lunedì 11 dicembre 2017

Il battesimo di Bloomsbury






 Buone feste a tutti







 Ma non è una Christmas Carol


Il battesimo di Bloomsbury (The Bloomsbury Christening) Capitplo 11 dei "Tales" di Charles Dickens in Sketches by Boz(1839), originalmente pubblicato nel numero di aprile 1834 del The Monthly Magazine.



Protagonista del racconto è lo scapolo cinquantenne Nicodemus Dumps, (detto anche 'long Dumps' per la sua altezza) che lavora alla banca d'Inghilterra e vive in affitto in un elegante appartamento. A tutta prima sembrerebbe un tranquillo e soddisfatto 'white collar,'  ma Dumps non è né l'uno né l'atro: "burbero, cadaverico, eccentrico e sgarbato," è felice solo quando gli altri sono infelici e pertanto "l'unica vera consolazione della sua vita era di rendere infelici tutti quelli che lo circondavano." Bersaglio prediletto della sua misantropia è il nipote, Mr. Charles Kitterbell, che, manco a dirlo, è invece "un ometto secco e sparuto, con un gran testone e un faccione sorridente e affabile," e per rendere il personaggio ancora più ridicolo, Dickens aggiunge anche lo strabismo: "cosa che rendeva praticamente impossibile a chiunque stesse conversando con lui capire dove stesse guardando." Al contrario dello zio, ama la compagnia, le feste, il buon cibo ed è ammogliato e in attesa del suo primogenito. Il poveretto ha l'infelice idea di chiedere allo zio di fare da padrino al nascituro. Dapprima Dumps prova a rifiutare adducendo come scusa la suscettibilità dei suoi nervi, poi, approfittando del carettere ingenuo e credulone del nipote, si diverte a terrorizzarlo con presunte storie di bambini morti prematuramente. Alla fine è costretto ad accettare non solo di fare da padrino, ma anche di partecipare al ricevimento serale, con tanto di cena per 'pochi amici' e, naturalmente, discorsi di buon augurio. Ma il giorno del battesimo sarà per Dumps un susseguirsi di circostanze avverse che metteranno a dura prova i suoi nervi: dapprima si scontrerà con un maleducato fattorino di omnibus, poi incimperà in un ubriaco molesto, infine dovrà sorbirsi le spiritosaggini degli amici di suo nipote, che sembra aver invitato mezza Londra. Davvero troppo per i nervi dell'ipocondriaco Dumps, e la vendetta non si farà attendere, cinica e spietata, secondo lo stile 'dell'uomo più infelice del mondo.'

Il misantropo e cinico Dumps è generalmente considerato il modello a cui Dickens si ispirò per creare il suo personaggio più famoso: Ebenezer Scrooge, l'indimenticabile protagonista di A Christmas Carol. Ma il giovane Dickns degli esordi sembra ancora immune dal buonismo e dal patetismo che caratterizzeranno le sue opere di maggior successo. Dumps, al contrario di Scrooge, non si pentirà delle sue cattiverie, non ci sarà nessuna catarsi finale, ma l'autore si servirà del suo punto di vista cinico e incline al sadismo, per farsi gioco delle manie di grandezza di quella piccola borghesia cittadina impersonata dai coniugi Kitterbell e dai loro amici, al punto che alla fine il lettore è portato a simpatizzare proprio con l'antipatico protagonista invece che con le  vittime del suo spirito caustico.


Un po' di storia:

La parte centrale del racconto è occupata dalle dissavventure di Dumps alle prese con un maleducato fattorino di omnibus. Nonostante  le prevedibili esagerazioni dickensiane, c'è da dire che non siamo distanti  dalla realtà dell'epoca. Gli omnibus erano stati  introdotti a Londra nel 1828 sul modello del trasporto urbano parigino, e il servizio ebbe tanto successo che sullo stesso percorso (da Paddington e Regent's Park alla City) c'erano ben 90 vetrture a contendersi i passeggeri. Dopo le proteste dei cittadini i proprietari  si riunirono in un'associazione per regolare il servizio e ridurre la competizione, ma non ad eliminarla, come si vedrà. Dal 1832 gli omnibus poterono circolare liberamente anche nella city, essendo venuto meno il monopolio delle carrozze pubbliche, e il loro  numero crebbe incredibilmente, i prezzi del biglietto dvennero così accessibili anche alla working class, che ora poteva permettersi di abitare lontano dai luoghi di lavoro in quartieri più salubri dei tristi slums della prima rivoluzione industriale. 

Per saperne di più: London Transport Museum








Il battesimo di Bloomsbury


Charles Dickens







Mr. Nicodemus Dumps, o, come lo chiamavano i suoi conoscenti, 'long Dumps,' era uno scapolo cinquantenne, alto sei piedi (1,80 cm.): burbero, cadaverico, eccentrico e sgarbato. Non era felice se non quando era triste, ed era sempre triste quando aveva ogni motivo per essere felice. L'unica vera consolazione della sua vita era di rendere infelici tutti quelli che lo circondavano – allora si poteva veramente dire che la vita gli sorrideva. Era afflitto da un posto nella banca d'Inghilterra che gli rendeva cinquecento sterline all'anno, e abitava in affitto in un 'primo piano ammobiliato,' a Pentonville, che originariamente aveva preso perché si affacciava sul lugubre panorama dell'adiacente cimitero. Aveva familiarità con le facce di ogni tomba, e il servizio funebre sembrava suscitare la sua più sentita partecipazione. I suoi amici dicevano che era di sicuro uno scorbutico – lui asseriva di essere nervoso, loro lo consideravano un fortunello, lui protestava di essere 'l'uomo più sfortunato del mondo.' Per quanto fosse insensibile, e per quanto dichiarasse di essere un povero infelice, non era completamente privo di affetti. Onorava la memoria di Hoylei, essendo egli stesso un abile e imperturbabile giocatore di whist, ed era solito ridere compiaciuto di un avversario nervoso e impaziente.

