era ridotta ad un fantasma incapace di affrontare Quella strepitosa gioia che il successo avrebbe comportato A fatica ora cercai di rimproverare il balzo che Il mio cuore fece, trovandosi prossimo al fallimento. 25 As when a sick man very near to death 26 Seems dead indeed, and feels begin and end 27 The tears and takes the farewell of each friend, 28 And hears one bid the other go, draw breath 29 Freelier outside ("since all is o'er," he saith, 30 "And the blow fallen no grieving can amend";) V. Come quando un uomo ammalato è così prossimo alla morte Da sembrare veramente morto, e sente sgorgare e cessare Le lacrime e riceve l'addio di tutti i suoi amici, E sente l'uno dire all'altro di andare, dà sfogo Ad un sospiro di sollievo (“poiché tutto è finito” disse, “E il colpo inferto non può emendare il dolore;”) 31 While some discuss if near the other graves 32 Be room enough for this, and when a day 33 Suits best for carrying the corpse away, 34 With care about the banners, scarves and staves: 35 And still the man hears all, and only craves 36 He may not shame such tender love and stay. VI. Mentre alcuni discutono se vicino alle altre tombe Ci sia abbastanza spazio per lui, e quale giorno Sia il più adatto per portare via il corpo, Con attenzione agli stendardi, le insegne e le aste: E l'uomo ancora sente tutto, e solo brama Di non sprecare mai un amore così tenero restando vivo. 37 Thus, I had so long suffered in this quest, 38 Heard failure prophesied so oft, been writ 39 So many times among "The Band"--to wit, 40 The knights who to the Dark Tower's search addressed 41 Their steps--that just to fail as they, seemed best, 42 And all the doubt was now--should I be fit? VII. Allo stesso modo, avevo così a lungo sofferto nella mia ricerca, Avevo sentito profetizzare il fallimento tante volte, essere Associato tante volte alla “Banda” - cioè, I cavalieri che diressero i loro passi alla ricerca della Torre Nera – che fallire come loro sembrava la cosa migliore, E l'unico mio dubbio era – ne sarei stato degno? 43 So, quiet as despair, I turned from him, 44 That hateful cripple, out of his highway 45 Into the path he pointed. All the day 46 Had been a dreary one at best, and dim 47 Was settling to its close, yet shot one grim 48 Red leer to see the plain catch its estray. VIII. Così, con muta disperazione, girai le spalle a lui, Quell'odioso storpio, e alla sua strada maestra Prendendo il sentiero che mi aveva indicato. La giornata Era stata cupa nella sua parte migliore, e fosca Si avvicinava alla sua conclusione, tuttavia lanciò una rossa Occhiata sinistra per osservare la pianura ghermire il suo vagabondo. 49 For mark! no sooner was I fairly found 50 Pledged to the plain, after a pace or two, 51 Than, pausing to throw backward a last view 52 O'er the safe road, 'twas gone; grey plain all round: 53 Nothing but plain to the horizon's bound. 54 I might go on; nought else remained to do. IX. Attenzione! Mi ero appena consegnato Alla pianura, dopo un passo o due, Quando, fermandomi a dare un ultimo sguardo indietro Alla strada sicura, quella era sparita, grigia pianura tutto intorno: Niente se non pianura fino al limite dell'orizzonte. Potevo andare avanti, niente altro mi restava da fare. 55 So, on I went. I think I never saw 56 Such starved ignoble nature; nothing throve: 57 For flowers--as well expect a cedar grove! 58 But cockle, spurge, according to their law 59 Might propagate their kind, with none to awe, 60 You'd think; a burr had been a treasure-trove. X. Così, andai avanti. Penso che non vidi mai Una natura così ignobile e famelica; nulla vi prosperava: In quanto ai fiori – come aspettarsi un boschetto di cedri! Ma zizzania e cipressina, secondo la loro natura Potevano propagarsi, senza niente da temere, Avresti pensato; una lappola sarebbe stato un tesoro. 61 No! penury, inertness and grimace, 62 In some strange sort, were the land's portion. "See 63 Or shut your eyes," said Nature peevishly, 64 "It nothing skills: I cannot help my case: 65 'Tis the Last Judgment's fire must cure this place, 66 Calcine its clods and set my prisoners free." XI. Penuria, inerzia e bruttezza, In qualche strano modo, erano il nutrimento Di quella terra. “Guarda oppure chiudi gli occhi,” disse La Natura stizzita, “Non c'è rimedio, non posso farci niente: “Solo il fuoco del Giudizio può emendare questo posto, Calcinare le sue zolle e liberare i miei prigionieri.” 