Il diavolo, naturalmente...
La nuova storia che vi
propongo, “The Devil and Tom Walker,” scritta da Washington
Irving, appartiene a Tales of a Traveller (1824)
e si trova nella sezione dei “Money Diggers.” Essa è considerata
dalla critica contemporanea fra le cose migliori scritte da Irving.
Questa deliziosa favola nera ricca di ironia e colpi di scena,
ambientata in America al tempo delle colonie, può sembrare, a una
lettura superficiale, un edificante sermoncino contro l'avidità di
danaro, avendo come protagonista un usuraio, Tom Walker appunto,
pronto a vendere la sua anima al diavolo in cambio del tesoro del
pirata Kidd.
Noi
lettori contemporanei vi possiamo trovare sconcertanti somiglianze
con i “tempi difficili” che stiamo vivendo: sconsiderate
speculazioni immobiliari, carenza di liquidità, economia di carta,
sfrenata corsa all'arricchimento, finché la bolla si sgonfia
lasciando solo disastri; il terreno ideale, insomma, per un usuraio
senza scrupoli come Tom Walker.
Altrettanto
moderno è il linguaggio usato per suggerire lo spirito del tempo:
Irving parla, infatti, di una “febbre” speculativa che colpisce
indiscriminatamente i coloni del New England, così come noi oggi
parliamo di “contagio” per descrivere la crisi che stiamo
vivendo.
Ma
questo è solo una delle tematiche proposte dall'autore. Tom Walker
sembra scavare nell'incoscio collettivo della giovane nazione
americana, come suggerisce l'avverbio “unconsciously,” che
descrive con il linguaggio che sarà della psicoanalisi l'ossessione
compulsiva del protagonista sempre alla ricerca di tesori nascosti. E
dal buco che egli scava esce fuori il peccato originale dell'America:
il genocidio degli indiani.
Contrariamente
a quanto ci si aspetterebbe, qui gli indiani non sono i “noble
savages” cari all'illuminismo e alla letteratura romantica. Essi
sono selvaggi e crudeli, adoratori di Satana a cui offrono sacrifici
umani: sono i favoriti del diavolo, che invece disprezza quella
”razza di facce bianche” venuta a massacrare i suoi protetti e a
rubare le loro terre, e pertanto ancora più selvaggia e crudele
degli stessi uomini rossi. Qui il diavolo rappresenta, anche
fisicamente, la cattiva coscienza di tutto un popolo. Egli indossa
abiti di foggia indiana e la sua ascia è simile ad un tomawok, la sua
pelle, però, non è rossa, ma nera del fumo dell'inferno e neri sono
i suoi crespi capelli, a ricordare l'altro crimine collettivo dei
coloni: la tratta e il commercio degli schiavi.
Molte
altre sono le colpe che il diavolo imputa a Tom Walker e ai suoi
compatrioti: pirateria, persecuzioni religiose, i roghi delle
streghe, un'accumulazione capitalistica primitiva e violenta, a cui
tutto viene sacrificato, anche la propria anima. Del resto anche la
vita ultraterrena è concepita in termini mercantilistici, essi sono
“beni,” i peccati sono “addebitati,” i meriti sono
“accreditati,” proprio come in una partita doppia.
Ma naturalmente è
solo un “vecchio racconto,” la cui veridicità è ironicamente
comprovata dal buco scavato dal protagonista nella nera palude dove
incontrò il diavolo e che, secondo il narratore, è tutt'ora
visibile.
IL
DIAVOLO E TOM WALKER
di
Washington
Irving
(1824)
Jasper Francis Cropsey
(artist)
American, 1823 - 1900
Autumn - On the Hudson
River, 1860
A poche miglia da Boston,
nel Massachusetts, c'è una profonda insenatura che si snoda per
diverse miglia da Charles Bay verso l'interno del paese e termina in
una zona acquitrinosa, o palude, ricoperta di alberi. Su un lato di
questa insenatura c'è un fitto boschetto, sul lato opposto il
terreno si alza improvvisamente dalla superficie dell'acqua a formare
un alto crinale su cui crescono alcune querce vetuste e maestose.
Sotto uno di questi giganteschi alberi, secondo i vecchi racconti,
c'era un enorme tesoro sepolto dal pirata Kidd
i.
L'insenatura aveva reso facile trasportare il denaro con una barca,
in segreto e di notte, fino ai piedi della collina. La posizione
elevata del luogo permetteva di controllare che non ci fosse nessuno
nelle vicinanze, mentre quegli alberi eccezionali formavano un buon
punto di riferimento per ritrovare agevolmente il posto. I vecchi
racconti aggiungono, poi, che il diavolo presidiava quel nascondiglio
e lo teneva sotto la sua sorveglianza; ma, come tutti sanno, questa è
una cosa che egli fa sempre con i tesori nascosti, specialmente
quando sono mal guadagnati. Ma sia come sia, Kidd non tornò mai a
riprendere le sue ricchezze, infatti, poco dopo fu catturato a Boston
e spedito in Inghilterra dove fu impiccato per pirateria.