Adorava re Erode per il massacro degli innocenti, e se c'era una cosa che odiava di più al mondo, erano proprio i bambini. Comunque, non si poteva dire che odiasse qualcosa in particolare, dal momento che in generale odiava tutto, ma forse la sua più decisa avversione era riservata alle carrozze pubbliche, alle vecchie signore, alle porte che non si chiudono, ai musicisti dilettanti e ai fattorini degli omnibus. Era membro della 'Società per la soppressione del vizio' per il piacere di far cessare ogni innocente divertimento, e contribuiva generosamente a finanziare due pastori metodisti itineranti, nell'amena speranza che se le circostanze avessero reso felice qualcuno in questo mondo, costui avrebbe potuto essere reso infelice dalla paura di quello a venire. 
 
Mr. Dumps aveva un nipote che era sposato da un anno, e che era in qualche modo il preferito dello zio, poiché era un magnifico soggetto su cui esercitare il suo potere di rendere infelice il prossimo. Mr. Charles Kitterbell era un ometto secco e sparuto, con un gran testone e un faccione sorridente e affabile. Sembrava un gigante rinsecchito, a cui fossero state parzialmente ripristinate la testa e la faccia; era anche strabico, cosa che rendeva praticamente impossibile a chiunque stesse conversando con lui capire dove stesse guardando. I suoi occhi sembravano fissare la parete, e invece vi stava guardando con insistenza, insomma, non era possibile cogliere il suo sguardo, e forse era una misericordiosa concessione della Provvidenza che quello sguardo non potesse essere colto. Oltre a ciò, si può aggiungere che Mr. Charles Kitterbell era una delle più credulone e prosaiche personcine che avesse mai preso moglie e affittato una casa a Great Russell-street, Bedford-square. (Lo zio Dumps invece di Bedford square, preferiva le spaventose parole 'Tottenham-court-roadii.’)
No, ma, zio, in fede mia deve… deve promettermi che gli farà da padrino,” Disse Mr. Kitterbell, mentre sedeva a conversare con il suo rispettabile parente.
Non posso, davvero, non posso,” rispose Dumps.
Ma perché no? Jemima la considererà una grossa scortesia. Non è poi un gran fastidio.”
Non è il fastidio che mi preoccupa,” replicò il più infelice uomo del mondo, “ma i miei nervi sono in un tale stato… Non potrei sopportare la cerimonia. Lo sai che non amo uscire. Per amor di Dio, Charles, smettila di agitarti in quel modo su quello sgabello, mi fai diventare matto.” Mr. Kitterbell, senza riguardo per i nervi dello zio, aveva trascorso gli ultimi dieci minuti a descrivere un cerchio sul pavimento con una gamba dello sgabello su cui era seduto, tenendo sollevate le altre tre e aggrappandosi saldamente alla scrivania.
Le chiedo scusa, zio,” disse Kitterbell, evidentemente imbarazzato, lasciando andare di colpo la sua presa sulla scrivania, e riportando giù le tre gambe in aria, con sufficiente forza per trascinarle sul pavimento.
Andiamo, non rifiuti. Se è un maschietto, lo sa, dobbiamo avere due padrini.”
Se è un maschietto!” disse Dumps, “ma perché non lo dici subito se è maschio o femmina?”
Sarei felicissimo di dirglielo, ma è impossibile che possa azzardarmi a dirle se è maschio o femmina se non è ancora nato.”
Non è ancora nato!” ripeté Dumps, con una luce di speranza sul suo lugubre viso. “O, beh, potrebbe essere femmina, e allora non avrai bisogno di me, ma se è un maschio, potrebbe morire prima del battesimo.”
Spero di no,” disse il padre in attesa di essere tale, con aria molto preoccupata.
Anch'io,” concordò Dumps, evidentemente compiaciuto dell'argomento. Stava incominciando a divertirsi. “Spero di no, ma durante i primi due o tre giorni di vita di un bambino i casi dolorosi sono piuttosto frequenti: gli spasimi, mi dicono, sono estremamente comuni, e le convulsioni sono all'ordine del giorno.”
Buon Dio, zio!” gemette il piccolo Kitterbell, annaspando.
Sì, la mia padrona di casa ha partorito – vediamo – martedì scorso, un maschietto veramente bello. Giovedì notte la balia sedeva accanto al fuoco col bimbo in braccio, e stava benissimo. Improvvisamente, la faccia gli è diventata nera e terribilmente convulsa. Hanno chiamato immediatamente il medico, ed è stato tentato ogni rimedio, ma...”
Spaventoso!” lo interruppe Kitterbell terrorizzato.
Il bambino è morto, naturalmente. Comunque, è possibile che la tua creatura non muoia, e se fosse un maschio, e dovesse vivere fino al battesimo, suppongo che dovrei essere uno dei padrini.” Dumps era evidentemente ottimista sull'affidabilità delle sue previsioni.
Grazie, zio,” disse il suo agitato nipote, afferrando calorosamente la sua mano come se gli avesse reso un gran servigio. “Forse farei meglio a non dire a Mrs. K. quello che mi ha appena raccontato.”
Certo, se è giù di spirito, forse faresti meglio a non far parola con lei di questo triste caso,” replicò Dumps, che naturalmente aveva inventato la storia di sana pianta; “anche se, forse, sarebbe tuo dovere di marito prepararla al peggio.”
Un paio di giorni dopo, mentre Dumps leggeva il giornale nella steak-house che frequentava abitualmente, gli capitò sotto gli occhi il seguente annuncio:
'Nascite: Sabato 18, corrente mese, a Great Russell street, la consorte del Signor Charles Kitterbell ha dato alla luce un maschietto.'