67 If there pushed any ragged thistle-stalk 68 Above its mates, the head was chopped; the bents 69 Were jealous else. What made those holes and rents 70 In the dock's harsh swarth leaves, bruised as to baulk 71 All hope of greenness? 'tis a brute must walk 72 Pashing their life out, with a brute's intents. XII. Se uno stentato cardo spingeva il suo stelo Sopra i suoi compagni, la testa gli veniva mozzata, le altre Erbe ne erano gelose. Chi faceva quei fori e quelle crepe Nelle foglie dure e scure del romice, illividite fino a negare Ogni speranza di verde? Solo una bestia può schiacciare così La loro vita sotto i suoi passi, con intento bestiale. 73 As for the grass, it grew as scant as hair 74 In leprosy; thin dry blades pricked the mud 75 Which underneath looked kneaded up with blood. 76 One stiff blind horse, his every bone a-stare, 77 Stood stupefied, however he came there: 78 Thrust out past service from the devil's stud! XIII. L'erba poi, cresceva rada come i capelli Ad un lebbroso; secchi fili d'erba sottili ferivano L'argilla sottostante che pareva impastata col sangue. Un cavallo magro e cieco, con le ossa bene in vista, Se ne stava intontito, comunque fosse arrivato lì: Cacciato via dal suo antico servizio di stallone del diavolo. 79 Alive? he might be dead for aught I know, 80 With that red gaunt and colloped neck a-strain, 81 And shut eyes underneath the rusty mane; 82 Seldom went such grotesqueness with such woe; 83 I never saw a brute I hated so; 84 He must be wicked to deserve such pain. XIV. Era vivo? Poteva essere morto per quanto ne sapevo, Con quel suo stentato collo rosso, nodoso e macilento, E gli occhi chiusi sotto la criniera rugginosa; Raramente grottesco e dolore sono andati insieme in tal modo Non vidi mai bestia a me così odiosa; Doveva essere malvagio per meritare tanta sofferenza. 85 I shut my eyes and turned them on my heart. 86 As a man calls for wine before he fights, 87 I asked one draught of earlier, happier sights, 88 Ere fitly I could hope to play my part. 89 Think first, fight afterwards--the soldier's art: 90 One taste of the old time sets all to rights. XV. Chiusi gli occhi e li volsi al mio cuore. Come un uomo che chiede vino prima di battersi, Io chiesi un sorso di visioni più antiche e felici, Per poter poi sperare di fare bene la mia parte. Prima pensa, poi combatti – questa è l'arte del soldato: Un assaggio del tempo andato mette tutto a posto. 91 Not it! I fancied Cuthbert's reddening face 92 Beneath its garniture of curly gold, 93 Dear fellow, till I almost felt him fold 94 An arm in mine to fix me to the place 95 That way he used. Alas, one night's disgrace! 96 Out went my heart's new fire and left it cold. XVI. Non fu così! Rividi il volto arrossato di Cuthbert Incorniciato dai suoi riccioli d'oro, Caro amico, finché quasi sentii il suo braccio Infilarsi sotto il mio come era solito fare per Trattenermi al mio posto. Ahimè, il disonore di quella notte! Una nuova fiamma avvampò il mio cuore e lo raggelò. 97 Giles then, the soul of honour--there he stands 98 Frank as ten years ago when knighted first. 99 What honest men should dare (he said) he durst. 100 Good--but the scene shifts--faugh! what hangman hands 101 In to his breast a parchment? His own bands 102 Read it. Poor traitor, spit upon and curst! XVII. Poi Giles, un campione d'onore, mi sta davanti Leale come dieci anni fa quando fu nominato cavaliere. Ciò che un uomo onesto doveva osare (disse) egli osava. Tutto bene – ma la scena cambia – quale disonore! Cos'è quella Pergamena che il boia gli appunta sul petto? Quelli della sua banda Lo leggono. Povero traditore, coperto di sputi e maledetto. 103 Better this present than a past like that; 104 Back therefore to my darkening path again! 105 No sound, no sight as far as eye could strain. 106 Will the night send a howlet or a bat? 107 I asked: when something on the dismal flat 108 Came to arrest my thoughts and change their train. XVIII. Meglio questo presente che un passato come quello; Così riprendo il mio sentiero sempre più oscuro! Non un suono, niente si vede fin dove l'occhio riesce ad arrivare. La notte porterà con sé un gufo o un pipistrello? Mi chiedevo, quando qualcosa su quella pianura desolata Giunse ad arrestare i miei pensieri e a mutarne il corso. 