Trascorsero sei settimane e dal momento che non aveva ricevuto alcuna comunicazione da parte di suo nipote, Dumps stava iniziando a cullare l'idea che il bambino fosse morto, quando la seguente missiva sciolse dolorosamente i suoi dubbi:


Great Russell-street,
lunedì mattino.
'Caro zio, sarà felice di sapere che la mia cara Jemima ha lasciato la sua camera e che il suo futuro figlioccio sta benissimo. Dapprincipio era molto magro, ma sta acquistando peso e la balia dice che cresce di giorno in giorno. Piange molto, ed ha un colorito moto strano, cosa che ha fatto molto preoccupare Jemima e me, ma siccome la balia dice che è una cosa naturale, e siccome naturalmente noi non sappiamo ancora niente di queste cose, ci sentiamo rassicurati da ciò che dice la balia. Pensiamo che sarà un bambino vivace, perché non dorme mai.
Come può capire, siamo tutti felicissimi, solamente siamo un po' stanchi per mancanza di sonno, dal momento che ci tiene svegli tutta la notte, ma la balia dice che dobbiamo aspettarcelo per i primi sei, otto mesi. Il bambino è stato vaccinato, ma l'operazione è stata condotta in modo poco accurato, di conseguenza alcuni pezzetti di vetro sono stati introdotti nel braccio insieme al vaccino. Questo forse può in parte spiegare la sua irrequietezza, almeno così dice la balia. Abbiamo deciso di battezzarlo venerdì a mezzogiorno, nella chiesa di St. George, ad Hart street, con il nome di Frederick Charles William. La prego di non arrivare più tardi di un quarto a mezzogiorno. A sera inviteremo gli amici più stretti, e naturalmente è invitato anche lei. Sono dolente di comunicarle che il povero bambino è particolarmente irrequieto oggi, temo a causa della febbre.
In fede, caro zio, il suo affezionato, Charles Kitterbell.
P.S. Aggiungo questa nota per dirle che ho appena scoperto la causa dell'irrequietudine del piccolo Frederick. Non è la febbre, come pensavo, ma una spillina che la balia gli ha accidentalmente conficcato nella gamba ieri sera. L'abbiamo tolta e sembra più tranquillo, anche se singhiozza ancora un bel po'.
E' del tutto superfluo dire che la lettura del suddetto interessante massaggio non fu di grande sollievo per lo spirito dell'ipocondriaco Dumps. Tuttavia, era impossibile rifiutare, e così fece buon viso, e cioè il più triste possibile, a cattivo gioco, e acquistò una bella tazza d'argento per il piccolo Kitterbell, su cui ordinò di incidere seduta stante le iniziali ‘F. C. W. K.,’ con i soliti svolazzi e ghirigori seguiti da un grosso punto. 
Il lunedì fu una bella giornata, il martedì fu delizioso, il mercoledì lo stesso e il giovedì meglio di tutti gli altri: quattro giorni consecutivi di bel tempo a Londra! I fiaccherai divennero rivoluzionari, mentre gli scopini incominciarono a discettare sull'esistenza di una causa primariaiii. Il Morning Herald informò i suoi lettori che un'anziana signora di Camden Town aveva detto che la mitezza della stagione era 'senza precedenti a memoria dei cittadini più anziani,' e gli impiegati di Islington, con famiglie numerose e magri salari, dismisero le ghette nere, abbandonarono i loro vecchi ombrelli di cotone verde e si diressero orgogliosamente in città con ai piedi calzini bianchi e scarpe allacciate lucidate a puntino. Dumps osservava il tutto con un atteggiamento di supremo disprezzo: il suo trionfo era vicino.

The crossing sweeper
Sapeva che se fosse stato bel tempo per quattro settimane invece che per quattro giorni, il giorno del battesimo avrebbe piovuto, era lugubremente felice nella convinzione che venerdì sarebbe stato un giorno terribile, e così fu. “Lo sapevo,” disse Dumps mentre svoltava di fronte al municipio alle undici e mezza del venerdì mattina. “Lo sapevo. Sono preoccupato, e tanto basta;” e certamente l'aspetto della giornata era sufficiente a deprimere spiriti molto più ottimisti del suo.
Aveva piovuto, senza un attimo di sosta, fin dalle otto del mattino, tutti quelli che andavano su e giù per Cheapside erano bagnati, infreddoliti e sporchi. Ombrelli di ogni sorta, compresi quelli dimenticati da tempo immemorabile e nascosti chissà dove, erano stati requisiti. Le carrozze giravano come trottole, con il 'listino' esposto dietro due tendine di cotone lucido come se fosse stato uno di quei misteriosi quadri nei castelli di Mrs. Radcliffeiv; Dumps si fermò, non poteva proseguire a piedi, dal momento che si era messo elegante per il battesimo. Se avesse preso una carrozzella era sicuro di schizzarsi, e una carrozza chiusa era troppo costosa per la sua natura parsimoniosa. Un omnibus era in attesa all'angolo opposto - era un caso disperato – non aveva mai sentito di un omnibus che si rovesciasse o il cui cavallo si imbizzarrisse, e se il fattorino lo avesse insolentito, lui era all'altezza di dargli una bella 'lavata di testa.'
Di qua signore!” gridò il giovane gentiluomo che officiava come fattorino del Giovanotto del villaggio, che era il nome della vettura appena notata. Dumps attraversò.
Da questa parte, signore!” gridò il conducente del Al galoppo, mettendo il suo veicolo di traverso a quello della concorrenza - “Da questa parte, signore – lui è al completo.” Dumps esitò, al che Il giovanotto del Villaggio cominciò a sciorinare una miriade di insulti contro quelli del Al galoppo, ma il vetturino dell'Ammiraglio Napier mise fine alla questione nel modo più soddisfacente, per tutti, afferrando Dumps per la vita e spingendolo nella vettura che era appena arrivata e a cui mancava solo il sedicesimo passeggero.
Molto bene,” disse l' Ammiraglio, e via di corsa, come un'autopompa al galoppo, con il cliente rapito all'interno, che si reggeva in piedi nella posizione mezzo ripiegata di uno che sta per cavarsi gli stivali, sbattendo di qua e di là ad ogni sussulto del veicolo, prima da un lato e poi dall'altro, come l'Uomo verde durante i festeggiamenti del primo maggio quando volteggia in senso opposto a quello della dama col ramaiolo d'ottonev.

Jack-in-the-green
Per amor di Dio, dove posso sedermi?” chiese il poveretto ad un vecchio gentiluomo, dopo essergli caduto sullo stomaco per la quarta volta.
Dove le pare, ma non sul mio stomaco, signore,” replicò seccamente il vecchio gentiluomo.
Forse il signore starebbe meglio a cassetta,” suggerì un impiegato d'avvocato completamente bagnato, in camicia rosa ed un sorriso affettato.
Dopo un bel po' di tentativi e di cadute, Dumps alla fine riuscì a infilarsi su un sedile che, oltre ad avere il piccolo inconveniente di trovarsi tra un finestrino che non si chiudeva e una porta che doveva restare aperta, lo aveva messo a stretto contatto con un passeggero che era stato in giro tutto il giorno senza ombrello e che aveva l'aspetto di chi ha trascorso la giornata in una cisterna piena d'acqua, solo più bagnato.
Non sbatta la porta in quel modo,” disse Dumps al fattorino, quando questo l'aveva chiusa dopo aver fatto scendere quattro passeggeri, “Sono molto nervoso, e quel rumore mi distrugge.”
I signori hanno detto qualcosa?” rispose il fattorino, ficcando dentro la testa e facendo lo sguardo sorpreso come se non avesse capito la richiesta.
Le ho detto di non sbattere la porta in quel modo!” ripeté Dumps, bianco in viso come il fante di bastoni, in preda ad una crisi di nervi.
Oh! veda, si dà il caso, signore, che quella porta non si chiuda senza sbattere,” rispose il vetturino, che a mo' di esempio spalancò la porta e la richiuse con un botto terribile.
Le chiedo scusa, signore,” disse con voce roca un vecchio gentiluomo tutto cerimonioso che sedeva di fronte a Dumps, “le chiedo scusa, ha mai notato, stando seduto in un omnibus durante un giorno di pioggia, che quattro persone su cinque arrivano sempre con grandi ombrelli di cotone senza manico in cima o senza punta di ottone in fondo?”
Beh, signore,” rispose Dumps, mentre l'orologio rintoccava le dodici, “non ci ho mai fatto caso prima, ma ora che me lo dice… Ferma, ferma!” gridò lo sfortunato individuo, mentre l'omnibus oltrepassava veloce Drury lane, che era la strada dove sarebbe dovuto scendere. “Dov'è il fattorino?”
Credo che sia a cassetta, signore,” disse il giovane gentiluomo in camicia rosa che abbiamo già notato, che sembrava bianca rigata da inchiostro rosso.
Fatemi scendere!” disse Dumps con una voce flebile, indebolita dagli sforzi fatti in precedenza.
So io come farei scendere il fattorino,” rispose l'impiegato di avvocato, ridacchiando.
Ferma!” gridò Dumps di nuovo.
Ferma!” gli fecero eco gli altri passeggeri. L'omnibus oltrepassò la chiesa di St. Giles.“Frena!” disse il fattorino, “Che mi pigliasse un accidenti se non ho dimenticato che quel gentiluomo doveva scendere a Drury lane. Avanti, signore, sbrigarsi, per favore,” aggiunse, aprendo la porta e aiutando Dumps ad uscire con la massima calma, come se fosse tutto a posto. Per una volta l'indignazione di Dumps ebbe la meglio sul suo cinico distacco. “Drury lane!” annaspò, con la voce di un ragazzo che prende la sua prima doccia fredda.
Drury lane, signore?… sì, signore, terza strada a destra, signore.”
L'ira di Dumps era al culmine: afferrò l'ombrello e si diresse verso la porta con la ferma intenzione di non pagare la corsa. Il fattorino, per un'incredibile coincidenza, intratteneva un'opinione del tutto opposta, e solo il cielo sa quanto sarebbe andato avanti l'alterco, se il conducente non vi avesse messo abilmente fine con una soluzione soddisfacente per tutti.
Aspettate!” disse quella rispettabile persona, mettendosi in piedi sulla cassetta e appoggiandosi con un mano al tetto dell'omnibus. “Un attimo,Tom! Dì a quel gentiluomo che dal momento che si sente danneggiato, lo porteremo fino a Edgeware gratis, e lo lasceremo a Drury lane quando torneremo indietro. E' un'offerta che non può rifiutare.” L'offerta era allettante: Dumps pagò i contestati sei pence e in un quarto d'ora era sulle scale del numero 14 di Great Russell-street.