109 A sudden little river crossed my path 110 As unexpected as a serpent comes. 111 No sluggish tide congenial to the glooms; 112 This, as it frothed by, might have been a bath 113 For the fiend's glowing hoof--to see the wrath 114 Of its black eddy bespate with flakes and spumes. XIX. Un improvviso fiumiciattolo attraversò il mio sentiero Inaspettato come un serpente giunse. Non una pigra corrente congeniale a quella desolazione; Questo, che scorreva spumeggiante, avrebbe potuto essere il lavacro per il fiammeggiante zoccolo del diavolo – a giudicare Dall'irruenza del suo nero vortice ribollente di schizzi e schiuma. 115 So petty yet so spiteful! All along 116 Low scrubby alders kneeled down over it; 117 Drenched willows flung them headlong in a fit 118 Of mute despair, a suicidal throng: 119 The river which had done them all the wrong, 120 Whate'er that was, rolled by, deterred no whit. XX. Così piccolo eppure così malvagio! Lungo il suo corso Bassi ontani stentati si inginocchiavano su di esso; Salici fradici vi si tuffavano a capofitto in un eccesso Di muta disperazione, una folla suicida: Il fiume che gli aveva fatto tutto il male possibile, Qualunque fosse, continuava a scorrere, senza temere ostacoli. 121 Which, while I forded,--good saints, how I feared 122 To set my foot upon a dead man's cheek, 123 Each step, or feel the spear I thrust to seek 124 For hollows, tangled in his hair or beard! 125 --It may have been a water-rat I speared, 126 But, ugh! it sounded like a baby's shriek. XXI. Mentre lo guadavo, - per tutti i santi, avevo paura Di calpestare la guancia di un uomo morto, Ad ogni passo, o di sentire la lancia che spingevo giù a cercare Buche, impigliarsi nei suoi capelli o nella sua barba! - Forse era un ratto acquatico quello che avevo infilzato, Ma, oddio! Il suo grido sembrava quello di un bambino. 127 Glad was I when I reached the other bank. 128 Now for a better country. Vain presage! 129 Who were the strugglers, what war did they wage, 130 Whose savage trample thus could pad the dank 131 Soil to a plash? Toads in a poisoned tank, 132 Or wild cats in a red-hot iron cage-- XXII. Fui felice quando raggiunsi l'altra sponda. E ora, alla ricerca di una terra migliore. Vana illusione! Chi erano i contendenti, quale guerra avevano ingaggiato, Di chi era il selvaggio calpestio che aveva ridotto il suolo Umido in un pantano? Rospi in una vasca avvelenata, O gatti selvatici in una gabbia di ferro incandescente - 133 The fight must so have seemed in that fell cirque. 134 What penned them there, with all the plain to choose? 135 No foot-print leading to that horrid mews, 136 None out of it. Mad brewage set to work 137 Their brains, no doubt, like galley-slaves the Turk 138 Pits for his pastime, Christians against Jews. XIII. Tale doveva essere sembrata la lotta in quella crudele arena. Che cosa li aveva confinati lì, con tutta la pianura a disposizione? Nessuna impronta conduceva a quelle orribili scuderie, Nessuna ne usciva fuori. Una folle progenie aveva messo in funzione Il suo cervello, senza dubbio, come gli schiavi delle galere che il turco Fa combattere per suo divertimento, cristiani contro ebrei. 139 And more than that--a furlong on--why, there! 140 What bad use was that engine for, that wheel, 141 Or brake, not wheel--that harrow fit to reel 142 Men's bodies out like silk? with all the air 143 Of Tophet's tool, on earth left unaware, 144 Or brought to sharpen its rusty teeth of steel. XXIV. E poi ancora – trecento metri più avanti – oh, laggiù! A quale uso sinistro era destinato quel marchingegno, quella ruota, O meglio gramola, non ruota – quell'erpice capace di dipanare I corpi degli uomini come seta? Con tutta l'aria Dello strumento del Trophet, lasciato in giro inavvertitamente, O portato lì ad affilare i suoi denti di acciaio arrugginiti. 145 Then came a bit of stubbed ground, once a wood, 146 Next a marsh, it would seem, and now mere earth 147 Desperate and done with; (so a fool finds mirth, 148 Makes a thing and then mars it, till his mood 149 Changes and off he goes!) within a rood-- 150 Bog, clay and rubble, sand and stark black dearth. XXV. Poi arrivò un tratto di terreno coperto di tronconi, una volta un bosco, Poi una palude, sembrava, e ora solo Terra disperata e sfatta; (così si diverte uno sciocco, Fa una cosa e poi la disfa, finché gli aggrada E poi se ne va!) in meno di un quarto di acro - Palude, argilla e pietrisco, sabbia e penuria aspra e nera. 151 Now blotches rankling, coloured gay and grim, 152 Now patches where some leanness of the soil's 153 Broke into moss or substances like boils; 154 Then came some palsied oak, a cleft in him 155 Like a distorted mouth that splits its rim 156 Gaping at death, and dies while it recoils. XXVI. Ora chiazze pestilenziali, dai colori accesi e sinistri, Ora zone dove la fragilità del terreno Erompeva in muschio o sostanze simili a pustole; Poi arrivò una quercia tremolante, con uno squarcio Simile ad una bocca contorta che si spalanca All'arrivo della morte, e muore mentre si richiude. 157 And just as far as ever from the end! 158 Nought in the distance but the evening, nought 159 To point my footstep further! At the thought, 160 A great black bird, Apollyon's bosom-friend, 161 Sailed past, nor beat his wide wing dragon-penned 162 That brushed my cap--perchance the guide I sought. XXVII. E ancora lontano dalla fine come sempre! Niente in lontananza se non la sera, niente A guidare oltre i miei passi! A quel pensiero, Un grande uccello nero, amico del cuore di Apollyon, Volteggiò su di me, senza battere le sue grandi ali di drago Che sfiorarono il mio copricapo – forse la guida che cercavo. 163 For, looking up, aware I somehow grew, 164 'Spite of the dusk, the plain had given place 165 All round to mountains--with such name to grace 166 Mere ugly heights and heaps now stolen in view. 167 How thus they had surprised me,--solve it, you! 168 How to get from them was no clearer case. XXVIII. Poi, guardando in su, non so come mi accorsi, Malgrado l'oscurità, che la pianura aveva lasciato il posto Tutto intorno alle montagne – tale nome era un eufemismo Per delle brutte alture e cumuli che ora furtivamente mi si paravano dinanzi. Come ne fossi rimasto sorpreso, - potete immaginarlo! Come andarmene di la, non mi era chiaro. 169 Yet half I seemed to recognise some trick 170 Of mischief happened to me, God knows when-- 171 In a bad dream perhaps. Here ended, then, 172 Progress this way. When, in the very nick 173 Of giving up, one time more, came a click 174 As when a trap shuts--you're inside the den! XXIX. Ma quasi mi sembrò di riconoscere un certo trucco Malvagio che mi era già accaduto, Dio sa quando - In un cattivo sogno forse. Qui si arrestava, dunque, La mia strada. Quando, proprio nel momento Di arrendermi, ancora una volta, ci fu un click Come quando una trappola si chiude – ci sei dentro! 175 Burningly it came on me all at once, 176 This was the place! those two hills on the right, 177 Crouched like two bulls locked horn in horn in fight; 178 While to the left, a tall scalped mountain . . . Dunce, 179 Dotard, a-dozing at the very nonce, 180 After a life spent training for the sight! XXX. Come una fiammata improvvisa mi giunse, Era quello il posto! Quelle due colline sulla destra, Accovacciate come due tori con le corna intrecciate nella lotta; Mentre sulla sinistra, un'alta montagna calva… Asino, Rimbambito, dormire proprio adesso, Dopo una vita spesa a prepararti per questa scena! 181 What in the midst lay but the Tower itself? 182 The round squat turret, blind as the fool's heart 183 Built of brown stone, without a counterpart 184 In the whole world. The tempest's mocking elf 185 Points to the shipman thus the unseen shelf 186 He strikes on, only when the timbers start. XXXI. Che cosa c'è lì in mezzo se non la Torre stessa? Quel tozzo torrione circolare, cieco come il cuore di uno sciocco Fatto di pietra scura, senza eguale Nel mondo intero. Il beffardo elfo della tempesta Allo stesso modo indica al marinaio la scogliera sommersa Su cui va a sbattere, solo quando il fasciame trema. 187 Not see? because of night perhaps?