Omnibuslife - William Maw Egley

Tutto indicava che erano in corso i preparativi per il ricevimento serale di “qualche amico.” Erano appena arrivate due dozzine extra di calici, e idem per i bicchieri da vino, appoggiati su un tavolo dell'ingresso ancora sporchi e cosparsi di pezzettini di paglia. Per le scale c'era un intenso profumo di noce moscata e vino di porto; dal tappeto delle scale erano state tolte le fodere, mentre la statua di Venere sul primo pianerottolo sembrava si vergognasse della candela a poco prezzo nella sua mano destra, che andava a formare un meraviglioso contrasto con i drappeggi ricoperti di fuliggine della dea dell'amore. La cameriera (tutta accaldata e indaffarata) condusse Dumps nel soggiorno, elegantemente ammobiliato, con una profusione di piccoli cestini, tappetini di carta, angioletti di porcellana, album rosa e dorati e libricini dalle copertine multicolori cosparsi sui vari tavoli.
Ah, zio!” disse Mr. Kitterbell, “Come sta? Mi permetta… Jemima, mia cara… mio zio. Penso che lei abbia già incontrato Jemima, signore?”
Ho avuto il piacere,” rispose lo zione, e dal suo tono e dal suo aspetto era difficile capire se avesse mai provato quella sensazione in vita sua.
Sono certa,” disse Mrs. Kitterbell, con un sorriso languido e un colpetto di tosse. “Sono certa… hem… che ogni amico di Charles… hem… non di meno un parente, sia...”
Sapevo che l'avresti detto, amore,” disse il piccolo Kitterbell, che sembrava fissare la casa dall'altra parte della strada, ma in realtà stava guardando sua moglie nella maniera più affettuosa: “Che Dio ti benedica!” Le ultime due parole furono accompagnate da un sorrisetto affettato e da una stretta di mano che provocarono un travaso di bile allo zio.
Jane, dica alla balia di portare giù il bambino,” disse Mrs. Kitterbell, rivolgendosi alla cameriera. Mrs. Kitterbell era una giovane signora alta, magra, con capelli chiarissimi, e un volto incredibilmente bianco, una di quelle giovane donne che invariabilmente, chissà perché, richiama l'idea di un filetto di vitello freddo. La cameriera uscì ed arrivò la balia, stringendo tra le braccia un fagottino avvolto in una copertina blu orlata di pelliccia bianca. Era il bambino.
Allora, zio,” disse Mr. Kitterbell, sollevando con aria trionfante un lembo della copertina che copriva il volto dell'infante, “Secondo lei, a chi rassomiglia?”
He! He! Sì, a chi?” disse Mrs. Kitterbell, infilando il braccio sotto quello del marito e fissando lo zio con tutto l'interesse che era capace di mostrare.

Buon Dio, com'è piccolo!” esclamò l'amabile zio, sobbalzando con ben simulata sorpresa; “incredibilmente piccolo.”
Le sembra?” chiese quel poveretto di Kitterbell, piuttosto allarmato. “Rispetto a prima è una belva – non è vero, balia?”
E' un amore,” disse la balia, stringendo a sé il bambino, evitando di rispondere – non perché si facesse scrupolo di dire una bugia, ma perché non voleva sciupare la possibilità che Dumps le elargisse una mezza corona.
Bene, ma a chi rassomiglia?” chiese il piccolo di Kitterbell.
Davvero non saprei dire a chi rassomiglia,” rispose, ben sapendo quale risposta si aspettavano da lui.
Non crede che rassomigli a me?” chiese suo nipote con aria d'intesa.
Assolutamente no!” rispose Dumps, con un'enfasi che non ammetteva equivoci. “Non ti assomiglia per niente. Oh, assolutamente no.”
Rassomiglia a Jemima?” chiese Kitterbell, timidamente.
Oh, no, per niente. Naturalmente non sono buon giudice in questa materia, ma penso rassomigli di più a una di quelle piccole incisioni che a volta si vedono suonare la tromba sulle lapidi!” La balia si chinò sul bambino, e con grande difficoltà riuscì a trattenersi dal ridere. Pa e ma avevano un'aria triste quasi quanto quella del loro amabile zio.
Bene!” disse con disappunto il padre, “fra non molto potrà giudicare meglio. Questa sera lo vedrà senza copertina.”
Grazie,” disse Dumps, sentendosi particolarmente grato.