--why, day 188 Came back again for that! before it left, 189 The dying sunset kindled through a cleft: 190 The hills, like giants at a hunting, lay 191 Chin upon hand, to see the game at bay,-- 192 "Now stab and end the creature--to the heft!" XXXII. Non vedi? Forse a causa della notte? - oh, il giorno Ritornò per quello! Prima di andare, Il tramonto morente si accese attraverso una spaccatura: Le colline, come giganti a caccia, con il mento Poggiato sulla mano, per osservare la preda senza scampo, - “Ora affonda la lama e finisci quella creatura – fino all'elsa!” 193 Not hear? when noise was everywhere! it tolled 194 Increasing like a bell. Names in my ears 195 Of all the lost adventurers my peers,-- 196 How such a one was strong, and such was bold, 197 And such was fortunate, yet each of old 198 Lost, lost! one moment knelled the woe of years. XXXIII. Non senti? Eppure il frastuono era dappertutto! Rintocchi Crescenti come di campana. Nelle mie orecchie i nomi Di tutti gli avventurieri scomparsi miei pari, - Come l'uno era forte, e l'altro era coraggioso, E quell'altro fortunato, ma tutti ormai da tempo Scomparsi, perduti! Il rintocco di un attimo per il dolore di anni. 199 There they stood, ranged along the hillsides, met 200 To view the last of me, a living frame 201 For one more picture! in a sheet of flame 202 I saw them and I knew them all. And yet 203 Dauntless the slug-horn to my lips I set, 204 And blew. "Childe Roland to the Dark Tower came." XXXIV. Stavano lì, schierati lungo i fianchi della collina, riuniti Per vedermi l'ultima volta, cornice vivente Per l'ultimo quadro! Avvolti in un sudario di fiamme Li vidi e tutti li riconobbi. Eppure Intrepido mi portai alle labbra il corno di guerra E soffiai “Childe Roland alla Torre Nera giunse.”
Note
1.
Il titolo della poesia è
tratto da un verso del Re Lear
di Shakespeare, precisamente un verso tratto da una ballata popolare
citato dal personaggio di
Edgar (III, iv). "Childe" indica un giovane
di nobile famiglia destinato a diventare cavaliere.
2. All agree,
apparentemente una contraddizione che si potrebbe spiegare
attribuendo l'affermazione non a Roland, ma allo storpio, nel
tentativo di dare verosimiglianza alla sua menzogna.
3.
Estray: termine piuttosto
insolito per indicare un vagabondare senza meta, usato
anche da E. A. Poe nel suo racconto breve Metzengerstein,
possibile fonte per il cavallo descritto nei versi 76-84.
4.
Calcinare: bruciare qualcosa per ridurlo in polvere, dal latino calx,
calce
5. To pash,
Middle English per smash, schiacciare, frantumare.
6.
74-86: la descrizione dello stallone (stud) infernale sembra tratta
dal racconto di Poe Metzengerstein, l'aspetto
macilento della bestia a me ricorda anche la xilografia di Durer I
quattro cavalieri dell'apocalisse,
in particolare il macilento cavallo di Carestia;
la sua cecità lo rende forse messaggero della terra dei morti,
l'allusione al suo passato sevizio è un chiaro riferimento alla sua
presente sterilità.
7.
L'improvvisa apparizione del
fiume sembra interrompere desolazione del paesaggio ma
i
continui riferimenti alla sua natura malvagia lo rendono piuttosto
simile ad un fiume infernale.
Questo predispone il lettore non ad un miglioramento ma ad un
peggioramento del paesaggio.
8. A
better country: frase biblica associata alla salvazione
(Ebrei xi 16) e rende ancora più amara l'illusione di Roland.
9. Era proverbiale la crudeltà dei turchi.
10. Il Trophet nella Bibbia era una località di Gerusalemme dove i
seguaci dell'antico culto caanita facevano offerte rituali agli dei
Moloch e Baal bruciando bambini ancora vivi. Per i cristiani è
sinonimo di Inferno.
11. Apollyon è “l'angelo del pozzo senza fondo” (Rivelazione ix
11)
12. Cieco come il cuore di uno sciocco: cieco in architettura
vuol dire senza finestre ma contiene anche connotazioni bibliche di
cecità spirituale (Bibbia, Salmi xiv 1; Matteo xxiii 16-17).
13.
Slug-horn:
il termine deriva probabilmente dal gaelico sluagh
«esercito» e gairm «grido», da cui il termine slogan
(grido di guerra) oggi
usato con il significato di 'breve
frase, incisiva e sintetica, spesso a scopi pubblicitari.'
Ma B. lo usa con l'errato significato di 'corno,' ripetendo l'errore
già fatto dal giovane poeta Chatterton nel
suo poema The Battle
of Hastings, II,
10: "Some caught a slughorne and an onset wound."
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