Ora, amore mio,” disse Kitterbell alla moglie, “è tempo di andare. Incontreremo l'altro padrino e la madrina in chiesa, zio, Mr. E Mrs. Wilson nostri dirimpettai, gente incredibilmente simpatica. Amore, ti sei coperta bene?”
Sì, caro.”
Sei sicura che non ti serva un altro scialle?” chiese il premuroso marito.
No, caro,” rispose l'affascinante madre, accettando il braccio che le offriva Dumps, e il piccolo corteo entrò nella carrozza pubblica che doveva portarlo in chiesa; mentre Dumps intratteneva Mrs. Kitterbell dilungandosi ampiamente sui pericoli del morbillo, del mughetto, dei primi dentini e altri interessanti malanni a cui sono soggetti i bambini.
La cerimonia (che durò circa cinque minuti) trascorse senza che accadesse niente di particolare. Il prete doveva pranzare fuori città, e doveva celebrare due rendimenti di grazie, tre battesimi e un funerale in poco meno di un'ora. I padrini e la madrina, pertanto, promisero di rinunciare al diavolo e alle sue opere – 'e a tutto il resto' – come disse il piccolo Kitterbell – 'in men che non si dica,' e ad eccezione di Dumps che per poco non fece cadere il bambino nel fonte battesimale al momento di porgerlo al sacerdote, tutta la faccenda si svolse con la solita efficienza e secondo le regole, e Dumps rientrò in banca alle due col cuore pesante e la dolorosa consapevolezza che non poteva evitare di partecipare al ricevimento serale.
Arrivò la sera - e arrivarono pure gli scarpini, le calze di seta nera e la cravatta bianca che Dumps aveva ordinato gli venissero inoltrati, tramite un garzone, da Pentonville. Il depresso padrino si vestì nell'ufficio di un amico, da cui andò via, con il morale sotto zero, per fare a piedi la strada fino a Great Russell street, dal momento che aveva smesso di piovere e la serata era tutto sommato piacevole. Camminò a passo lento su per Cheapside, Newgate street, scendendo lungo Snow hill e di nuovo su per Holborn hill, con l'aspetto truce della polena di una nave da guerra e trovando ad ogni passo nuovi motivi di infelicità. Mentre stava attraversando l'angolo di Hatton garden, un uomo apparentemente ubriaco gli andò addosso e lo avrebbe fatto cadere se non fosse stato afferrato da un premuroso giovanotto che per caso gli passò accanto proprio in quel momento. L'incidente scombussolò a tal punto i nervi, e gli abiti, di Dumps, che a malapena si reggeva in piedi. Il giovanotto lo prese sottobraccio e con grande cortesia lo accompagnò fino a Furnival’s Inn. Dumps, per la prima volta in vita sua, si sentì grato e gentile, e si congedò dal giovane gentiluomo scambiando con lui reciproche espressioni di buon augurio.
C'è almeno qualche persona dabbene a questo mondo,” rimuginava il misantropico Dumps, mentre procedeva verso la sua destinazione.

Toc… toc… to-to-toc, bussò un vetturino alla porta di Kitterbell, imitando il modo di fare del cameriere di un gentiluomo, proprio nel momento in cui arrivò Dumps, e dalla carrozza uscirono una vecchia signora con un ampio cappello, un vecchio signore col cappotto blu, e tre copie femminili della vecchia signora vestite di rosa e con le scarpe in tinta.
E' un bel po' di gente,” sospirò l'infelice padrino, asciugandosi il sudore dalla fronte, e appoggiandosi alla ringhiera. Ci volle del tempo prima che l'infelice potesse trovare il coraggio di bussare alla porta, e quando ci riuscì, l'elegante persona di un fruttivendolo del vicinato (che era stato ingaggiato come cameriere per sette scellini e sei pence, e i cui polpacci da soli valevano quel denaro), la lampada dell'ingresso e la Venere sul pianerottolo, aggiunti al brusio di molte voci e al suono di un'arpa e due violini, lo convinsero dolorosamente che i suoi timori erano fin troppo fondati.
Come sta?” disse il piccolo Kitterbell, più agitato che mai,
scappando fuori dal salottino in fondo al corridoio con un cavaturaccioli in mano e diversi trucioli di segatura, simili ad altrettante virgolette, sparsi sui suoi pantaloni.
Buon Dio!” disse Dumps, entrando nel suddetto salottino per infilarsi gli scarpini, che aveva messo nella tasca del cappotto, e ancora più spaventato dalla vista di sette turaccioli stappati di fresco e da un corrispondente numero di decanter. “Quanta gente c'è di sopra?”
O, non più di trentacinque. Abbiamo tirato via il tappeto nel soggiorno sul retro, mentre il piano e i tavolini per giocare a carte sono nella sala di fronte. Jemima ha pensato che sarebbe stato meglio cenare da seduti nel salotto sul davanti, per via dei discorsi di buon augurio e tutto il resto. Ma, buon Dio! Zio, che le succede?” continuò l'inarrestabile ometto, mentre Dumps, con una sola scarpa ai piedi, si rovistava le tasche con il viso deformato da una terribile smorfia. “Cosa ha perso? Il portafoglio?”
No,” rispose Dumps affondando le mani prima in una tasca e poi nell'altra, e parlando con una voce simile a quella di Desdemonavi con il cuscino sulla bocca.
La scatola dei biglietti da visita? La tabacchiera? Le chiavi di casa?” continuò Kitterbell, snocciolando una domanda dietro l'altra con la velocità di un fulmine.
No! No!” esclamò Dumps, continuando furiosamente a rovistare le sue tasche vuote.
Non sarà… la tazza di cui mi ha parlato questa mattina?”
Sì, la tazza!” confermò Dumps, accasciandosi sulla sedia.
Come è potuto succedere?” chiese Kitterbell. “E' sicuro di averla presa?”
S! sì! Ora capisco tutto!” disse Dumps, tirandosi su quando l'idea gli balenò in mente, “poveretto me – sono nato per soffrire. Ora capisco tutto: è stato quel giovanotto dall'aspetto gentile!”
Mr. Dumps!” gridò il fruttivendolo con voce stentorea, introducendo nel soggiorno il padrino che si era alquanto rimesso un'ora dopo la succitata esternazione. “Mr. Dumps!” tutti guardarono verso la porta e Dumps entrò, sentendosi fuori luogo come un pesce fuor d'acqua.
Felice di rivederla,” disse Mrs. Kitterbell, del tutto inconsapevole dello smarrimento e della sofferenza dello sfortunato uomo, “mi permetta di presentarle alcuni amici: mamma, Mr.Dmps – papà e le mie sorelle.” Dumps strinse la mano della signora come se fosse stata la sua propria madre, si inchinò alle giovani signore, e contro il gentiluomo dietro di lui, e non diede nessuna importanza al padre, che si stava inchinando incessantemente da più di un quarto d'ora.
Zio,” disse il piccolo Kitterbell, dopo che Dumps era stato presentato ad una ristretta rosa di un paio di dozzine di ospiti, “mi permetta di accompagnarla nell'altra stanza, per presentarle il mio amico Danton. Un givanotto così brillante! Sono sicuro che le piacerà – da questa parte.” Dumps lo seguì docile come un orso ammaestrato.
Mr. Danton era un giovanotto di circa venticinque anni, con una notevole scorta di impudenza e uno scarso assortimento di idee: aveva molto successo, specialmente con le giovani donne dai sedici ai venticinque anni, nessuna esclusa. Poteva imitare mirabilmente il suono del corno francese, cantava canzoni comiche in maniera assolutamente inimitabile e aveva la capacità di dire impertinenti smancerie alle sue adoranti ammiratrici in modo estremamente lusinghiero. Si era conquistato, non si sa come, la reputazione di persona di grande spirito e, di conseguenza, ogni volta che apriva la bocca, tutti quelli che lo conoscevano ridevano di cuore.
La presentazione si svolse nelle dovute maniere. Mr. Danton s'inchinò facendo volteggiare in maniera veramente comica un fazzoletto da signora che teneva in mano. Tutti sorrisero.
Fa molto caldo,” disse Dumps, sentendosi in obbligo di dire qualcosa.
Sì. Ieri però faceva più caldo,” rispose il brillante Mr. Danton. Risata generale.
Ho il grande piacere di congratularmi con lei per la sua prima apparizione nelle vesti di padre, signore,” continuò, rivolgendosi a Dumps - “padrino, volevo dire.” - Le signore si contorcevano dal ridere, i signori erano in estasi.
Un generale brusio di ammirazione interruppe la conversazione e annunciò l'entrata della balia con il bambino. Le signorine accorsero in massa. (Alle ragazze piacciono sempre così tanto i bambini quando sono in pubblico).
Oh, che carino!” disse una.
Com'è dolce!” gridò un'altra.
Celestiale!” aggiunse una terza.
Oh che bei braccini!” disse una quarta, alzando un braccio e una mano della grandezza e della forma della gamba di un uccellino spennato a dovere.
Da non credere!” disse una piccola civetta con un ampio sellino, che rassomigliava ad una litografia francese, facendo appello ad un signore con tre panciotti - “Da non credere!”
Davvero incredibile,” rispose il suo ammiratore, aggiustandosi la cravatta.
Oh, me lo faccia prendere, balia,” gridò un'altra signorina. “Che amore!”
Può aprire gli occhi, balia?” chiese un'altra, con fare del tutto innocente. Basti dire che ogni singola ragazza giurò che fosse un angelo, mentre le signore, per unanime consenso, dichiararono che era decisamente il più bel bambino che avessero mai visto, eccetto il loro.
Le quadriglie ripresero con grande animazione. Tutti ammisero che Mr. Danton aveva superato sé stesso, diverse signorine incantarono la compagnia e conquistarono ammiratori cantando 'We met’—‘I saw her at the Fancy Fair' - e altre ballate altrettanto sentimentali e interessanti.
I giovanotti,” come disse Mrs. Kitterell, “erano tutti estremamente simpatici,” le ragazze non si lasciarono sfuggire l'occasione, e la serata prometteva di proseguire nel migliore dei modi. Dumps non se ne curò, aveva escogitato un suo piano – per divertirsi un po' a modo suo – ed era proprio soddisfatto! Giocò a carte e perse tutti i punti. Mr. Danton disse che non poteva aver perso ogni punto, dal momento che aveva tenuto il punto di perderli tutti: ci fu una risata generale.
Dumps replicò con una battuta ancora migliore, ma nessuno rise, ad eccezione dell'ospite, che sembrava considerare suo dovere ridere di ogni cosa fino a diventare scuro in faccia. Ci fu un solo neo – i musicisti non suonarono con quella vivacità che tutti si sarebbero aspettato. Il motivo, comunque, ebbe una spiegazione esauriente, perché, secondo la testimonianza di un signore che era venuto su da Gravesand nel pomeriggio, sembrava che avessero suonato per tutto il giorno a bordo di un battello a vapore senza un attimo di sosta su e giù da Gravesand.
La 'cena servita' fu eccellente: c'erano quattro tempietti di zucchero d'orzo sul tavolo, che avrebbero fatto la loro bella figura se non si fossero sciolti prima che la cena iniziasse, c'era anche un mulino ad acqua, il cui unico difetto fu che invece di far girare la ruota, se ne andò in giro sulla tovaglia. Poi c'era pollame e lingua e tartufo e dolci e insalata d'aragosta e manzo in terrina… e ogni ben di Dio. E il piccolo Kitterbell continuò a ordinare piatti puliti, ma i piatti puliti non arrivarono, e allora i signori che volevano i piatti dissero che non importava, che sarebbero andati a prenderli per le signore, e allora Mrs. Kitterbell applaudì la loro galanteria, mentre il fruttivendolo che correva senza sosta pensò che i suoi sette scellini e sei pence se li stava guadagnando duramente, e le signorine non mangiarono molto per timore di apparire poco romantiche, mentre le signore mangiarono a più non posso, per paura di non averne abbastanza, e si bevve vino a profusione, e tutti chiacchierarono e risero considerevolmente.
Zitti! Zitti!” disse Mr. Kitterbell, alzandosi con aria molto seria. “Amore mio (rivolgendosi alla moglie seduta all'altra estremità del tavolo), abbi cura di Mrs. Maxwell, della tua mamma, e delle altre signore, i signori convinceranno le signorine a riempire i bicchieri, ne sono sicuro.”
Signori e signore,” disse quello spilungone di Dumps, con una voce sepolcrale e un accento mesto, alzandosi dalla sua sedia come il fantasma del Don Giovanni, “Volete avere la cortesia di riempire i vostri bicchieri? Vorrei fare un brindisi.”
Seguì un silenzio di tomba e i bicchieri furono riempiti – sembravano tutti molto seri.
Signori e signore,” continuò con calma il lugubre Dumps, “Io” - (e qui Mr. Danton imitò due note del corno francese, in una tonalità molto acuta, cosa che innervosì l'irritabile oratore e fece ridere il suo pubblico).
Ordine! Ordine!” disse il piccolo Kitterbell, sforzandosi di soffocare il riso.
Ordine!” dissero gli altri signori.
Tranquillo, Danton,” disse un suo intimo amico dall'altra parte del tavolo.
Signori e signore,” riprese Dumps, che intanto si era alquanto ripreso e non era troppo imbarazzato, perché era sempre stato un buon oratore - “Conformemente a quello che, credo, sia la consuetudine in queste occasioni, io, come uno dei padrini del piccolo Frederick Charles William Kitterbell—(qui la sua voce ebbe un'esitazione, perché si ricordò della tazza) – prendo l'iniziativa di proporre un brindisi. Non c'è bisogno che vi dica che è la salute e la prosperità di questo bambino, il particolare evento della sua giovane vita che siamo tutti qui a celebrare – (applausi).
Signori e signore, è impossibile pensare che questi nostri amici, a cui noi tutti auguriamo ogni bene con cuore sincero, possano attraversare la vita senza difficoltà, considerevoli sofferenze, severe afflizioni e perdite gravose!” - A questo punto quel demonio fece una pausa e con un gesto lento tirò fuori dalla tasca un lungo, bianco fazzoletto – il suo esempio fu seguito da diverse signore. “Che queste prove possano essergli risparmiate il più a lungo possibile è la mia più sincera preghiera, il mio più fervido desiderio (si udì chiaramente il singhiozzare della nonna). Io spero e mi auguro, signori e signore, che il bambino il cui battesimo siamo qui riuniti a celebrare, possa non essere prematuramente strappato dalle braccia dei suoi genitori (furono requisiti diversi fazzoletti): che questa giovane vita apparentemente sana, possa non essere distrutta da un male incurabile. (Qui Dumps lanciò intorno a sé un'occhiata sardonica, perché le signore erano in grande agitazione).
Anche voi, ne sono sicuro, vi unirete a me nell'augurio che questo bimbo possa vivere per essere un conforto e una benedizione per i suoi genitori. (Giusto! Giusto!” singhiozzò Mr. Kitterbell.) Ma se così non fosse – se col tempo egli dovesse dimenticare i suoi doveri verso i genitori - allora essi proverebbero a loro spese questa amara verità, 'l'ingratitudine di un figlio fa più male del morso di un serpente*.'”

Non è necessario aggiungere che questo episodio pose termine all'armonia della serata. Aceto, sali di ammoniaca, acqua fredda furono adesso richiesti quanto in precedenza lo erano stati vino speziato, dolcetti e bon-bons. Mrs. Kitterell fu immediatamente accompagnata in camera sua, i musicisti furono silenziati, i corteggiamenti cessarono e la comitiva lentamente si sciolse. Dumps se ne andò all'inizio del trambusto, e camminò verso casa con passo leggero e (per lui) cuor contento. La padrona di casa, che dormiva nella stanza accanto, era pronta a giurare di averlo sentito ridere, nel suo caratteristico modo, dopo aver chiuso la porta. Questa affermazione, comunque, è così improbabile e così palesemente inverosimile che fino ad oggi non ha ottenuto alcun credito.
La famiglia di Mr. Kitterbell è considerevolmente cresciuta dal momento a cui ci siamo riferiti, adesso ha due figli e una figlia e poiché fra breve si aspetta di accrescere ancora una volta la sua florida progenie, è ansioso di assicurarsi un padrino idoneo all'occasione. Egli è determinato, comunque, ad imporgli due condizioni. Deve impegnarsi, con solenne giuramento, a non fare discorsi dopo cena ed è indispensabile che non sia in alcun modo legato 'all'uomo più sfortunato del mondo.'

FINE

                

                                         

i   Edmond Hoyle (1672–1769), scrittore inglese sui giochi di carte.
ii  Tottenham Court Road è un'importante strada situata nel centro di Londra. La strada aveva una connotazione negativa a causa di un incidente accaduto alcuni anni prima della pubblicazione del racconto: nel 1814 un birrificio sito nella strada fu oggetto di un grave incidente noto come London Beer Flood, con lo sversamento di circa un milione e mezzo di litri di birra che danneggiò le abitazioni vicine e uccise almeno otto persone

iii  In filosofia, l'essere autocostituito (i.e. Dio) a cui fa capo la catena degli eventi. Il termine fu usato dai pensatori greci e fu poi adottato dalla tradizione giudaico-cristiana.

iv  Ann Ward, nota come Ann Radcliffe (Holborn, 9 luglio 1764 – Holborn, 7 febbraio 1823), è stata una popolare scrittrice inglese, vera e propria pioniera della letteratura horror e in particolare del romanzo gotico.

v 'Jack-in-the-Green' era un personaggio delle celebrazioni del primo maggio. Ha radici molto antiche, forse celtiche, e dal medio evo in poi fu associato alla gilda degli spazzacamini. E' rappresentato da un uomo nascosto in una struttura conica ricoperta di fogliame. Era accompagnato da musici e altri personaggi tra cui il re e lla regina, o la dama col mestolo, (che serviva per raccogliere le offerte del pubblico) che gli danzavano intorno muovendosi in senso opposto al suo.
vi Protagonista femminile dell'Otello di Shakespeare, che muore per mano del marito geloso.
vii Re Lear atto I scena 4



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